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— 99 -

come confine, non sarà fuor di luogo richiamare ciò
che dice Siculo Fiacco (de cond. agror.J: Hi lamen fi-
niuntur terminis et àrboribus notàtis, et antemissis,
et superciliis, et vepribus, et viis, et rivis, et fossis. In
quibusdam regionibus patos prò terminis observant (p.
4. agg. 8, 53 Auct. de re agr. ed. Goes).Veggasi pu-
re Ovidio Fastor. II, 642. Ed altro notevolissimo
confronto si ha nella bellissima iscrizione di Campo-
marino , pubblicata dal eh. Garrucci nel primo anno
di questo bullellino p. 180 , ove trattasi appunto di
confini, ed ove sono notevoli le seguenti espressioni:
tit primum palum erigerei a qvercv pedes circa unde-
cim v. %0-%1, ad fraxinvm nolalam palum fìxurn esse
v. 29-30. Abbenchè questi esempli non apparten-
gano che ad antichità romana, pure non può dubi-
tarsi che presso i Greci aver doveano luogo le mede-
sime cose, le quali sono nella natura delle umane i-
stiluzioni. E certamente nella origine della divisione
de'campi, era pur più probabile che si seguissero i
naturali confini, quali sono gli alberi, piuttosto che
gli artefatti. Da tutto ciò vogliamo inferirne che il Mer-
curio del nostro vaso dee ritenersi come un dio Ter-
minale; e siamo quindi autorizzati a giudicarlo sicco-
me un appoggio grandissimo alle idee da noi prece-
dentemente sviluppate.

E qui vogliamo avvertire, che il dottissimo Zoega
attribuì la religione degli ermi al solo Mercurio ter-
minale (de or. et usu obeliscor. p. 209 e segg. ). Alla
quale idea si oppose il mio dottissimo amico sig. cav.
Gerhard, contrastando la ragione di quella forma di
divinità messa in campo dall'illustre danese, il quale
l'attribuiva alla imperizia degli artisti (p. 217). Vedi
Gerhard de religione Hermarum pag. 4 et segg.

Egli invece riferisce la religione degli ermi al culto
delle divinità di Samotracia, e propriamente al Mer-
curio fallico de' Pelasgi, ed a quelle deità che collo
stosso hanno stretta relazione (vedi la sud. memoria).
All'opposto il eh. Hermann, contrastando la idea che
attribuisce agli ermi un generale fallico significato
(de Terminis eor. rei. ap. Graecos p. 22), li crede de-
nominati appunto da Mercurio , ed in relazione con
lo stesso come dio terminale (ibid. p. 18, 20); anzi
sostiene che forse la più antica introduzione degli ermi

è quella che servì a distinguere le private possessioni
(Ibid. p. 13, e scg.). Le quali osservazioni rientrano
appunto nelle idee del Zoega, e fanno a proposito nella
presente discussione. Non voglio intanto omettere di
avvertire che bene a ragione il Gerhard dichiarava
falso il motivo della scelta della forma degli, ermi,
attribuito alla imperizia degli artisti. Evvì però un
altro motivo diverso, che nondimeno appoggia mi-
rabilmente la teoria del Zoega. Questo motivo è for-
nito appunto dal vaso di Armento , di cui sopra di-
cemmo , nonché dal nuovo vaso di Alife. La forma
degli ermi è dovuta alla idea di una stele, a cui densi
abbracciata, o vicina la divinità de'confini. Supposto
che questa divinità sia in parte nascosta dalla pietra,
o dall' albero a cui sta vicina, ne verrà la forma del-
l' erma. Ne' vasi, ove la presenza della divinità pro-
tettrice de' confini doveva particolarmente additarsi,
vedesi essa distinta dalla colonna o dall'albero termi-
nale: non così negli altri numerosi monumenti di u-
so, ne' quali la desiderevole facilità di lavoro, e la
necessità di occupare il minore spazio possibile, per-
suadeva a preferire quella forma ad un gruppo. L'an-
tichità ci fornisce altri esempli di queste riunioni di
divinità agli oggetti a'quali si riferiscono. Tali sono il
Giove ed il Dioniso hhvfìpoì presso i Greci, de' quali
ci resta qualche rara rappresentazione ( vedi i miei
monumenti inedili di Barone voi. 1 p. 63 e segg. ),
ove si veggono figurar appunto come protomi o busti
alla cima di alberi. E probabilmente era dello stesso
modo effigiala la Elena Dendrilis de' Rodii (Ptolem.
Heph. IV, b, Phot. Ubi. 190 p. 247 cf. Jahn arch.
Beilr. p.325, ed i miei mon. ined. append. p.X). Così
pure il Dionysos Stylos, o Bacco colonna, venne figurato
come una testa al di sopra di una colonna, e qualche
volta ancora di un palo, rivestito di una clamide ;
siccome ci venne fatto di osservare pubblicando un
insigne monumento del sig. Raffaele Barone (vedi i
miei mon. ined. voi. t tav. VII, e la pag. 34 e seg.
Veggasi pure il recentissimo lavoro del eh. cav. Pa-
nofka Dionysos und die Thyaden tav. I fig. 1, tav. II.
fig. 1 e 2, e la pag. 33 e segg. ).

Per non dipartirci da queste idee del Mercurio Ter-
minale, in rapporto col vaso di Alife, osserviamo fi-
 
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