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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0123

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8o

BIBLIOGRAFIA

figure religiose e di fregi con lo stemma degli Estensi, ha
poi sul pomo dell’ impugnatura inserita una placchetta d’ar-
gento sbalzato raffigurante un busto d’uomo, il quale, secondo
quanto vuol dimostrare il B., sarebbe Carlo V. Singolarità
dovuta però, a parere dell’A., all’opera di un falsario, poiché
l’arnia dovrebbe essere appartenuta ad Alfonso III duca di
Modena (verso il 1629).

118. Dalton (O. M ), On a carved Ivory Pyx in
thè British Museum. (Archaeologia, v. 58. pag. 429-436,
1 tav. e 4 fig.; London, 1903).

Descrive una specie di pisside ove l’artista ha figurato la
liberazione d’un indemoniato, e su cui molto è stato discusso
per determinarne l’età e la scuola artistica. 11 D. dall’esame
dell’oggetto deduce che sia lavoro eseguito nella valle cen-
trale del Reno verso il decimo secolo, pur ammettendo la pro-
babilità che l’artista abbia avuto a modello un lavoro della
Siria del sesto o settimo secolo.

119. Dolcetti (Giovanni), Cenni storici sulla Scuola
dei Tira e Battioro, ora gabinetto artistico A. Correr,
a S. Stae-Venezia. (Venezia, Callegari e Salvagno, 1905,
160, pag. 59, fig).

Notizie sulla corporazione, sulla costruzione dell’edificio
(1711). e sulle sue vicende posteriori.

120. Egerton ob' Tatton, Medals of thè Italian
renaissance in thè Medici collection. {Monili ly Review,
51, dee.).

121. Gelei (J.) e Moretti (G.), Gli armaroli mi-
lanesi, Milano, Hoepli, 1903, in-40, pag. 117, con LVI
tavole.

Gli autori si propongono di porre in rilievo l’importanza
che ebbero in Milano la fabbricazione e il commercio delle
armi e delle armature, dal Quattrocento al Seicento. Attenen-
dosi alla cronologia dei documenti rintracciati nell’archivio
storico civico (San Carpoforo), e nell’Archivio di Stato di Mi-
lano, cercano di ricostruire la storia di questa industria fio-
rentissima e degli eccellenti artefici dei quali ci pervenne no-
tizia, soprattutto delle due maggiori famiglie che raggiunsero
grandissimo lustro in quell’arte : i Negroni da Elio, detti i
Missaglia ed i Negrioli pure da Elio (provincia di Como).
Sulla scorta dei documenti ricostruiscono l’esistenza di queste
due celebri famiglie, imparentate fra loro, ma distinte l’una
dall’altra. Alle notizie sui principali loro componenti aggiun-
gono l’albero genealogico di ambedue le famiglie, ed alcuni
importanti dati storici ed artistici sulla casa abitata dai Mis-
saglia, recentemente identificata in via Spadari a Milano.

122. Lusini (Vittorio), Dell’arte del legname in-
nanzi al suo statuto del 1426 {Arte antica senese, pa-
gine 185-246, con figure; Siena, 1904).

L’arte del legname, cioè dell’intaglio e della tarsia, ebbe

a Siena numerosi e cospicui artefici anche anteriormente a
fiorire di Jacopo della Quercia, da Manuello de’ Ranieri che
lavorò al coro del Duomo (1259) a Vanni di Tura dell’Am-
mannato, capomastro del coro di Orvieto (f 1340), da Ma-
riano Romanelli, Barna di Turino, Francesco del Tonghio,
che lavorarono agli stalli del coro del Duomo nella seconda
metà del Trecento, a Pietro di Landò, a Lodovico di Magno,
ad Andreoccio di Bartolomeo, che in quel tempo stesso ope-
ravano fuori di patria, (a Fiesole, a Recanati, a Pisa, ecc.,)
e al valoroso Domenico di Niccolò, autore del coro della
cappella di Palazzo (1415-1428). Alle molte notizie che ha
raccolte sugli artefici, il L. fa seguire il testo degli statuti
del 1426, e poi l’elenco dei maestri che operarono anterior-
mente a quell’anno.

123. A. A., Marziano da Tortona, letterato e minia-
tore del Rinascimento (Conferenza) {Bollettino per la
Società per gli studi di storia d’economìa e d'arte nel lor-
tonese, fase. IV, pag. 27-59, 1 tavola; Tortona, 1904).

Marziano da Tortona, istitutore e segretario di Filippo
Maria Visconti, è ricordato come miniatore soprattutto per
un mazzo di carte di tarocchi ch’egli eseguì pel duca e che
da alcuni si vogliono riconoscere in quelli oggi posseduti dai
Visconti di Modrone, mentre l’A. afferma tale identificazione
non essere giustamente fondata.

124. Mazzatinti (G)., Un orefice forlivese del se-
colo XV: Arredi del tempio Malatestiano nel 1476. {Ras-
segna bibliografica dell’arte italiana, 1904, 4-6).

Pubblica documenti su opere eseguite dall’orefice maestro
Bartholomeo di maestro Pace; e un inventario compilato nel-'
l’anno 1476 di tutti i libri e paramenti esistenti nella sagrestia
del vescovado di Rimini.

125. Petit-Delchet (Max), Les visions de Saint-
Jean dans trois Apocalypses manuscrites à figures du
XV siede. {Le moyen àge, t, Vili, pag. 385-400, tav. 2;
Paris, 1904.

A proposito dei manoscritti miniati che avrebbero ispirato
Giovanni di Bruges nella composizione dei cartoni perle tap-
pezzerie della cattedrale d’Angers, l’A., dopo aver ricordato
l’Apocalissi della biblioteca di Caen (oggi alla Ilibl Nat.
f. fr., n. 403) a cui in gran parte avrebbe attinto quell’ar-
tista, si propone di descrivere tre altri codici, ma si limita
qui al n. 1378 del Museo Condé a Chantilly (prima metà
del sec. xv). Dà una descrizione sommaria delle 84 minia-
ture che questo contiene, notando qualche somiglianza con
opere di pittura, come ad es , per la rappresentazione della
Grande Prostituta, che sembragli ispirata dall’affresco di Lo-
renzo Costa nella cappella di San Giacomo Maggiore a Bo-
logna.

Per i lavori pubblicati ne L'ARTE sono riservati tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica

per fi Italia e per l'estero.

Adolfo Venturi, Direttore responsabile.

Roma. Tip. dell’Unione Cooperativa Editrice, via Federico Cesi, 45.
 
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