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Brunn, Heinrich von [Hrsg.]; Körte, Gustav [Hrsg.]
I rilievi delle urne etrusche (Band 1) — Rom, 1870

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https://doi.org/10.11588/diglit.4976#0037
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-( 29 )-

il suo compagno una tunica. Il primo compagno di Enea sembra quasi abbrac-
ciarla, mettendo il braccio d. attraverso il di lei petto. Al posto del marinaro
col timone è subentrata una Furia alata molto rovinata. Chiude la composizione
il servitore che porta un'anfora.

XXV, 1^» Roma, al Museo etrusco del Vaticano: Mus. Gregor. I, 95,5;
1. 0,75. Rilievo danneggiato alla parte inferiore, simile a n. 14. Dalla parie della
prora si trovano due marinari dentro la nave, il cui bordo è difeso da scudi.

XXW, 18. V. p. 23.

Non occorre di dilungar parole intorno a questa seconda serie di rappresen-
tanze, nella quale ad eccezione di Paride ed Elena non troviamo nessun carat-
tere individuale, ma soltanto una schiera di marinari e servitori. Tutto l'inte-
resse di essa dunque sta nel vedere, come gli artisti attenendosi ad un tipo fon-
damentale uniforme hanno saputo evitare che l'uno copiava strettamente l'altro.
Così la figura di Paride si trova or più di faccia, or più in proffilo, munita sia
di bastone, sia di spada o senz'attributo, senza che per queste modificazioni venga
cambiato il carattere fondamentale. Elena si mostra or più, or meno ritrosa,
più o meno riccamente vestita; il suo compagno ora guarda Elena, ora Paride.
Che però il carattere tipico non fu trascurato nemmeno nelle figure accessorie,
si conosce, se troviamo (tranne ne' nn. 4 e 16) de' due servitori quello che porta il
cratere, sempre vestito del perizoma, quello che lo riceve, della tunica; o se il primo
compagno di Elena (tranne il n. 12) sempre è vestito di tunica. Di nessuna im-
portanza finalmente sono le ampliazioni di poche figure, che abbiamo incontrate
specialmente sulla parte d. dei rilievi, e le stesse Furie, che non mancano d'in-
tervenire in alcune repliche , sono forse più caratteristiche per la smania degli
artisti etruschi, d'introdurre ovunque tali esseri, che per il soggetto speciale qui
raffigurato.

CAP. UT.

TELEFO NEL CAMPO DE' GRECI.

« I Greci imbarcatisi in Aulide approdano in Teutrania e credendo di trovarsi
nella Troade la devastano. Telefo nella difesa uccide Tersandro, figlio di Polinice,
ma egli stesso vien ferito da Achille. Nel partir dalla Misia una tempesta disperge
i Greci . . . Poi Telefo dietro l'ordine di un oracolo arriva in Argo e vi è sanato
da Achille sotto condizione di esser guida de' Greci nella navigazione verso Ilion. »

Queste poche parole degli estratti di Proclo non avrebbero potuto bastare a
 
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