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AVGVSTI, vivente questo, del pari cheL. CAELras
CLEMens FLAwien TI. CAESARIS ricordato nelle
monete di Pesto col tipo dell'apice Flambale ( Ca-
rèlli lab.CXXXV, 94 cf. Orelli n.3874).—Nel pro-
gramma che chiede SAB1NVMET. RVFVM ED. RP
forse dee leggersi (p. 151, n. 28; cf. p. 150, n. 6)
Aediles D. R. P. poiché ne' denarii di P. Sulpicio
Galba ricorre si l'abbreviatura AE. CVR come l'al-
tra AED.CVR.—11 nome PASSERATVS(p.l85, n.
C), anzi che di greca derivazione, può credersi po-
sto per PASSARATVS, siccome PASSARINVS per
PASSERINVS, oppure dedotto da Passariae ( v. Por-
cellini s. v.)

Vasi dipinti. Lo svolazzante peplo di Orilia , nel
vaso ruvese del R. Museo Borbonico, che gonfio dal
vento fa l'ufficio di vela, e che perciò confronta con
la pittura della rapita Europa descritta da Achille Ta-
zio (L.I, ci), nella quale vedovasi la donzella uiSTTip
ìdrico Tw wvx\it> xpwfi/yyj, come bene avverte il dotto
editore (p. 3), confronta altresì col tipo allusivo delle
monete d'Histiaea, del genio cioè feminile della città
sedente sopra una prora di nave, cui serve di vela il
manto di lei gonfiato dal vento (Eckhel T.H, p. 325).
Cotali figure ponno dirsi velificanles veste sua ( Plin.
XXXVI, 4, 17). Riguardo all' Emo personificato in
monete diNicopoli e di Filippopoli (p. 4) veggasi an-
che la Iìevuenumismaliquc (An. Vili. p. 17-25: cf.
Mionnet Sappi. T.H, pi. Ili, 7)—La figura feminile
posta alle spalle dell' eroe attico Antioco, denominata
MYPPINISKH (p. 50), forse tiene nella s. una coro-
na fWpplvvfi che farebbe spontanea allusione al proprio
suo nome (cf.Cavedoni, spicil. num. p. 158J.—Le qua-
drighe del Sole e della Luna, che insieme con l'Au-
rora sembrano allontanarsi nel momento della Gigan-
tomachia (p. 143-144), scambiami luce col denario
di Cn. Cornelio Sisenna rappresentante Giove in qua-
driga veloce in atto di fulminare un Gigante angui-
pede, con la testa del Sole, la Luna falcata e due stelle
nell'area superiore. Anche la particolarità del mean-
dro ad onda , relativo al sorgere del Sole dall'onde
marine, ha il suo riscontro nel denario di A. Manlio
col Sole oriente in quadriga di prospetto, che mostra
sorgere dall'onde del mare, e non già fra nuvole co-

me parve al eh. Riccio (Manlio, n. 1-)—Il bel vasel-
lino Nolano rappresentante il suicidio di Aiace Tela-
monio (p. 191) vuoisi confrontare con le belle mo-
nete di Salamina aventi nel riverso lo scudo di Aiace
medesimo, simile allo scudo beotico, insieme col fa-
tale suo gladio posto sopr'esso lo scudo o da lato al
medesimo (cf. Ball. arch. 1835, jp. 186-188). Lo
scudo pare di forma beotica anche nel vaso nolano.—
Riguardo all'insigne vaso della collezione Jalta (p.
153-156, tav. VI), siccome il eh. editore lascia mo-
destamente luogo ad altra dichiarazione, così mi giovi
proporne una diversa dalla sua , sottomettendola al
discreto e benigno di lui giudizio. Nella figura pre-
cipua del giovine ignudo coronato di fronde , e con
clamide pendente dal s. braccio, il quale si appoggia
colla d. a lunga e nodosa clava, invece di Ercole dei-
ficato, parmi potersi ravvisare il giovine Teseo, emulo
del valore e delle glorie di Ercole medesimo. Le armi
d' Ercole , che veggonsi giacenti al suolo dinanzi il
vigoroso giovine, verisimilmente accennano alla irre-
quieta emulazione, che le gloriose imprese dell'eroe
tebano destavano e mantenevano nel fervido petto del
figliuolo di Egeo, nelle cui vene pure dicevasi scor-
rere il sangue della stirpe d' Ercole. Dopo eh' egli
ebbe ricuperato il gladio paterno , incontrandosi in
que' che avean conosciuto di persona Ercole , e che
ne celebravano le imprese, gli accadeva lo stesso che
poscia avvenne a Temistocle. Siccome questi solea
dire, che il trofeo di Milziade non lo lasciava dormir
quietamente; così Teseo, ammirando il valore di Er-
cole , ne sognava di notte le gesle, e fra giorno sen-
tivasi trasportalo da emulazione di esso e meditava
simili imprese (Plut. in Thes. 6, 7: cf. Isocrat. Eli-
coni. Helenae : Diodor. IV, 59 ). La lunga e sottile
clava ( assai diversa da quella d'Ercole giacente al
suolo) , alla quale appoggiasi Teseo colla destra, sarà
la xo$vxi\ di Perifete, che egli, dopo avere ucciso quel
ladrone , si appropriò, e che divenne suo distintivo,
del pari che la spoglia del leone per Ercole (Plut. in
Thes. 8). Lo scudo di Teseo vedesi insignito di simile
clava in un vaso dipinto edito dal eh. Millingen (uned.
mon. I, 19). I due guerrieri, l'uno imberbe e l'altro
barbalo, stanti da lato a Teseo , ponno indicare l'è-
 
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