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https://doi.org/10.11588/diglit.4976#0137
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cetto sembrarono allontanarsene, si trattava di variazioni quali debbono esser
permesse ad ogni artista che tratta un poetico soggetto. Molto più imbarazzati
ci troviamo dirimpetto ad un rilievo chiusino, che in gran parte oscurissimo
nondimeno qui deve trovar il suo posto:
XCVIII, 8. Cetona nel territorio chiusino: Terrosi; Annali deWInst. 1842,
tav. d'agg. E; Micali Mon. in. 49, 1; 1. 0,85. A d. troviamo un uomo bar-
bato nudo meno qualche panno svolazzante, veduto quasi dalla schiena che, po-
sando il pie s. sopra piccola elevazione sta per tendere l'arco. Il pileo e l'espres-
sione della faccia non lasciano dubbio che l'artista vi abbia voluto rappresentar
Ulisse. A lui corrisponde dalla parte opposta un giovane vestito di tunica ed
elmo alla frigia, che anch'esso posando il pie s. sopra il terreno alquanto al-
zato sta per scoccar dall'arco un dardo. Siccome però lo sguardo dell'uno non
è diretto precisamente sull'altro, ma ambedue sembrano aver in mira le figure
poste in mezzo, così in questo giovane ravviseremo Telemaco come ne'nn. 6 e 7,
al quale l'artista per studio di simmetria avrà dato in mano l'arco come al pa-
dre. Ma come spiegare le figure del centro? Ivi sopra base o ara è assisa, vol-
tata colle gambe a d., una Furia succinta, con lunghi capelli, appoggiando ac-
canto a se sull'ara colla s. un'ascia o bipenne, mentre mette il braccio d. at-
torno al collo d'un giovane nudo fregiato di corona o tenia ornata, che s'ac-
costa a lei come per abbracciarla, cambiando nello stesso tempo con lei gli
sguardi come con un essere amato. Sotto a lui sta assiso per terra, rivolto ad.,
un altro giovane nudo che colpito da tristezza e paura si cuopre la faccia colla
d. Finalmente nel fondo tra la Furia ed Ulisse è assisa quasi di faccia una fi-
gura che vestita di chitone e lungo manto sembra esser una donna, sebbene i
corti capelli cinti da bella corona non contradirebbero nemmeno ad un giovane.
L'interpretazione di queste figure è veramente disperala. Il giovane assiso
per terra almeno non si opporrebbe direttamente alla situazione indicata per
l'azione di Ulisse. Ma riguardo all'altro giovane che « si rifugge sotto il braccio
d'una donna d'origine infernale », non so se sarà permesso di acconsentir alla
supposizione espressa dal Braun negli Annali (p. 48), « che con veramente clas-
sica fantasia sia accennato in questa maniera il gran massacro che fece Ulisse,
quando fu reduce in casa sua. Altro che la morte pareva sicuro ritiro agl'infelici
proci nel momento del generale compianto ». Ne saprei assicurare , che nella
figura vestita « abbiasi da riconoscere forse la fedele Euricleia, se non Penelope
stessa, ritratta così in modo piuttosto simbolico, che reale ». Nondimeno credo
che basterà la figura sola di Ulisse per giustificar il posto , che abbiamo cre-
cetto sembrarono allontanarsene, si trattava di variazioni quali debbono esser
permesse ad ogni artista che tratta un poetico soggetto. Molto più imbarazzati
ci troviamo dirimpetto ad un rilievo chiusino, che in gran parte oscurissimo
nondimeno qui deve trovar il suo posto:
XCVIII, 8. Cetona nel territorio chiusino: Terrosi; Annali deWInst. 1842,
tav. d'agg. E; Micali Mon. in. 49, 1; 1. 0,85. A d. troviamo un uomo bar-
bato nudo meno qualche panno svolazzante, veduto quasi dalla schiena che, po-
sando il pie s. sopra piccola elevazione sta per tendere l'arco. Il pileo e l'espres-
sione della faccia non lasciano dubbio che l'artista vi abbia voluto rappresentar
Ulisse. A lui corrisponde dalla parte opposta un giovane vestito di tunica ed
elmo alla frigia, che anch'esso posando il pie s. sopra il terreno alquanto al-
zato sta per scoccar dall'arco un dardo. Siccome però lo sguardo dell'uno non
è diretto precisamente sull'altro, ma ambedue sembrano aver in mira le figure
poste in mezzo, così in questo giovane ravviseremo Telemaco come ne'nn. 6 e 7,
al quale l'artista per studio di simmetria avrà dato in mano l'arco come al pa-
dre. Ma come spiegare le figure del centro? Ivi sopra base o ara è assisa, vol-
tata colle gambe a d., una Furia succinta, con lunghi capelli, appoggiando ac-
canto a se sull'ara colla s. un'ascia o bipenne, mentre mette il braccio d. at-
torno al collo d'un giovane nudo fregiato di corona o tenia ornata, che s'ac-
costa a lei come per abbracciarla, cambiando nello stesso tempo con lei gli
sguardi come con un essere amato. Sotto a lui sta assiso per terra, rivolto ad.,
un altro giovane nudo che colpito da tristezza e paura si cuopre la faccia colla
d. Finalmente nel fondo tra la Furia ed Ulisse è assisa quasi di faccia una fi-
gura che vestita di chitone e lungo manto sembra esser una donna, sebbene i
corti capelli cinti da bella corona non contradirebbero nemmeno ad un giovane.
L'interpretazione di queste figure è veramente disperala. Il giovane assiso
per terra almeno non si opporrebbe direttamente alla situazione indicata per
l'azione di Ulisse. Ma riguardo all'altro giovane che « si rifugge sotto il braccio
d'una donna d'origine infernale », non so se sarà permesso di acconsentir alla
supposizione espressa dal Braun negli Annali (p. 48), « che con veramente clas-
sica fantasia sia accennato in questa maniera il gran massacro che fece Ulisse,
quando fu reduce in casa sua. Altro che la morte pareva sicuro ritiro agl'infelici
proci nel momento del generale compianto ». Ne saprei assicurare , che nella
figura vestita « abbiasi da riconoscere forse la fedele Euricleia, se non Penelope
stessa, ritratta così in modo piuttosto simbolico, che reale ». Nondimeno credo
che basterà la figura sola di Ulisse per giustificar il posto , che abbiamo cre-