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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 1
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0091

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48

MISCELLANEA

e papa Urbano portano fra le mani la rosa mistica,
simbolo della loro purità, delle loro virtù e della grazia
divina, recata ad essi da l’angelo di Dio. Questo at-
tributo manca a Tiburzio, figura secondaria della leg-
genda, poiché egli non fu partecipe, come il fratello,
di quel sacrificio di castità.

Per le tre prime figure non mi pare possa sorgere
alcun dubbio, rimane però un’ osservazione per la
figura di Tiburzio: perchè mai, può domandarsi, que-
sti è rappresentato a cavallo? Non mi pare giusto
voler trovare in ogni più piccolo dettaglio delle opere
d’arte, la ragione inspiratrice, intima e misteriosa.
Il Ciborio di Santa Cecilia precede quelle di San Paolo,
è un’opera quindi che Arnolfo eseguì nei primi tempi
della sua dimora a Roma, quando cioè più vivi do-
vevano farsi sentire gli entusiasmi per l’arte antica.
Non mi pare quindi infondato il pensare che Arnolfo,
avendo dinanzi agli occhi la statua di Marco Aurelio,
si sia compiaciuto di ricordarla nella figura di Ti-
burzio.

Carlo Aru.

Notizie di opere di alcuni minori pittori fioren-
tini. — Alle opere di pittori fiorentini che subirono
l’influenza dì Lorenzo Monaco, delle quali ho parlato
in un articolo di questo periodico,1 desidero aggiun-
gerne ancora alcune altre che ho potuto recentemente
ritrovare. Le descrivo seguendo il metodo e la nume-
razione progressiva adottata nell’articolo.

Lorenzo di Niccolò - 21. Altenburg, Galleria
(n. 35): due sportelli ora disgiunti. A sinistra, Cristo
crocifisso; a destra, Santa Cecilia; in alto, \’Annuncia-
zione. Il catalogo della Galleria richiama per questo
dipinto l’arte di Antonio Vite.

22. Vienna, Collezione del conte Lanckorowsky :
Natività. Questa tavoletta, assai bella per il nostro
pittore, è ora ottagonata e forse fu dipinta per desco
da parto: il cielo vi appare restaurato; dal proprie-
tario è attribuita a Taddeo Gaddi ma devesi invece

riunire all’Annunciazione del Louvre, n. 17 del mio
elenco delle opere di Lorenzo di Niccolò, benché, ve-
dendola in riproduzioni, l’avessi giudicata opera di un
pittore più antico.

Bicci di Lorenzo - 21. Vienna, Collezione Lan-
ckorowsky: sportello di pala d’altare con le figure,
quasi di grandezza naturale, di San Francesco e di
Santa Maddalena, frammento in ottimo stato.

22. Vienna, Collezione Lanckorowsky : Madonna col
bambino al seno, racchiusa fra due alte tavole in ognuna
delle quali vedonsi due figure sovrapposte di santi,
opera di bottega.

« Il maestro dal bambino vispo » - io. Berlino,
presso il prof. G. Voss: Madonna atteggiata nel modo
consueto a questo pittore. Sul dinanzi vedonsi le figure
di Santa Maddalena e di Santa Lucia, inginocchiate;
nel fondo le figure di San Francesco e di Sant’An-
tonio abate. Il dipinto, che è in ottimo stato ed ha
figure a grandezza mezza del naturale, è attribuito a
Lorenzo Monaco da diversi autorevoli critici.

11. Collezione Artaud de Montor (catalogo pubbli-
cato a Parigi nel 1843, tav. Vili): Madonna seduta in
trono e rivolta a destra, col Bambino che le sgam-
betta nel grembo. A sinistra, Santa Caterina e San Gio-
vanni Battista; a destra, Santa Maddalena e San Nic-
colò.

«Compagno di Bicci» - 12. Vienna, Collezione
Lanckorowsky: Madonna seduta su un cuscino d’oro
posato sopra un seggio di marmo, in atto di rimirare
il Bambino al quale ella porge con la destra un pomo.
È un dipinto accurato e un po’ sbiadito nelle tinte,
che appartiene probabilmente ai primi tempi del pittore.

Conviene poi notare che la tavola conservata nel
magazzino degli Uffizi, e descritta al n. 7 dell’elenco
delle opere del «Compagno di Bicci», non rappre-
senta San Zenobi, bensì San Biagio con il cardo in
mano. Essa reca sulla cornice la seguente iscrizione:
Familia Falcuccia fieri fecit e, secondo quanto ancora
mi è comunicato dal dott. Poggi, fu esposta in Duomo
nel 1408.

L'Arte, 1904, pag. 337-356

OSVALD SlRÈN.
 
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