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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0096

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CORRIERI

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tempi (le pitture sono indubbiamente della metà del
secolo xv), ma che non ha la perizia necessaria per
seguire con onore il nuovo indirizzo.

I due affreschi misurano ciascuno m. 4 in altezza
e m. 4.50 in larghezza; la figura del Battista misura
m. 1.20 X 0.40.

Ho detto più sopra che i dipinti, i quali del resto
potrebbero essere stati eseguiti anche da qualche frate
artista del convento, sono particolarmente importanti
per la storia di Cesena: non sia inutile quindi d’in-

spogliare d’ogni dominio ; così la legittimazione è rap-
presentata non già come spontanea grazia papale, ma
come volontà divina, a cui il pontefice deve inchi-
narsi adorando. È adunque una vera pittura ghibel-
lina, è un’affermazione del potere laico ; e ciò ce la
rende più interessante e, diciamolo pure, più cara.
Del rimanente la protezione francescana, apertamente
manifestata qui dal Malatesta (non dovrebbe esserci
bisogno di notarlo), non contrasta alla nostra inter-
pretazione, giacchhylaico non si contrappone a reli-

Malatestiana di Cesena: Affresco. Metà del secolo xv

sistere sul fatto che nella parte mediana del trittico,
immediatamente sopra la Cena degli Apostoli, l’ordi-
natore delle pitture volle certamente simboleggiata,
come osservò per primo il dotto avv. Trovanelli, la
risurrezi me della famiglia Malatesta, e cioè il prin-
cipe, con la corona e la spada, che, sotto la prote-
zione di San Francesco (di cui porta il saio) e del-
l’Angelo Custode, che gli sta accanto, sorge da un
avello scoperchiato, mentre innanzi a lui vedesi gi-
nocchioni un pontefice, al quale dall’alto apparisce la
mano di Dio. « Poiché al tempo in cui la pittura fu
eseguita — scrive il Trovanelli — fiero ardeva l’odio
di Roma papale contro casa Malatesta, cui voleva

gioso, ma a clericale ; ed è inoltre risaputo come, nei
migliori tempi dell’Ordine, spesso entro i suoi con-
venti si accogliessero spiriti fieramente avversi alla do-
minazione e alle ricchezze temporali del clero, ed anzi
uno di essi, e il più illustre — il nostro fra Miche-
lino — divenne generale dell’Ordine stesso». 1

Come è noto, il refettorio — destinato ora a ricrea-
torio scolastico — è diviso in due navate uguali da
una serie di pilastri, in uno dei quali si potè scoprire

1 Cfr. il Cittadino di Cesena del 31 luglio u. s., ove il Trova-
nelli inserì un bellissimo articolo illustrato sulle pitture del refet-
torio di Sau Francesco.
 
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