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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 1
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Erbach-Fürstenau, Adalbert: Pittura e miniatura a Napoli: nel secolo XIV
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0057

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Eli BACH VON FURSTENAU

16

Peggio ancora sono le illustrazioni che contrastano col testo. L’Apocalisse parla di
24 vecchi che adorano il Signore insieme agli eletti e ai quattro animali. Nella nostra pittura
non ne contiamo che 17. Anche i cavalli degli apocalittici cavalcatori sono di un colore
differente da quello del testo.

Nel secolo XV troviamo quel ciclo apocalittico con insolita abbondanza dipinto in una
chiesa della patria di re Luigi, poco distante da Taranto (fig. 7). L’autore di queste scene, Fran-

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Fig. 12 — Cavalcata della morte. Bibbia Hamilton
Kupferstichkabinet, Berlino

cesco d’Avezzo, pittore alquanto inferiore al suo tempo, le ripetè, scena per scena, pochis-
simo cambiando, nella chiesa di Santa Caterina a Galatina, provincia di Lecce, nel 1435.

A queste pitture tien dietro nella volta della medesima chiesa una libera imitazione del
quadro dei Sette Sacramenti c della Chiesa, pittura nella già menzionata Incoronata a Napoli.

Dunque anche Francesco d’Avezzo va ad attingere le sue idee artistiche a Napoli.

Noti si può rifiutare il concetto che in quella capitale v’era anche l’Apocalisse originale,
forse quella delle tanto rinomate pitture apocalittiche, ora sparite, di Santa Chiara, eseguite,
si dice, sotto la direzione di Dante.

Un noto manoscritto miniato, l’Apocalisse dell’Escoriai, fatto per ordine di Casa Savoia,
segue nei fogli anteriori la tradizione che s’era formata in Inghilterra od in Francia, alla
fine del secolo xil. Nella seconda metà del codice, eseguita alcuni decenni più tardi dal
miniatore Colombe [L’Arte, 1901, pag. 35) vi sono inserite circa una dozzina di quelle note
rappresentazioni italiane. Per darne una prova, scelgo i Giudici (fig. 11), essendo questi com-
ponimenti anche ben conservati negli affreschi a Galatina.

S’intende che la diversità di tempo porti seco pure differenza di stile. Nel codice dei-
fi Escoriai il pittore è più largo e realistico nel paesaggio che i suoi predecessori ; d’altra
parte segue più strettamente il testo e si ravvicina iconograficamente, molto più degli altri
 
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