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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 1
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Erbach-Fürstenau, Adalbert: Pittura e miniatura a Napoli: nel secolo XIV
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0050

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PITTURA E MINIATURA A NAPOLI

in un solo quadro. Dio tocca
con una verga l’uomo formato
di polvere, che gli sta ritto di-
nanzi. Più sul davanti Èva sorge
dalla costa d’Adamo ; dal fondo
s’avvicinano i grandi animali
terrestri.

Non è idea felice la riu-
nione di episodi non contempo-
ranei, e ci vuol pazienza a rile-
varne il significato. Serve a
trovar la via della spiegazione
il considerare che Adamo è tre
volte rappresentato in tre mo-
menti successivi della creazione
(secondo la tradizione bizantina
lo vediamo di terra e nello squal-
lore, poi in adorazione del Crea-
tore, ed in ultimo, addormentato)
mentre una sola figura di Dio
basta al pittore per i tre fatti.

Confrontiamo ora la prima
coppia umana al lavoro nelle
rispettive pitture delle due bib-
bie. Nell’ una e nell’ altra gli
stessi visi, gli stessi atteggiamenti di persone; peraltro nella vaticana striscia anche il ser-
pente sotto i piedi di Adamo ed Èva.

Originale e piacevole mi pare la pittura del Riposo del Sabato. Da triplice persona divina
nella mandorla circondata da angeli dà la benedizione ad un monaco inginocchiato, proba-
bilmente l’abate Matteo Planisio, e dalla destra si vedono i primi progenitori in atto di pre-
ghiera. Sorprende che la figura di Dio abbia, nella posizione e nell’atteggiamento dei panni,
molta somiglianza con quella della creazione di Èva del codice di Berlino. Sempre le stesse
pieghe profonde, macchinalmente ripetute sotto il ginocchio e le coscie, e nel punto dove
la lunga veste tocca i piedi !

Fra le miniature che seguono i Progenitori al lavoro, scelgo quella della Morte di Abele,
e del fatto leggendario dell’Omicidio di Caino per Lamec, che somigliano quasi in tutto a
quelle berlinesi. Inoltre la Costruzione della torre di Babele, l’Angelo con la spada e le
lingue rosse di fuoco che cadono dal cielo, come pure il Gigante presso la torre, sono rap-
presentazioni che ho trovate finora soltanto in detti codici. E una figura malintesa quel
gigante presso la torre babelica, che propriamente significa Iddio, come risulta dal paragone
col paliotto di Salerno.

Stabilito che le pitture della Genesi, or ora spiegate, siano lavori della medesima mano,
e che la bibbia Hamilton sia illustrata dal pittore dello Statuto del Saint-Esprit ; esso è
anche il miniatore del Codice A^aticano.

Per offrire un confronto reciproco della mia tesi, metto a riscontro due scene di bat-
taglia, l’una dell’Ordre du Saint-Esprit, l’altra della Bibbia Vaticana.

Abramo libera Dot e lo abbraccia in mezzo alla mischia del combattimento : cavalli e
cavalieri si somigliano quanto non sarebbe possibile se non fatti da un solo maestro; ma
una vera composizione drammatica non è nè l’una nè l’altra.

Meglio riuscita è la seguente composizione (figo 4), che scelgo fra tante interessanti, per
la sua rarità e perchè ritrae una figura notissima. Melchisedec, re di Salem, esce con seguito

Fig. 5 — Ritrovamento di Mosè. Affreschi dell’ Incoronata, Napoli

L'Arte. Vili, 2.
 
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