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Burnenti ritraenti la morte de' figli di Niobe ( vedi
Avellino bull. arch. napol. an. I. p. 109), il celebre
vaso del nostro real museo co'funerali di Archemoro,
ed altri non pochi monumenti. Vedi quel che dicem-
mo noi stessi bull. arch. nap. an. Y. p. 50.

1/ antichità ci fornisce non rara menzione di pe-
dagoghi di fanciulle. Così nelle Phoenissae di Euripide
s'introduce il pedagogo a parlar con Antigone, di cui
è messo a custodia, ed è appunto un vecchio servo
(Phoeniss. v. 88. segg. ). Nè questo costume fu di-
verso presso i Romani, come può rilevarsi dalla nar-
razione di Valerio Massimo (lib. 6 cap. 1), edal jicie-
dagogus cruciarius di Calpurnio Fiacco. Veggasi pure
il eh. Jahn veW'Archaeolog. Zeilung del cav. Gerhard
1847 p.83 s-, ed il Py\ de Medeae fabula <part. IIp.79.
Il vestimento succinto, e la poco nobile fisonomia di
questo vecchio non ci fanno pensare affatto al padre di
Europa Fenice, o Agenore; il quale d'alira parte mal
si troverebbe presente alla scena del ratto della sua
figlia. E pur notevole che il padre di Europa trovasi
in modo diverso figurato in un bellissimo rhyton di
Nola, ove il eh. de Witte riconobbe le sorelle di lei
che si presentano al padre dopo il rapimento della
sorella (calai. Magnoncour n. 100;cf. Welckernelle
nouv. armai, de l'Inslìlut. toni. II.p.385.). Gli Amori,
che leggiadramente circondano il gruppo nel vaso di
Canosa, trovano un confronto nella festevole descrizio-
ne di Luciano, il quale nel momento di traghettar per
le onde ci offre il toro circondato da Amori portando
fiaccole , e cantando l'imeneo ( Mal. mar. XV. ). La
donzella che corona il toro , e Y Amore che reca tra
lo stesso ed Europa una tenia , alludono senza meno
alla vittoria di Giove, ed al suo vicino matrimonio
colla figlia di Agenore. Bellissimo è il pensiero dell'ar-
tista di figurare una colomba tenendo fralle unghie
un monile. Le colombe trovatisi spesso in relazione con
Giove. Omero racconta come quel volatile reca a Giove
l'ambrosia (Odyss. M, v. 63); e chi non conosce le
colombe Dodonee, e la loro relazione con Giove? Non
parrà dunque strano che quel mansueto augello sia
stato trascello dal padre dei Numi a recare alla sua
nuova sposa il donativo di nozze àva.xy.X.U7frrpir/.. E
può con probabilità giudicarsi che il pittore del vaso di

Canosa abbia voluto effigiare traile unghie della co-
lomba il monile lavorato da Vulcano, dato da Giove
ad Europa, ch'era quello stesso di cui Cadmo fe poscia
presente ad Armonia ( Pherecyd. fragni. 4-5 ap. Apol-
lod. lib. HI, c. IV, 2).

Passando all'altra faccia del vaso, non pare da du-
bitare, che siesi in essa significato il termine del viag-
gio di Giove: e nel masso alquanto ricurvo ben rico-
nosce il eh. Quaranta l'antro ove si compiranno le
sacre nozze ; o che dir si voglia il Aixta.Tov àvrpov ,
ove il toro guidò la sua preda , secondo il più volte
citato Luciano (1. c. ), o qualunque altra spelonca.
Non credo però che il giovine Pan valga ad indicare
esser tratto il dipinto da un salifico dramma. Parmi
piuttosto che sia destinato a dimostrare la localilà.
Ricordo pria di tutto che varie volte troviamo le spe-
lonche sacre a quel dio. Così gli Ateniesi dedicano a
Pane un antro dopo una felice battaglia (Lucian. deor.
dial. XXII, 3 ), e Pausania ci fa sapere che 1' antro
Coricio fu sacro alla medesima divinità (lib.X c.32,7).
Ma non voglio tralasciare una idea, che dar potrebbe
una perfetta ragione della presenza di Pane nella sce-
na , che illustriamo. Sappiamo da Pausania che gli
Arcadi sostenevano essere stato Giove educato in Cre-
tea sul monte Liceo, e non già nell' isola di Creta
(lib. X. c. 38, 2). Non è dunque improbabile il sup-
porre che le medesime tradizioni arcadiche riferivano
a quel sito il ratto di Europa, distaccandosi dalle
narrazioni de' Cretesi. In tale ipotesi, ove il pittore
del nostro vaso avesse seguito le suddette arcadiche
tradizioni, ben si comprende perchè avrebbe figurato
il dio dell' Arcadia presso 1' antro , ove sarà traspor-
tata la figlia di Agenore.

Finalmente nella quadriga guidata dall' Amore, e
preceduta da Mercurio io riconosco il cocchio dell'a-
poteosi, che seguirà il divino connubio di Giove con
Europa. Così vedesi talvolta Mercurio precedere il
cocchio ove è tratto Ercole nel raggiugnere l'apo-
teosi. Ma di queste particolarità ci riserbiamo di par-
lare più ampiamente in altra occasione.

Passiamo ora a dar la descrizione del terzo vaso,
che non la cede per importanza agli altri due pre-
cedentemente descritti. All' esterno della bocca è un
 
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