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— 191 —

gnendo la dimostrazione che esisteva un tempio della
Fortuna in Capua (Liv. XXVII, 23), la quale crede
venerata sotto il titolo di publicum Numen Capuae
(v. epigr. apud Mommsen inscr. regni neap. lat. n.
3586). Tra gli esempli, copiosamente citati dal dotto
autore, non vediamo quello pertinente alla stessa Cam-
pania ; ed è un conformato colla Fortuna di Napoli
turrita ed alata e colla epigrafe ITAP0ENOIIH pub-
blicato dal Sanclemenli (toni. I p. 123 e seg.): a cui
fa bel riscontro la iscrizione di M. Mario Epitleto,
che dedica qualche cosa THITTXHINEAIlOAEttS
(corp. mscr. gr. n. 5792). Vedi Avellino nel bull,
arch. nap. an. I p. 40.

La seconda ricerca concerne la testa eroica imberbe,
che vedesi nel ritto di due tipi, cioè di Telefo allat-
tato dalla cerva, e del trofeo. L'a. stabilisce che quel-
li ornamento di testa non può riputarsi altro che la
tiara frigia; e riconosce la lesta di Capi mitico fon-
datore della città, secondo la primitiva opinione dello
stesso eh. Cavedoni (spie. num. p. 14).

Sul tipo della confederazione osserva l'a. doversi
riportare ad un' alleanza fra Capua e Roma , all' e-
poca della prima guerra Sannitica. Riporta il tipo
della Diana iu biga veloce a' pubblici giuochi cele-
brali in onore di Diana Tifatina. Spiega i due tipi re-
lativi alla Vittoria, colla esistenza in Capua di un tem-
pio di questa divinità. In quanto ai rovesci, o sono
simboli delle divinità figurate nel ritto, o danno luo-
go a particolari interpretazioni. Per quel che concerne
l'elefante al rovescio della testa di Diana, F autore
in appoggio delle allusioni solari e lunari ravvisate
dagli archeologi napolitani, richiama un importante
luogo di Pausania, che vide una testa di elefante nel
tempio di Diana presso Capua (V, XII, I). Non per-
tanto si mostra inchinevole a seguir la opinione del
Cavedoni che riportava quel tipo al soggiorno di An-
nibale in questa città (spie. num. p. 14, 21). Si di-
stende a discorrere più lungamente del tipo del leone
tenente colla sinistra zampa sollevalo un giavellotto:
e richiamando gli opportuni confronti specialmente
numismatici, lo dichiara allusivo ad Ercole come dio
Solare, e quindi all' Ercole assiro non già all' Ercole
greco. Con questa occasione atlribuisce a Capua il

bellissimo asse del museo Chirkeriano ( (av. XI n. 1
p. 64 e 67 ) collo stesso tipo al rovescio di un bu-
sto di cavallo; sebbene il eh. Cavedoni non ha guari
lo attribuiva a Luceria (Carelli num. vet. Ital. tav.
XLIII, 2 p. 11 ). Il tipo del Cerbero si riporta dal-
l'a. all'oracolo de'morti di Cuma , essendo Ira Ca-
pua e quella città le più strette relazioni: così era
stato inleso il simile tipo della medesima Cuma (Mil-
lingen Sylloge pi. I n. 4. p. 10-11): e l'a. richiama
assai a proposito un classico luogo di Scimno di Chio,
ove un simile oracolo in Tesprozia è detto KEPBE-
PION virox&ónót imvfihv (v. 249-50 ed. Meineke
cf. Comment. crit. p. 17-18). Ed avvertiamo che
nel sannitico sepolcro di Cuma le nere onde furono
pur da noi spiegate colle tradizioni locali, adottate
per avventura da' dominatori Sanniti nel fregiare le
loro tombe(6w//. arch. nap. n. s. an I p. 161-165).

Più difficile è il tipo de'due simulacri, ch'egli ri-
tiene appunto per due idoli eguali a foggia di un bu-
sto piramidale, ricoperti ciascuno da un velo, e sor-
montati da una tenia svolazzante. Crede Y a. che que-
sti idoli presentino una origine asiatica ed orientale;
ed osserva che appunto nel culto di molte regioni
s'incontra la dualità di simulacri identici: come va
notando dagli antichi scrittori e da' monumenti. Edi
richiama alla idea generale di questa dualità , che
nelle divinità fenicie accenna alla doppia natura ma-
lefica e salutare: senza determinare la peculiare for-
ma degl'idoli figurali sulle' monete di Capua.

Parla finalmente l'a. della medaglia di bronzo con
la testa di una Baccante nel ritto, e nel rovescio un
leone, o piuttosto una pantera , che tiene colla sini-
stra zampa un bastone , ovvero un tirso, appoggiato
sulla sua spalla: colla epigrafe CAP, CAP, e talvolta
CAI, come in un esemplare pubblicato dalCaprane-
si. Egli non dubita doversi attribuire a Capua questa
medaglia, ed a Caiatia quella delCapranesi:secondo
le opinioni generalmente ricevute. Con questa occa-
sione l'a. crede di ritrovare un confronto alla cele-
bre medaglia di oro della guerra sociale, per dimo-
strarne l'autenticità : ed attacca di passione gli archeo-
logi napolitani per averla giudicata falsa o sospetta.
Una simile accusa si legge nell'opera del sig. Fried-
laender (die osk. Milnzen p. 71). Ma pare che la fac-
ciano a torto; giacché molte ragioni danno grave so-
spetto di falsità. La medaglia fu in epoca remota os-
servata da'numismatici napolitani, e trovata falsa.
Alla pubblicazione che ne fu fatta si elevarono novelli
 
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