CORRIERI
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che in essa vedesi rammenta assai da vicino pel co-
stume, per la posizione, anche un po’ pel tipo quella
di Commodilla, a parte naturalmente le differenze di
gesto dovute alla diversa parte rappresentata dalla
Madonna nelle due composizioni ; il musaico di San-
t’Apollinare, che rimonta alla prima metà del secolo vi,
di poco posteriore quindi, e forse contemporaneo, al
dipinto romano, per quella certa rigidezza delle figure,
per l’impiego quasi eccessivo dell’oro sul fondo e sugli
abiti, per la presenza della madreperla tra le tessere
di vetro colorato, è, come tutti gli altri della zona in-
feriore della gran navata, di origine incontestabilmente
bizantina.
L’arte che nelle catacombe aveva raffigurato le Ma-
donne di Priscilla e dell’Ostriano in aspetto matro-
nale traeva ispirazione dalle forme ellenistiche diffuse
allora in Occidente, ma le sue creazioni non rispon-
devano alle concezioni cristiane.
11 cristianesimo primitivo all’opposto del pagane-
simo che aveva dato alle sue deità carattere essen-
zialmente umano poneva le sue divinità nel cielo, come
nel cielo appuntava tutte le sue speranze, il termine
di tutti i suoi desideri.
Per questo era necessario un nuovo stile; e fu
l’Oriente che lq formò; l’arte bizantina con le sue
figure ieratiche rispondeva benissimo alle idealità
nuove ; e questa è la ragione del rapido diffondersi
di essa in tutte le terre cristiane.
La persona divina è concepita in aspetto regale,
su trono tempestato di gemme: alla fine del quinto
secolo trionfano in questo affresco le concezioni orien-
tali nella capitale dell’Occidente.1 Una simile imagine
regale della Madonna è comunissima a Roma nel
medio evo; la vediamo nel famoso affresco di Santa
Maria Antiqua (nel cosiddetto palimpsesto a destra
dell’abside grande) nella Madonna coronata, assai più
antica di quanto si credeva.
Taluno potrebbe osservare che rappresentazioni di
sacre persone in trono non mancano a Roma ante-
riormente all’affresco di Commodilla, e ad esempio il
musaico famoso di Santa Pudenziana ci presenta il
Cristo su trono gemmato, e così vediamo il Bambino
adorato dai Magi nel grande musaico dell’arco trion-
fale di Santa Maria Maggiore del tempo di Sisto III;
ma per entrambi questi monumenti, benché forse nes-
suno lo sappia, da tempo è dimostrata, a parer mio
assai giustamente, la derivazione iconografica dal-
l’Oriente. Mi riferisco alle ricerche dello Ajnalov, che
già dal 1895 ha scritto un importantissimo volume
sui Musaici dei secoli IV e V, che meriterebbe di esser
più conosciuto e tradotto perchè tutti gli studiosi ne
potessero profittare.2 Mi mancherebbe qui lo spazio
1 Questi concetti sono più ampiamente svolti nella mia Icono-
grafìa della Madonna. - Studio delle rappresentazioni della Ver-
gine nei monumenti artistici d'Oriente e d’Occidente, Firenze, 1905.
2 D. V. Ajnalov, Mozaiki IVi V vjekov. Izsljedovanija v oblasii
per riassumere sia pure brevemente le osservazioni
del valentissimo studioso a proposito dei musaici di
Santa Pudenziana e di Santa Maria Maggiore ; mi
limiterò a tradurre le sue conclusioni.
L’Ajnalov scrive del musaico di Santa Pudenziana
(pag. 69) : « Gli abiti di Cristo son di porpora cremi-
Fig. 2 — Ravenna, Sant’Apollinare Nuovo
Musaico del secolo vi
sina tessuta d’oro. Questo colore per la prima volta
è chiaramente espresso in un musaico, in seguito è
sempre ritenuto per l’abito di Cristo e ugualmente
per quello della Madonna. I monumenti orientali,
iconografii i stil a drevne-xristianskago iskysstva. (Musaici dei se-
coli iv e v. Ricerche nel campo dell’iconografia e dello stile del-
l’arte antica cristiana), San Pietroburgo, 1895, pag. 199, con 28 il-
lustrazioni e due tavole. L’autore esamina i musaici di Santa Co-
stanza, di Santa Pudenziana, di Santa Maria Maggiore, di Santa
Sabina, del Laterano, a Roma; del battistero di San Gennaro a Na-
poli , di Santa Prisca a Capua ; delle cappelle di Sant’Aquilino e
di San Vittore a Milano ; del battistero di Albenga in Liguria ;
sempre con numerosissimi riferimenti iconografici ed osservazioni
stilistiche del tutto nuove. Per citare un solo esempio nessuno sa-
peva che nell’arco di Santa Maria Maggiore vi fosse nel frontone
del tempio di Gerusalemme una personificazione di Roma.
L’Arte. Vili, 8.
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che in essa vedesi rammenta assai da vicino pel co-
stume, per la posizione, anche un po’ pel tipo quella
di Commodilla, a parte naturalmente le differenze di
gesto dovute alla diversa parte rappresentata dalla
Madonna nelle due composizioni ; il musaico di San-
t’Apollinare, che rimonta alla prima metà del secolo vi,
di poco posteriore quindi, e forse contemporaneo, al
dipinto romano, per quella certa rigidezza delle figure,
per l’impiego quasi eccessivo dell’oro sul fondo e sugli
abiti, per la presenza della madreperla tra le tessere
di vetro colorato, è, come tutti gli altri della zona in-
feriore della gran navata, di origine incontestabilmente
bizantina.
L’arte che nelle catacombe aveva raffigurato le Ma-
donne di Priscilla e dell’Ostriano in aspetto matro-
nale traeva ispirazione dalle forme ellenistiche diffuse
allora in Occidente, ma le sue creazioni non rispon-
devano alle concezioni cristiane.
11 cristianesimo primitivo all’opposto del pagane-
simo che aveva dato alle sue deità carattere essen-
zialmente umano poneva le sue divinità nel cielo, come
nel cielo appuntava tutte le sue speranze, il termine
di tutti i suoi desideri.
Per questo era necessario un nuovo stile; e fu
l’Oriente che lq formò; l’arte bizantina con le sue
figure ieratiche rispondeva benissimo alle idealità
nuove ; e questa è la ragione del rapido diffondersi
di essa in tutte le terre cristiane.
La persona divina è concepita in aspetto regale,
su trono tempestato di gemme: alla fine del quinto
secolo trionfano in questo affresco le concezioni orien-
tali nella capitale dell’Occidente.1 Una simile imagine
regale della Madonna è comunissima a Roma nel
medio evo; la vediamo nel famoso affresco di Santa
Maria Antiqua (nel cosiddetto palimpsesto a destra
dell’abside grande) nella Madonna coronata, assai più
antica di quanto si credeva.
Taluno potrebbe osservare che rappresentazioni di
sacre persone in trono non mancano a Roma ante-
riormente all’affresco di Commodilla, e ad esempio il
musaico famoso di Santa Pudenziana ci presenta il
Cristo su trono gemmato, e così vediamo il Bambino
adorato dai Magi nel grande musaico dell’arco trion-
fale di Santa Maria Maggiore del tempo di Sisto III;
ma per entrambi questi monumenti, benché forse nes-
suno lo sappia, da tempo è dimostrata, a parer mio
assai giustamente, la derivazione iconografica dal-
l’Oriente. Mi riferisco alle ricerche dello Ajnalov, che
già dal 1895 ha scritto un importantissimo volume
sui Musaici dei secoli IV e V, che meriterebbe di esser
più conosciuto e tradotto perchè tutti gli studiosi ne
potessero profittare.2 Mi mancherebbe qui lo spazio
1 Questi concetti sono più ampiamente svolti nella mia Icono-
grafìa della Madonna. - Studio delle rappresentazioni della Ver-
gine nei monumenti artistici d'Oriente e d’Occidente, Firenze, 1905.
2 D. V. Ajnalov, Mozaiki IVi V vjekov. Izsljedovanija v oblasii
per riassumere sia pure brevemente le osservazioni
del valentissimo studioso a proposito dei musaici di
Santa Pudenziana e di Santa Maria Maggiore ; mi
limiterò a tradurre le sue conclusioni.
L’Ajnalov scrive del musaico di Santa Pudenziana
(pag. 69) : « Gli abiti di Cristo son di porpora cremi-
Fig. 2 — Ravenna, Sant’Apollinare Nuovo
Musaico del secolo vi
sina tessuta d’oro. Questo colore per la prima volta
è chiaramente espresso in un musaico, in seguito è
sempre ritenuto per l’abito di Cristo e ugualmente
per quello della Madonna. I monumenti orientali,
iconografii i stil a drevne-xristianskago iskysstva. (Musaici dei se-
coli iv e v. Ricerche nel campo dell’iconografia e dello stile del-
l’arte antica cristiana), San Pietroburgo, 1895, pag. 199, con 28 il-
lustrazioni e due tavole. L’autore esamina i musaici di Santa Co-
stanza, di Santa Pudenziana, di Santa Maria Maggiore, di Santa
Sabina, del Laterano, a Roma; del battistero di San Gennaro a Na-
poli , di Santa Prisca a Capua ; delle cappelle di Sant’Aquilino e
di San Vittore a Milano ; del battistero di Albenga in Liguria ;
sempre con numerosissimi riferimenti iconografici ed osservazioni
stilistiche del tutto nuove. Per citare un solo esempio nessuno sa-
peva che nell’arco di Santa Maria Maggiore vi fosse nel frontone
del tempio di Gerusalemme una personificazione di Roma.
L’Arte. Vili, 8.