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https://doi.org/10.11588/diglit.4976#0098
. -( 90 )-
V. ORESTEIA.
All' Iliupersis nel ciclo troico faceva seguito la poesia di Àgia di Troezene
intitolata Nóazoc, che trattava della varia fortuna degli eroi greci nel ritorno alla
loro patria. Essa però per varie circostanze sembra aver avuto pochissima in-
fluenza sull'arte. Giacche, prescindendo dalle vagazioni di Ulisse, che si trova-
rono già preoccupate da una poesia speciale, cioè dall'Odissea di Omero, le sorti
del maggior numero degli eroi per se stesse offrivano poca materia a compo-
sizioni artistiche. All' incontro riguardo a quella parte del mito, che ha eserci-
tato in vario modo gli ingegni degli artisti, la fama di Agia sembra esser stata
oscurata dallo sviluppo, che il mito stesso ha trovato in altre poesie posteriori.
Parlo della morte di Agamennone e del matricidio e della fuga di Oreste, che forse
celebrati già ai tempi di Omero in un' a Oresleia » speciale (cf. Welcker ep. Cycl.
I, 2772), hanno fornito l'argomento di una serie delle più belle e rinomate tra-
gedie. Da esse, sebbene forse indirettamente, attinsero pur gli Etruschi, i quali
nelle urne hanno figurato quasi una trilogia ossia tre dei punti principali del mito.
CAP. XV.
LA MORTE DI AGAMENNONE.
La composizione più semplice di questa scena si trova sopra un' urna sco-
perta nel territorio chiusino dopo l'ultimo mio viaggio in Etruria e che perciò
ho dovuto far incidere fuori d' ordine sulla tavola :
UKXXir, 4L. Città della Pieve: Taccini; Ann. d. Insl. 1868, tav. d'agg. N;
cf. Bull. 1864, p. 231 e 1865, p. 257. Sopra una sedia sta assiso quasi di
faccia, ma voltato alquanto a s. di chi guarda, un uomo di forme alquanto grasse,
le coscie avvolte nel manto; ha ricoperta inoltre tutta la testa, le spalle ed una
parte del petto di un velo che con ambe le mani sembra voler levare. Verso lui
dalla parte s. accorre una donna vestita di chitone e manto, che con ambe le
mani ha alzato sopra la testa uno sgabello per colpirne in modo micidiale l'uomo
assiso. Dietro a lei sta come in guardia una Furia che tiene impugnata nella
d. una spada, senza però dar segno di voler immischiarsi nell'azione del centro.
A lei corrisponde dalla parte opposta un'altra, che con segno di sorpresa o stu-
V. ORESTEIA.
All' Iliupersis nel ciclo troico faceva seguito la poesia di Àgia di Troezene
intitolata Nóazoc, che trattava della varia fortuna degli eroi greci nel ritorno alla
loro patria. Essa però per varie circostanze sembra aver avuto pochissima in-
fluenza sull'arte. Giacche, prescindendo dalle vagazioni di Ulisse, che si trova-
rono già preoccupate da una poesia speciale, cioè dall'Odissea di Omero, le sorti
del maggior numero degli eroi per se stesse offrivano poca materia a compo-
sizioni artistiche. All' incontro riguardo a quella parte del mito, che ha eserci-
tato in vario modo gli ingegni degli artisti, la fama di Agia sembra esser stata
oscurata dallo sviluppo, che il mito stesso ha trovato in altre poesie posteriori.
Parlo della morte di Agamennone e del matricidio e della fuga di Oreste, che forse
celebrati già ai tempi di Omero in un' a Oresleia » speciale (cf. Welcker ep. Cycl.
I, 2772), hanno fornito l'argomento di una serie delle più belle e rinomate tra-
gedie. Da esse, sebbene forse indirettamente, attinsero pur gli Etruschi, i quali
nelle urne hanno figurato quasi una trilogia ossia tre dei punti principali del mito.
CAP. XV.
LA MORTE DI AGAMENNONE.
La composizione più semplice di questa scena si trova sopra un' urna sco-
perta nel territorio chiusino dopo l'ultimo mio viaggio in Etruria e che perciò
ho dovuto far incidere fuori d' ordine sulla tavola :
UKXXir, 4L. Città della Pieve: Taccini; Ann. d. Insl. 1868, tav. d'agg. N;
cf. Bull. 1864, p. 231 e 1865, p. 257. Sopra una sedia sta assiso quasi di
faccia, ma voltato alquanto a s. di chi guarda, un uomo di forme alquanto grasse,
le coscie avvolte nel manto; ha ricoperta inoltre tutta la testa, le spalle ed una
parte del petto di un velo che con ambe le mani sembra voler levare. Verso lui
dalla parte s. accorre una donna vestita di chitone e manto, che con ambe le
mani ha alzato sopra la testa uno sgabello per colpirne in modo micidiale l'uomo
assiso. Dietro a lei sta come in guardia una Furia che tiene impugnata nella
d. una spada, senza però dar segno di voler immischiarsi nell'azione del centro.
A lei corrisponde dalla parte opposta un'altra, che con segno di sorpresa o stu-