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Brunn, Heinrich von [Hrsg.]; Körte, Gustav [Hrsg.]
I rilievi delle urne etrusche (Band 1) — Rom, 1870

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https://doi.org/10.11588/diglit.4976#0012
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_(4)-
dal principio al fine con una serie continua di composizioni, ma ne sceglievano
liberamente quei momenti che sembravano più adattati per esser espressi coi
mezzi dell'arte figurata, così non aspetteremo nemmeno che le urne ci offrano,
per così dir, un commentario scolpito di tutta la poesia : dobbiamo all' incontro
accorgerci subito che per la scelta de' soggetti è stato di un' influenza decisiva
l'uso mortuario, al quale le urne stesse erano destinate, e ciò tanto più che le
idee degli Etruschi sulla morte erano ben differenti da quelle de' Greci. Giacché
se questi parlando della morte amavano gli eufemismi , 1' austera superstizione
degli Etruschi invece preferiva di dipingerla con tutti i suoi terrori. Ond' è che
nell'adornar i loro sarcofaghi di scene mitologiche amavano di sciegliere soggetti
che avessero una relazione sia diretta, sia indiretta colla morte stessa, cioè scene
sanguinolente, minaccie di morte, sacrifìzj cruenti od altre azioni al colmo d'un
tragico conflitto. Così si spiega che le prime scene delle Kypria, cioè le nozze
di Peleo e Teti ed il giudizio di Paride, non si trovano rappresentate sopra le
urne, sebbene non fossero sconosciute all'arte etnisca: la lotta nuziale di Peleo
e Teti, la gara di bellezza delle tre dee sembravano adattate bensì all'ornamento
d'un arnese del mondo muliebre, cioè agli specchj, ma non ad un monumento
funebre. La prima scena all'incontro, che ci si presenta sulle urne, c'introduce
subito in un tragico conflitto nato nell'occasione di ludi funebri.

CAP. I.

PARIDE RICONOSCIUTO PER FIGLIO DI PRIAMO.

Gli estratti di Proclo non fanno menzione di questa scena. Ma se Paride,
quando le tre dee gli si presentarono per esser giudicate, viveva come pastore sul
monte Ida, era necessario che, pria di andar in Grecia per guadagnarsi Elena,
egli fosse ricevuto come principe reale nella reggia di Priamo. L'ordine de' fatti
dunque richiede, che nella poesia di Stasino quella vicenda almeno dovea essere
accennata, sebbene soltanto dai tragici sembra che ne sieno state sviluppate più
ampiamente le modalità. Disgraziatamente le relative tragedie di Sofocle, di Euripide
e di Ennio, tranne pochi frammenti, sono perite; ma probabilmente l'argomento di
una di esse si è conservato in un racconto di Igino (fab. 91 ); e siccome ne
 
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