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— 174 —

quel mostro una solare divinila. Ora, dopo più ma-
tura riflessione, dubitiamo di una tale conclusione :
confessando in pari tempo che il dio a duplice natura
non è slato abbastanza studiato nelle idee orientali.
I! monumento riportato dal Layard non è il solo, che
ci dimostri quel tipo provenire da popoli asiatici ed
orientali. Già si conosce che simili tori a volto uma-
no erano alla entrata delle porte dell' edificio di Khor-
sabad ( de Longpéri.ej nolice des monum. expos. dans
la galér. d'anliq. assyriennes pag. 17, 18.). In al-
cune monete comparisce lo stesso tipo ; ed una ne
fu descritta dal Mionnet (descr. lom. III. pag. 670
n. 688), un'altra pubblicata fralle incerte della rac-
colta Hunteriana ( Mus. Hunter. tab. 66. n. XXVI),
riprodotta da Raoul-Rochelte ( Mém. sur. la croix ari'
sée pi. II. n. 13) e dal Gerhard (ùber die Kunst der
Phdnicier tav.III. n.20), e finalmente una terza edita
dal signor FelloWs, che ne fe in Licia l'acquisto [an
Account of Discoveries in Lycia pi. 37 n.7. p.455),
e che giustamente dalla epigrafe KOP l'attribuisce a'
KxfìoiXkiTs di Slrabone (XIII, 631), contrada che nel
licio dialetto vedesi sopra altre monete denominata KO -
PAAAE,CopaZ/e.Vedi Raoul-Rochelte mem.cil. p.63-
64. In altra medaglia, tra quelle già attribuite a Ca-
naarina, poi dal sig. Raoul-Rochette a Marathus della
Fenicia(Croixansée p.70es.)5 ed ultimamente aMa-
rium città di Cipro dal eh. sig. Duca de Luynes (nu-
mismat. et inscript, cypriotes p. 36-38: se ne pubblica-
no (re tav.VII. n. 2,3,4) (1), vedesi un mezzo toro a
volto umano, e sopra il busto di un dio a doppia fac-
cia barbala, e con quattro ali, che tiene nelle sue mani
un globo ( vedi pure de Wilte nouvell. annoi, de VList.
Archéol. t. II p.296, 2). L'attribuzione del sig. Duca
de Luynes ci sembra meglio fondala anche per la dif-
ferenza dello stile che osservasi in queste medaglie

-(1) Prendiamo questa occasione per manifestare tutta la nostra
stima per questo recente lavoro, che dobbiamo alla gentilezza
dell' illustre autore, nel quale egli ha fatto molte interessanti ri-
cerche, attribuendo a Cipro non poche medaglie messe finora fralle
incerte della Cilicia. E mi piace di notare che ultimamente il sig.
Lajard, uomo molto versalo nello studio de' monumenti orientali,
ne fece le meritate lodi nella sua dotta e diligente opera recher-
ches sur le culle du cyprcs pyramidal chez Ics peuplcs civilisés
de V antiquitè pag. 28, 29, Paris 185t in 4, che posseggo per
dono del chiarissimo autore.

con epigrafe greca messe a confronto colle medaglie
di Marathus determinate da fenicia iscrizione ( Gese-
nius script, ling. phoenic. monom. tab. 55, V.).

Comunque sia però, la rappresentazione appartie-
ne alle idee degli Assiri e de' Fenicii, e lo stesso si-
gnor duca de Luynes non è di differente opinione: nò
pensa diversamente il eh. Gerhard, che riproduce
quel tipo nella sua dotta memoria sull' arte de' Feni-
cii (iiber die Kunst der Phanicicr. tav. III. n. 23 p.
31) Non voglio intanto mancar di notare, che la
numismatica di Cipro ci offre il toro a volto umano
barbato , e respiciente indietro somigliante perciò al
tipo delle medaglie di Laus ( Luynes op. cit. tav. VI.
num. 2. ): ma non sapremmo seguire la idea, già da
altri presentata ed ora di nuovo proposta dal dotto
numismatico, che sia nel toro androprosopo figurato
il Giove amante di Europa ( op. cit. pag. 33 ). A noi
sembra che guardando l'insieme de' monumenti, nei
quali ci si offre quel mostro, non può ricorrersi che
ad un mito relativo ad esseri cosmogonici. E segna-
tamente per la figura doppia poggiante sul mezzo to-
ro, nella medaglia di Marathus o Marium, questa è la
idea del cav. Gerhard ( Flugelgcslalt. Taf. 1 , 3-5 ),
e del Raoul-Rochette {croix ansée p. 71).

Questa medaglia intanto ci sembra di un particolare
interesse per la ricerca del toro androprosopo: di fatti
in essa si avvicina più al tipo adottato da' Greci mo-
strandosi privo di ali, e, quel ch'è più, in tale posizio-
ne, che deve riputarsi nuotante. Questa ultima parti-
colarità ci sembra favorire la natura acquatica di quel
mostro messo in rapporto di una divinità cosmogo-
nica, o che dir si voglia il dio Tempo de' Fenicii, (San-
choniat. apud Euseb. praep. evang. lib. I c. 10), ovvero
il Sole, che s identifica con quello. Nel qual senso il
Bifronte si addimostra ancor esso di origine asiatica
e di significazione solare, non altrimenti che il Giano
de' Romani (vedi le nostre osservazioni nel bull. arch.
nap. an. III. p. 73 e seg.) (1). Ma non vogliamo che
accennare iti tal luogo queste idee, le quali meritano
una più ampia ricerca.

(i) Ci riserbiamo di valutare se un simile mostro si ravvisa in
alcuni cilindri babilonesi pubblicali dal Raoul-Rochette Herc. as-
syr. et phénie- tav. VU, il quale vi scorgeva tuli' altro p. 130 e s.
 
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