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Institut Français d'Archéologie Orientale <al-Qāhira> [Hrsg.]; Mission Archéologique Française <al-Qāhira> [Hrsg.]
Recueil de travaux relatifs à la philologie et à l'archéologie égyptiennes et assyriennes: pour servir de bullletin à la Mission Française du Caire — 23.1901

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Nr. 1-2
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Rosellini, Ippolito: Une lettre inédite
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https://doi.org/10.11588/diglit.12426#0008

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UNE LETTRE INÉDITE D'IPPOLITO ROSELLINI

Li oggetti ch' esse figurine tengono nelle mani incrociate sul petto figurano una
zappa é una marra (talvolta un aratro), precisamente quali si veclono figurati nelle
mani degli agricoltori, e, ricevute poi corne lettere, tra i caratteri geroglifici. L'oggetto
che portano pendente clietro la spalla figura indubitatamente un panière o cestello con-
tenente la semenza. Impercïocché per tali figurine s' intendeva di augurare al difunto
(corne da noi si fa con replicati Requiem e De profundis) che il passaggio délia sua
anima fosse tra gli eletti, oue si cominciava a coltivare gli eterei campi di Trne (la
Verità). Questa dottrina è dimostrata con figure e dichiarata con iscrizioni, tanto nel
gran testo del Rituale funèbre, quanto nelle tombe di prima classe. Io la esposi, sono
già sei anni, in proposito di queste figurine rappresentanti le mummie, nel tomo 111°
de' Monumenti Cwili, pag. 470 e segg. Se le fosse stato noto quel luogo, Ella non
avrebbe potuto figurarsi che la immaginetta in questione fosse una deità.

Cio posto, l'iscrizioncella situata dinanzi a questa figurina funeraria, o piccola i n'i-
magine di mummia, non puô (tanto per la certezza del senso dei gruppi, quanto per
1' autorità d' innumerabili confronti) essere interpretata altrimenti che nel modo
seguente :

11 primo gruppo ^l"^!^ esprimente foneticamente la parola cu>err, col de-
terminativo jf^, il disco raggiante, ha in tutti i testi il senso costante, corne nel copto,
di far chiaro, fare illustre, esser fatto splendente; basta per ogni a-ltro 1' esempio dell'
iscrizione di Rosetta, ove esso gruppo corrisponde al greco tou èiricpàvï) TOi^avxoç. Il
carattere ? non puô prendersi per primo elemento délia iscrizione, perché esso tiene il
seconde posto, dovendosi leggere qui i gruppi da destra a sinistra. Molto meno se gli
puô attribuire il senso di grande, poiché non si deve confondere coll' altro differentis-
simo <-=> che grande, veramente significa. Quello in questione è segno certissimo
di vocale, e rappresenta una cipolla; nei monumenti grandi e coloriti non resta dubbio
sulle qualità dell' oggetto. A^i sono poi abbreviazioni che 1' accertano e che tralascio
per brevità; ma dico esser certo ecl indubitabile ch' esso esprime la vocale délia parola

CtOT, ccoeiT.

11 secondo gruppo , significante oimpe, ed esprimente il titolo osiriano, vale a
dire difunto, titolo che précède sempre, costantemente, il nome proprio scritto sopra
queste figurine, immagini di difunti; ne alcuna ve ne ha, tra tante migliaia che se ne
conoscono, la quale non porti un simile titolo. Segue il nome proprio del difunto
^P-ci-ich, Harsiise 0 Harsiesi alla greca, il quale letteralmente significa Horus figlio
d'Iside, ma non è lecito credere che designi il giovine clio figlio d'Osiride e d'Iside, che
è tutt' uno, come Ella ben dice, con Oro e con Aroeri (Oro il primogenito). Questo
Harsiesi è un semplice privato, ed era un tal nome frequentissimo tra gli Egiziani, che
solevano denominarsi colle appellazioni délie loro deità. Il giovane dio Harsiesi, il più
giooane degli dei, il tipo dei Faraoni, non venne mai a morte, secondo le dottrine
mistiche degli Egiziani; il solo dio che cedesse a questo fato fu Osiride, tipo dell' umana
natura. Iside lamentô il marito defunto, lo vivificô col potere délie sue lagrime ; non
ebbe mai a lamentare la morte del figlio. Ma corne la mummia d' ogni egiziano era
T immagine di Osiride estinto, perciô Iside sopra di ognuno lamentava e piangeva ;

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