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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 1
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Bouchot, Henri: I primitivi francesi "L'Ouvraige de Lombardie"
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0063

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20

HENRI B0UCH0T

Se adunque i fratelli Limbourg sono gli autori del manoscritto di Chantilly conviene
ritenere ch’essi abbiano visitata l’Italia, che vi abbiano dimorato e che senza nulla perdere
della propria personalità fiamminga o francese, tutti e tre siansi resi padroni dei motivi arti-
stici milanesi sì da poter essere confusi con gli artisti italiani.

Intorno a tutto ciò sorgono in me dei dubbi di due specie. È proprio dimostrato sino
alla certezza, che la notizia del libro delle Très riches Heures si riferisca al manoscritto di
Chantilly? O, come alcuna volta avvenne, il redattore dell’inventario non avrebbe forse in
quel luogo scritto un nome per un altro? Nella necessaria fretta della compilazione di tali
rapidi cataloghi, redatti per lo più da persone indifferenti, una notizia gettata alla ventura
poteva essere accolta e definitivamente registrata. Così ho osservato delle note riguardanti
Francesco Clouet, detto Janet, che lo indicano come intento a dipingere quadri ancora due
anni dopo la sua morte! E di tali errori ve ne sono di famosi e recenti in cataloghi contem-
poranei.

Tuttavia l’indicazione dell’inventario non manca interamente dì fondamento: Poi e i
suoi fratelli esistettero ; il loro nome de Limbourg designa forse la città donde essi veni-
vano, come anche i loro prenomi di Poi, Hennequin ed Hermann ci farebbero supporre.
Un atto, sovente citato, degli Archivi nazionali li mostra nel 1412 come pittori e valletti
di camera del duca di Berry e li indica coi nomi di Paul, Hermand e Jehannequin, 1 un
gruppo di nomi poco frequenti fra noi. Soprattutto il nome di Hermann non è comune : esso
potrebbe corrispondere al nostro Armand se unito a de Limbourg non costituisse una chiara
designazione d’origine straniera. I francesi deformarono quei prenomi e Poi divenne ora
Polequin ora Baulequin; di Jehannequin si fece Hennequin, Jehannequin, Jeannin; Hermann
si mutò in Hermand e forse in Armand.

Nel 1397 presso il duca Filippo di Borgogna trovasi un pittore venuto di Gheldria e
chiamato Hennequin o Jean Maelwael; egli succede a Jean de Beaumetz nella sua qualità
di pittore ufficiale, a Digione ; dipinge su tavole, eseguisce affreschi ed imprime il fondo
dei suoi quadri per mezzo del rame ch’egli stesso intaglia. I registri dei conti gli dànno i
nomi di Malonel, e persino di Manuel. Ei non è punto quell’imbrattatore del quale Crowe e
Cavalcasene parlano con il disprezzo loro abituale per ogni artista non italiano. Hennequin
Maluel o Malouel morrà nel 1412 dopo aver condotto in moglie una borgognona, Eloisa
Amiot, e averne avute due figliuole. Dal duca, che aveva comprato al pittore per 300 lire
una casa a Digione, la vedova riceve ancora nel 1421 una pensione di 120 lire, tratte dalla
salmeria di Salins.

Se il Malouel morì nel 1412 può credersi ch’egli avesse almeno 50 anni: doveva adunque
averne all’incirca 35 quando entrò al servizio del duca e, approssimativamente, può supporsi
ch’egli fosse nato tra gli anni 1350 e 1360.

Nel 1402 egli ha un compagno che viene indicato col suo stesso nome di Malouel e
col prenome di Poi o Polequin ; ambedue lavorano per il duca di Borgogna una bibbia che si
volle identificare col ms. 167 della Biblioteca Nazionale di Parigi, ciò che non è possibile, per
essere certamente quel manoscritto anteriore al 1402.2

Plennequin Maluel (o Malouel) ed il suo compagno Polequin avevano alcuni giovani
parenti che, intorno al 1395, eransi recati a Parigi per lavorarvi nell’arte dell’orafo: erano
due fratelli quasi ancora fanciulli, di circa quattordici anni. La pestilenza cacciò da Parigi
i due giovinetti, i quali, mentre ritornavano ipsieme in patria, attraversando il Brabante,
vennero catturati da quei di Bruxelles che imposero loro una taglia: essendo i due fanciulli
orfani del padre e con la madre povera, il duca di Borgogna pagò, nel 1400, i 55 scudi

1 Arch. Nat., KK. 258, fol. 51 verso: « Paulo de il duca di Berry dà loro un rubino in pegno di una
Limbourc et Hermando et Jehannequino, ipsius fratri- somma di :ooo scudi (1412).

bus, et valetis camere dicti domini ducis, per modum 2 De Champeaux et Gauchery, Travaux d'art
pignoris et securetatis summe mille scutorum auri, etc. »; du due de Berry.
 
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