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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 2
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0175

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130

CORRIERI

stesso autore. Il grande San Sebastiano, appartenente
a Lord Windsor, è un’opera superba degli ultimi anni
di Andrea Solario. Esso è la portella destra di un

Andrea Solario : San Sebastiano
Londra, Collezione Lord Windsor

trittico di cui un San Cristoforo, ora pure in Inghil-
terra, costituiva il lato sinistro. Ambedue furono tro-
vati recentemente in una bottega di Birmingham, e
identificati dal sottoscritto. L’interesse particolare di

questo San Sebastiano sta in ciò, che esso prova che il
Solario si ispirò alla scultura greca, poiché la figura
è una copia del Diadumeno di Prassitele, di cui il
migliore esemplare si trova in Madrid. Considerata
la variante delle braccia, il piegare della testa e il
portamento del corpo è lo stesso. La testa richiama
pure il San Filippo del Cenacolo di Leonardo. Il
paesaggio, di un’altra mano, è veneziano, come
troviamo altre volte nel Solario, e lo stile richiama
in tutto la « Fuga in Egitto » del museo Poldi Pez-
zoli in Milano, datata con Panno 1515. Si fa anche
il nome di Cesare da Sesto, ma, tutto compreso,
noi preferiamo quello del Solario, il quale cosi è
rappresentato in Inghilterra da buoni esemplari dei
differenti stadi della sua carriera.

La seguente pittura è un enigma. Questa Ma-
donna appartenente a Mr. Salting è 'stata conside-
rata come fiamminga, spaglinola, portoghese, russa,
moresca e anche orientale. Quanto a me penso
che sia siciliana con forte influsso spagnuolo, pros-
sima ad Antonello da Messina. Ad ogni modo essa
è un’opera forte e degna di un gran maestro. Vi
sono dei periodi, nella carriera di Antonello, che
presentemente sono oscuri ; alcuno ha pensato che
egli visitasse la Spagna; e se cosi è, questa Ma-
donna può bene essere un prodotto di quel pe-
riodo spagnuolo. Noi speriamo che Mr. Salting
vorrà presto porla in deposito permanente nella
National Gallery, come tante altre opere della
sua bella collezione. A questo proposito diremo
che egli appunto ha comprato la Madonna firmata
da Francesco da Rimini, che era nella Lawrie Sale
a Cristies.

Il ritratto di Massimiliano Sforza, datato 1520,
appartiene al capitano Holford a Dorchester House,
e fu già esposto prima d’ora. Nondimeno esso è
una bella cosa, così bella che è stato proposto il
nome del Solario come quello del vero autore. Qui
siamo di nuovo innanzi alla questione se debba
farsi il nome del Solario o di Bartolommeo, come
pel ritratto della Galleria Crespi. Nel caso presente
il problema di indole storica aggiunge interesse, in
quanto che Massimiliano fu prigioniero in Francia
nel 1520; e se Bartolommeo lo ritrasse allora, noi
abbiamo la testimonianza di una sua visita in
Francia. La data farebbe escludere il Solario,
poiché sembra che egli sia morto prima del 1520.

Finalmente, nella celebre Madonna dei Cande-
labri noi vediamo una delle più belle composizioni
di Raffaello eseguita in parte dagli scolari, ma pro-
babilmente dipinta da lui stesso, almeno in quanto
riguarda la figura della Madonna e del Bambino.
Questo tondo appartiene a Sir Charles Robinson, e
se esso fosse l’unico esemplare potrebbe passare senza
questione per una pittura originale. Il proprietario
dell’altro esemplare (che fu illustrato nella Gazette de
 
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