Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
secoli, la rendevano pestilenziale. Servio nel libro III
dell' Eneide cementando ciò che dice Virgilio del lago
A verno, lo spiega così : Sane lacus Avernus ante sii-
varum densilate sic ambiebatur, ut exhalans inde per
angaslias aquae sulphureae odor gravissimus supervo-
Ulantes aves necaret: unde et Avernus dictus est quasi
aopvos. Quam rem Auguslus Caesar intelìigens, dese-
ctis silvis, ex pesliìentibus amoena reddidit.

Or al contrario, per la medesima ragione dell'esa-
lazione e vaporosità emanata da que' terreni e laghi
sulfurei, s'infetta l'aria, e perduta la popolazione, ri-
tornate le selve e boscaglie, di ameni e sani sono di-
ventati que'luoghi insalubri e pestilenziali. Onde dalle
guerre de' Longobardi, e de' Saraceni , dalle deva-
stazioni , e stragi dagli uni e dagli altri cagionate a
tutti que'luoghi, credo potersi ripetere la depravazio-
ne e il corrompimento dell' aria di Baia, e che quei
tempi di desolazione, i secoli nono , e decimo e se-
guenti possano fondatamente considerarsi laverà epo-
ca, in cui cessasse d'essere salubre. E a così pensare
mi conferma il sentimento del Petrarca, il primo scrit-
tore di mia notizia, che dopo Simmaco, eCassiodoro
e gli autori di sopra da noi citati, abbia scritto di Baia
e dell' amenità dì que' luoghi.

Scrive egli da Napoli a Giovanni Colonna , e gli
racconta una gita che fece per visitare Baia e tutti quei
preziosi avanzi della grandezza romana, e gli accenna
l'opinione in cui allora si era dell'insalubrità di quel-
l'aria , ossia dell' infezione in tempo di state. Baias
ego, dice, clarissimis viris Ioanne Barrili et Barbato me
comitanlibus, vidi: nulla mitii dies laelior ... vidimus
illum hybernis mensibus peramoenum sinum, quem sol
aestivus, nisi fallor, infestat. Nihil enim praeler opi-
nionem habeo ; numquam enim me hic aestas reperii
( fornii, ep. IV. lib. V.). Onde si vede quale opinio-
ne avevasi a que' tempi dell' aria di Baia, aria infetta
da soli estivi, aria insalubre, che appariva lieta eda-
mena ne'mesi d'inverno, ma che non poteva , come
ne'tempi antichi, respirarsi liberamente nell'estate. Se
dunque dal fin qui detto si osserva che il soggiorno
di Baia al principio del sesto secolo era ancor pre-
giatissimo per le delizie del luogo e per la salubrità
dell' aria , che alla fine di quel secolo ed al principio

del settimo incominciava bensì a spopolarsi, ma non
ancora se ne considerava l'aria insalubre , che nelf
ottavo secolo, e nel nono non si parla che d'incendi,
desertazioni, e rovine , che nel decimo si presentava
tutto quel terreno come abbandonato da'coltivatori,
e che rendevasi oppresso da bronchi e vepri, e che in
somma di tutti que' secoli non ci si parano avanti che
abbandonameli e desolazioni, e che poi il Petrarca
nel secolo XIV ci parla di quel seno per comune o-
pinione riputato insalubre, e come luogo d'aria in-
festata da'soli estivi, quale è poi seguitata a riputarsi
finora, parmi che possiamo con qualche fondamento
pensare, che appunto ne'secoli nono, e decimo ces-
sasse d'essere salubre l'aria di Baia.

Questa infezione dell'aria quale era nel secolo XIV
sembra che sia di poi costantemente continuata, con-
tinuando sempre la medesima spopolazione.

Il Biondo nel secolo XV, e nel principio del XIV
Leandro Alberti ci descrivono lungamente tutti quei
paesi, che minutamente per vari giorni esaminarono,
e quanto lodano la grandiosità degli avanzi degli an-
tichi edifizì, la bellezza delle vedute, l'amenità delle
situazioni , altrettanto ne piangono l'abbandono e la
deserzione. Il Guicciardini più positivamente ci descri-
ve neh' anno 1498 nel libro terzo della sua storiagli
effetti della cattiva aria di Baia e di quel litlorale fino
a Pozzuolo ; perchè dice che scacciati da Napoli per
opera di Gonsalvo Cordova i Francesi, questi furono
condotti a Baia, simulando Ferdinando di volergli la-
sciar partire, dove sotto colore die non fossero a ordine
i legni per imbarcargli, furono sopraltenuti tanto, che
sparsi tra Baia, e Pozzuolo per la mal' aria, e per
molte incomodità cominciarono a infermarsi talmente,
che Montpensieri morì, e del resto della sua gente ch'e-
rano più di cinquemila, ne mancarono tanti, che ap-
pena se ne condussero cinquecento salvi in Francia.

Per lo contrario fa meraviglia che al tempo mede-
simo il Pontano scrive con tanto trasporto in sì ripe-
tute poesie a sì diverse persone cantando lodi di Baia.

Qui il p. Andres si ferma a dimostrare che i versi
del Pontano, lungi dal riferirsi alla salubrità dell'aria
di Baia, non altro provano se non che T uso de' bagni
di Baici a queir epoca, ed i pericolosi divertimenti che
 
Annotationen