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Repertorium für Kunstwissenschaft — 20.1897

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Malaguzzi Valeri, Francesco: La chiesa e il convento di S. Domenico a Bologna secondo nuove ricerche
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https://doi.org/10.11588/diglit.68267#0186

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Francesco Malaguzzi Valeri:

Allora i monaci, sempre in aumento di numero, si diedero a rifab-
bricare la chiesa ehe dedicarono a S. Domenico e ad ampliare il convento.
Le fonti non accennano chiaramente con quali mezzi e come avvenisse la
nuova costruzione, ehe alcuni vogliono essere incominciata nel 1221 nia e
certo ehe, negli atti dell’archivio di quell’ordine, solo dopo il 15 Ottobre 1240,
si trova ricordata la eeclesia Sancti Dominici bononiensis e la
platea seu curia Sancti Dominici e giä nel 1243 anche la via di S.
Domenico. Tra quelle due date 1234 e 1240 si puö dunque stabilire la
costruzione della prima chiesa di S. Domenico, ehe fu solennemente con-
sacrata il 17 Ottobre 1251 dal Pontefice Innocenzo IV.
Come al solito in quei tempi, Pedificio non fu compiuto interamente
in una sola volta, ma lentamente, approfittando dei lasciti e delle Offerte
dei fedeli per costruire ora una parte ora l’altra del tempio. Cosi ei e noto
ehe nel 1293 Francesco Accursio giureeonsulto, lasciava L. 100 per fare
nella chiesa tre tribune e un altare, ehe nel 1298 'Teodorico da Lucca
ripigliava la fabbrica della cappella maggiore e nel suo testamento ordinava
ehe fosse compiuta la cupola sul presbitero dell’altar grande, ehe nel 1299
Alberto di Odofredo, giureeonsulto, lasciava ai frati L. 500 per erigere una
tribuna e due altari in onore di S. Matteo e di S. Caterina.1)
Giorgio Vasari sembra affermare ehe Nicolö Pisano, venuto a Bologna
per costrurre l’arca, desse anche il niodello della chiesa dei Domenicani.2 3)
L’asserzione del Vasari, troppo bella per non lusingare le ambizioni muni-
cipali fu, fino a questi Ultimi anni, accolta da molti, tra gli altri dal conte
Giovanni Gozzadini, scrittore egregio di cose d’arte bolognesi, ehe in un
suo breve scritto ritenne come vera quell’ opinione. Ma un esame alle
date basterä a far respingere quell’asserzione. La chiesa dei Predicatori
era finita nel 1251, almeno nelle parti esenziali della sua struttura: Nicolö
Pisano invece non venne a Bologna ehe molto piü tardi, circa quindici anni
dopo. Non e difficile ehe il modello della chiesa del ducento, ehe doveva
subire delle trasformazioni nei secoli successivi, sia stato dato da qualche
frate domenicano. Quest’ ordine, in quei primi secoli specialmente, ebbe,
tra gli altri, insigni architetti, piü di altre corporazioni.
E qui, sull’esame del monumento e su quello dei documenti, diremo
ciö ehe pensiamo di questa costruzione e cercheremo di porre un pö
di luce nella confusione di notizie contradditorie e di errori troppo ripetuti
fin qui, lieti di aver trovato nella nostra opinione concordi altri studiosi
ehe recentemente esaminarono con noi le varie parti deH’edificio.
Quanti scrissero o nelle guide o in giornali locali (poiche una
monografia non esisteva ancora sull’ argomento) della fabbrica di S. Dome-
nico, male iuterpretando qualche passo delle memorie del convento e non

l) G. Guidicini „Cose notabili della eittä di Bologna“ in Bologna 1868. Vol. I,
pag. 282.
3) La tomba di S. Domenico era allora sotto la confessione, recinta da una
balaustrata di marmo.
 
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