MISCELLANEA
125
lo stesso tenue sorriso, gli stessi riccioli ; la rosetta
quadrifoglia, appena segnata, sulla fronte, l’hanno
uguale le due sfingi del trono della Madonna di Pa-
dova *; la disposizione delle gambe si ritrova-nel bas-
sorilievo di casa Oliandini, 2 in altri di scuola, e il
loro modellato nei due angeli portaceli della collezione
André di Parigi, benché questi siano a tutto tondo3.
Ma due opere, sopra tutte, offrono riunite caratte-
ristiche corrispondentisi: l’Assunzione della Vergine,
Il nostro, per il senso pittorico con cui era stato
concepito nel farlo a schiacciato, nel dargli un fondo
azzurro e parti a oro, nel chiuderlo in una cornice e
in un tabernacolo dorato, si sarebbe inclinati a por-
tarlo un po’ più avanti, verso l’età del Pergamo di
Prato e della Cantoria del Duomo, l’età che si po-
trebbe chiamare l’età decorativa dell’arte di Donatello.
Si ricordi il riscontro fatto con un putto della Can-
toria ; si guardi la camiciuola trasparente del Bam-
Donatello: Madonna col Bambino
Firenze, Proprietà del conte Ugo Goretti-Miniati
in proprietà del signor Quincy A. Shaw di Boston 4 e
la Madonna di casa Pazzi, oggi al Museo di Berlino.
La prima si avvicina alla nostra più nelle particolarità
morfologiche (ad eccezione delle estremità, scarse in
quella di Boston); la seconda più nell’ insieme (intento
prospettico nella cornice, andamento delle vesti, ecc.).
Ora, il bassorilievo di Berlino appartiene a quella
classe speciale di Madonne determinata dal Bode5,
cioè al periodo romano.6
1 T. 125.
2 T. 68.
3 'r. 3.
4 T. 151,
5 Bode, Renaissance' Skulptur Toskanas, p. 22,
6 Ivi, p. 42.
bino, caratteristica, secondo lo Tschudi, 1 solo pro-
pria delle opere compiute dopo il viaggio di Roma ; si
sappia che le mensole del distrutto tabernacolo erano
ornate della stessa foglia che, rovesciata, orna le men-
sole della stessa Cantoria. E in ciò si avranno altrettante
riprove della giustezza della assegnazione della data.
Ma, infine, è qui proprio la mano del maestro?
Che sia da collocarsi nel novero delle opere di scuola
è da escludersi assolutamente, tanta ne è la superiorità.
Ma quella morbidezza generale (che non esclude
qualche tocco crudo, visibile specialmente nella gamba
stirata) in sostituzione dell’impeto, anima di Dona-
1 Rivista storica italiana, 1887, p. 210,
125
lo stesso tenue sorriso, gli stessi riccioli ; la rosetta
quadrifoglia, appena segnata, sulla fronte, l’hanno
uguale le due sfingi del trono della Madonna di Pa-
dova *; la disposizione delle gambe si ritrova-nel bas-
sorilievo di casa Oliandini, 2 in altri di scuola, e il
loro modellato nei due angeli portaceli della collezione
André di Parigi, benché questi siano a tutto tondo3.
Ma due opere, sopra tutte, offrono riunite caratte-
ristiche corrispondentisi: l’Assunzione della Vergine,
Il nostro, per il senso pittorico con cui era stato
concepito nel farlo a schiacciato, nel dargli un fondo
azzurro e parti a oro, nel chiuderlo in una cornice e
in un tabernacolo dorato, si sarebbe inclinati a por-
tarlo un po’ più avanti, verso l’età del Pergamo di
Prato e della Cantoria del Duomo, l’età che si po-
trebbe chiamare l’età decorativa dell’arte di Donatello.
Si ricordi il riscontro fatto con un putto della Can-
toria ; si guardi la camiciuola trasparente del Bam-
Donatello: Madonna col Bambino
Firenze, Proprietà del conte Ugo Goretti-Miniati
in proprietà del signor Quincy A. Shaw di Boston 4 e
la Madonna di casa Pazzi, oggi al Museo di Berlino.
La prima si avvicina alla nostra più nelle particolarità
morfologiche (ad eccezione delle estremità, scarse in
quella di Boston); la seconda più nell’ insieme (intento
prospettico nella cornice, andamento delle vesti, ecc.).
Ora, il bassorilievo di Berlino appartiene a quella
classe speciale di Madonne determinata dal Bode5,
cioè al periodo romano.6
1 T. 125.
2 T. 68.
3 'r. 3.
4 T. 151,
5 Bode, Renaissance' Skulptur Toskanas, p. 22,
6 Ivi, p. 42.
bino, caratteristica, secondo lo Tschudi, 1 solo pro-
pria delle opere compiute dopo il viaggio di Roma ; si
sappia che le mensole del distrutto tabernacolo erano
ornate della stessa foglia che, rovesciata, orna le men-
sole della stessa Cantoria. E in ciò si avranno altrettante
riprove della giustezza della assegnazione della data.
Ma, infine, è qui proprio la mano del maestro?
Che sia da collocarsi nel novero delle opere di scuola
è da escludersi assolutamente, tanta ne è la superiorità.
Ma quella morbidezza generale (che non esclude
qualche tocco crudo, visibile specialmente nella gamba
stirata) in sostituzione dell’impeto, anima di Dona-
1 Rivista storica italiana, 1887, p. 210,