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PANO; giusta le osservazioni del eh. numismatico di
Berlino (oskische Milnzen p. 36), e del eh. Garrucci
(bull. ardi. nap. an. I p. 66-67) (1): e lo stesso sig.
Raoul-Rochelle vi riconosce una più grande influen-
za dell' elemento osco, traendo dalle lettere HYR che
fosse quella medaglia battuta in Hyrina. La quale o-
pinione ci sembra meno probabile di quella del Gar-
rucci, che vi riconobbe un nome di magistrato.

Dopo di ciò l'a. passa a rassegna le varie opinioni
circa il popolo, al quale appartengono le medaglie de'
Campani.

Rifiuta le sentenze dell'Eckhel, e degli altri che
le riportano agli abitatori di Capua (Pellerin addii, p.
18; Eckhel doctr. num. tom. I. pag. 108; Lenor-
mant e de Witte élite des monum. céramogr. inlr. p.
4-1, s; Mommsen unterit. Dial. p. 104-105); dell'A-
vellino, che le attribuiva a'Greci abitatori della Cam-
pania, ovvero a'Campani in Napoli trasferiti (monum.
ined. p. 1-2 tav. I, 1 ; opusc. tom. II p. 27 e 167);
del Friedlaender il quale pensò ai Campani stabiliti
in Ischia (2) (die oskische Milnzen p. 34) ; e del Fio-
relli, che le credè battute in Hyrina ( ossei'v. sopra
talune mon. rare p. 3 ). E conchiude che le meda-
glie , di cui è parola , sono state coniale in Capua,
nei primi tempi che seguirono l'occupazione di que-
sta città fatta da' Sanniti Campani, e eh' esse furono
la moneta comune di questo popolo costituito in corpo
di nazione ( come dice Diodoro: KoltÒ. iasv rry 'Ira.-
Xiccv tò ISvoJ twv KxiXTTavùiy ffvvi<sn"r\. XII, 31 ), e
non già la moneta propria di Capua considerata co-
me città osca. Noi confessiamo che questa maniera
d'intendere ci sembra fondata nella storica narrazio-
ne di Diodoro, e ne' dati archeologici concernenti le

(1) HCavcdoni pensò invece ad influenza elrusca: v. sopra p. 91-92.

(2) Con questa occasione Raoul-Rochelle libera la greca iscrizione
d'Ischia, che ha dato causa a questa opinione, dalla taccia di so-
lecismo appostagli dal eh. Mommsen ( untcr. Dialck. n. XXXIX p.
197-198), e si conlenta di riconoscervi qualche improprietà di lin-
guaggio. Per verità le due cose notate dal Mommsen non mi sem-
brano affatto degne di riprensione. Noi non sappiamo se 1' àvl-
&r,x.av si riferisca a qualche particolar dedicazione. Ed in quanto
all' apSavrss , crediamo che dinoti una carica innanzi sostenuta,
e non già tuttavia esistente, non altrimenti che ci offrono simili
aoristi le iscrizioni napolitane , in alcune delle quali leggesi pure
V Splavra ( corp inscr. gr. n. 5790, 5790, 5797 )-

medaglie in quistione: ed avvertiamo che già da gran
tempo interpetrammo i Campani di Livio, ove parla
della Sannitica occupazione di Cuma (lib. IV, c. 44),
non già de'soli cittadini di Capua, ma della gente de'
Sanniti Campani, che aveva in essa la principale sua
sede : vedi questo bullellino an. I p. 165.

Dopo questa interessante discussione l'a. comin-
cia a parlare delle monete osche, che son tutte di
bronzo, ad eccezione di una sola di argento ; della
quale nota la somma rarità , riducendo a quattro gli
esemplari finora conosciuti. E qui vogliamo avvertire
che l'esemplare del duca di Noja , ora nel real mu-
seo Borbonico, non è diverso da quello già posse-
duto dal can. de Jorio ; e che i due della collezione
Santangelo sono di perfetta conservazione. Ora un
quinto esemplare, rinvenuto, come si crede, in Pu-
glia , foderato e di conservazione piuttosto lodevole,
trovasi nelle mani del negoziante di antichità sig. Raf-
faele Barone.

L'a. stabilisce la coniazione della moneta osca di
Capua a'tempi della prima guerra Sannitica, ricono-
scendo nella divisione duodecimale dell' asse la in-
fluenza del sistema monetale de' Romani socii ed aiu-
tatori della città contro 1' aggressione de' Sanniti del
Sannio: ne fissa poi il termine alla presa della ribelle
Capua fatta da'Romani medesimi nella seconda guerra
punica. Onde si avrebbe il limite di circa un secolo
fra gli anni 415 e 542 di Roma. Quesle conclusioni
e le osservazioni che aggiunge l'a. sulla duplice di-
visione dell'asse di Capua , e sulle sue posteriori di-
minuzioni, meritauo una più diligente ricerca; e noi
ci proponiamo di sottomettere le sue idee a più am-
pia discussione, che non comportano i limili del pre-
sente estratto.

Nel settimo ed ultimo articolo l'a, parla de'tipi
delle monete osche di Capua , cominciando dalle te-
ste di conosciute divinità; come del Giove Capitolino,
della Diana Tifatina, di Giunone, di Cerere, di Mi-
nerva, di Apollo, e di Ercole. Richiama particolar-
mente l'attenzione sulla lesta femminile ornata di co-
rona turrita e del fulmine: e ravvisa in essa il Genio
della città Tvxn rr\? k6\iws , incontrandosi col eh.
Cavedoni (bull, arch. nap. an, II. p, 103), ed aggiu-
 
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