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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

DOI issue:
Fasc. 5
DOI article:
Jubaru, Florian: La decorazione bacchica del mausoleo cristiano di Santa Costanza
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0520

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LA DECORAZIONE BACCHICA DEL MAUSOLEO DI SANTA COSTANZA 465

nota Pératé 1 ' le graziose Psichi danzano senza aver l’aria di pensare al simbolo : il pittore
ad altro non mira che a ornare una parete, il paesaggio abbonda, e l’artista non sempre ne
scarta le scene di sacrificio all’aria aperta, che animavano ordinariamente i motivi campestri.2 3

Lo stesso dicasi per la scultura. Il sarcofago della Vergine consacrata, Aur. Agapetella
trovato presso Santa Costanza, ha per decorazione quattro geni nudi con gli attributi delle
stagioni, e quattro figure simili, a divinità, che personificano i quattro elementi.’ Pératé ha
potuto dire « Les Amours, les Victoires . . . les Dioscures, les Génies . . . tout ce décor
de mithologie banale, ou de simple ornamentation reste attaché au sarcophage chrétien » 4

Ma una decorazione specialmente usata nelle antiche sepolture cristiane, è quella che

Musaico di Santa Costanza (dettaglio)

riguarda la vite e il vino, le scene di vendemmia, i geni danzanti con i loro attributi bac-
chici. Nelle catacombe di Roma e di Napoli questi motivi si mescolano ai soggetti cristiani:
si vedono al cimitero di Callisto il buon Pastore e l’orante alternarsi nella decorazione con i
geni danzanti col bastone della vendemmia, col tirso, colla patera. Molte tombe sono state
a metà cristiane e bacchiche. Ciò fu perchè i cristiani conservarono tutti gli usi che non
erano assolutamente incompatibili con la loro fede, salvo poi a trasformarli progressivamente.
Nei giorni dei funerali e negli anniversari essi andavano coi parenti e gli amici, che non
erano necessariamente dei fedeli, a mangiare e soprattutto a bere alle tombe dei loro morti.
Un graffito delle catacombe di Priscilla ricorda ancora che per un anniversario « nel 375,
Florentinus, Fortunatus e Felix son venuti alla coppa» (ad calicem venimus), cioè come
dimostra De-Rossi, son venuti a fare libazioni alla tomba d’un defunto. 5 L’uso non scomparve
sì tosto: ai nostri giorni nella campagna romana, a Carpineto, la gente si raccoglieva il
2 dicembre sulla tomba dei parenti col bicchiere in mano, per bere e versare il resto sul
terreno.6 Nelle catacombe si fissava spesso la coppa che aveva servito a rendere quest’ultimo
omaggio ai defunti al cemento fresco dei loculi ove essa faceva brillare iscrizioni dorate
come BIBIi, BIBAS, lllli ZIIM1V II popolo non credeva di poter onorare gli anniversari dei

1 L’archeologìe chrétieime, pag. 64.

2 Così, per esempio, nel cimitero di Domitilla: ve-
dere Wilpert, Pitture delle catacombe, 1903, pag. 25.

3 Boldetti, Osservazioni sopra i sacri cimiteri,

pag. 720. Il sarcofago è del iv secolo.

4 L’archeologie chrétienne, pag. 286.
s Bull, d'arch. crist., 1890, pag. 72 e seg.

6 Boyer d’Agen, La jeunessede Leon XIII, p. 627.

L’Arte. VII, 60.
 
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