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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 1
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Testi, Laudedeo: Il monastero e la chiesa di Santa Maria d'Aurona in Milano secoli VIII - XI - XVIII, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0092

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LAUDEDF.O 7EST/

altri, non fruì, ripetiamo, nemmeno di qualche leggera rettifica parziale del Romussi o di
quelle dell’Ambiveri, riportando tal quale, o suntandolo, il Ceruti, ricopiando persino il vec-
chio errore cronologico col quale si danno a Teodoro gli anni 735 f 749 invece di 725 f 739.
Errore che dopo i lavori del Sassi 1 e del Gams2 non è più lecito ripetere. Ripete col
Ceruti, che la sede episcopale milanese restò lungo tempo vacante dopo la morte di Teodoro,
mentre è stabilito ed accattato che dopo un solo anno gli succede Natale (740 741) cui seguono
Arifredo (741-742) Stabile (742-744) L'eto (745-759) Tommaso (7591783) ecc. ecc.

Il Beltrami riesce molto più attendibile come architetto. Il tentativo grafico per la rico-
struzione ideale d’un angolo interno della chiesa (fig. 22 e 23), per dimostrare in qual modo
dovevano essere collocati i pilastri di cui ci restano tanti frammenti, è molto superiore
alla soluzione verbale proposta dal Dartein 3 e può accettarsi con sicuro animo. Ma scrivendo
dei capitelli, ritorna subito al solito metodo. Il Rivoira 4 parlando dei capitelli cubiformi di
Sant’Ambrogio di Milano domandava: « dove sono gli edifici sacri, eretti avanti la fine del
secolo X che presentino capitelli della foggia di quelli della basilica di Sant’Ambrogio e
figurati di simile guisa? A me non è toccata la fortuna di trovarne neppur uno e così mi

è lecito di argomentare che le navi di questa basilica sorgessero non prima di quell’età.

Dove sono poi parimenti, innanzi la seconda metà circa del secolo XI, le basiliche di stile
lombardo o dei suoi derivati di data certa che si coprono per intero di volte a crociera di
sesto rialzato tutte od in parte cordonate e quando non cordonate, con gli spigoli forte-
mente accusati come fa appunto la nostra? Io non sono in grado di additarne alcuna nè
tra noi nè in Normandia, dove lo stile lombardo fece purtuttavia notevoli progressi dopo
il mille. » Non sono tenero del Rivoira, che ho tartassato spesso per la mancanza di critica
e di metodo, ma in questo caso debbo convenire che le sue domande sono molto ragio-
nevoli e che il Beltrami si è ben guardato dal rispondere con esempi sicuri o meno, di

capitelli e chiese dell’vill o di altro secolo vicino. Il B. rimbrotta giustamente il Rivoira di

aver dimenticato i frammenti di Aurona in un libro d’indole speciale che tratta delle ori-
gini dell’architettura lombarda, ma ripeto, non ha potuto produrre contro di lui alcun argo-
mento storico o di fatto, poiché i capitelli di Aurona da lui citati, dopo le prove docu-
mentali da noi offerte debbono assegnarsi al 1099.

Non convengo nemmeno, come è naturale, nelle considerazioni del B. sull’unità di
tempo di tutti i frammenti d’Aurona. Unità ch’egli vorrebbe mantenere, sebbene rilevi dif-
ferenze di carattere e di esecuzione fra il gruppo statico decorativo, e il gruppo ornamen-
tale. 5 Differenze dovute solo in parte alla diversità del materiale impiegato, all’altezza cui
i capitelli dovevano essere collocati, alla loro dimensione, molto maggiore d’ogni frammento
soltanto decorativo, cose tutte che non bastano a spiegare la profonda diversità dello stile,
e che solo una differenza d’età, più volte secolare, illumina di viva luce. Trattiamo un po’
più davvicino, che non abbiamo potuto fare finora, degli avanzi di Santa Maria, seguendo
l’ordine cronologico. Quindi parleremo prima dei frammenti del secolo Vili, in seguito dei
resti dell’xT.

(Continua) LaUDEDEO TESTI.

1 Sassi, op. cit. Gams, Series episcoporum. Rati- 4 G. T. Rivoira, Le origini dell’architettura lom-

sbona, 1873, pag. 795. barda. Roma, 1901, pag. 246.

2 Gams, loc. cit, 5 Tali differenze innegabili, il B. si ingegna a ri-

3 Loc. cit. pag. 104. durre, per poterle ritenere « in ogni caso lievi »; pag. 35.
 
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