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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 2
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0192

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BIBLIO GRAFIA

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scritta nel vii secolo e quindi il dittico doveva in quel
tempo appartenere a una chiesa renana, probabilmente
al Duomo di Treviri. Questa, come era apparso su-
bito al sottoscritto, e come lo Strzygowski rileva, è
un’altra prova, oltre alle stilistiche, della provenienza
egiziana dell’avorio barberiniano, e ci conferma nell’a-
nalogia con i rilievi di Aachen. Questi ultimi furono
impiegati da re Enrico solo tra il 1002 e 1014, e quindi
saran stati portati ad Aachen verso il 1000, e prima con
molta verosimiglianza si trovavano a Treviri o in altro
luogo sul Reno insieme con il dittico costantiniano,
venuti direttamente da Alessandria tra il iv e il vii
secolo. Queste relazioni che lo Strzygowski stabilisce
tra le regioni renane e 1’ Oriente non sono nuove e

al x-xi secolo di opere orientali dei bassi tempi ; fatto
che meriterebbe un ampio studio. I rilievi di Acqui-
sgrana son da considerarsi come l’anello di una catena
la cui chiave forse ci fornisce la ionica Marsiglia che
indipendente da Roma sempre seguì il movimento
della cultura ellenistica-orientale. Attraverso Marsiglia
poteron passare anche alcuni modelli siriaci nell’arte
carolingia e già lo Strzygowski notò dei rapporti tra
le miniature dell’evangelario di Ecmiadsin con le mi-
niature carolinge specialmente coll’evangelistario di
Godescalco (781-783). 1 Anche questo codice appartiene
al gruppo di Metz o forse di Treviri stesso.

Lo Strzygowski a questo punto si propone un que-
sito : Quei due gruppi di intagli in avorio, quello

Fig. 2 — Frammento di fregio del iv-v secolo
Cairo, Museo (Da Strzygowski)

ne abbiamo un altro documento fornitoci dai rapporti
innegabili osservati dall’Haseloff tra la scuola artistica
dell’arcivescovo Egberto di Treviri (977-993) con l’arte
primitiva cristiana specialmente siro-egiziana. 1 Un
esempio di questi rapporti ce l’offre ad esempio la
copertina eburnea deH’evangilario di Lorsch, nel museo
cristiano della biblioteca Vaticana. La ricordo perchè
di recente se ne è parlato anche su questa rivista (1904,
pag. 200). Nell’illustrazione degli avori vaticani il Kan-
zler la attribuiva al vi-vm secolo, senza tener conto
degli studi del Graeven ; e A. Rossi nell’Arte e al-
trove ha giustamente corretta la datazione facendo no-
tare la derivazione renana dell’avorio. Egli riconosce
nell’avorio « uno dei più cospicui prodotti della fio-
rente arte renana del tempo degli Ottoni, ispirato per
certi elementi ad un modello bizantino riproducente
con grande fedeltà il tipo arcaico delle tavolette delle
cinque parti...» Bisognava rilevare che questa imita-
zione non è un caso speciale al nostro avorio, ma è
una prova di più della presenza nei monasteri renani

1 A. Haseloff, Der Psalier Erzbischof Egberts von Trier.
Trier, 1901.

alessandrino e l’altro egiziano dei rilievi di Aachen,
appartengono a due correnti d’arte che si sono incon-
trate nei secoli, o l’uno è più antico dell’altro? Ori-
ginariamente troviamo in Egitto una sola arte, quella
dei Faraoni. Dopo Alessandro nella nuova città fon-
data s’impone una nuova arte, la greca. Nel periodo
romano ne viene una terza la siro-orientale. A quale
di queste tre correnti artistiche bisogna riferire i nostri
rilievi? Quelli del primo gruppo sono difficilmente più
recenti del iv secolo, ma piuttosto più antichi. Ci per-
suade di questo il tipo, la decorazione, la forma pu-
ramente greca e soprattutto la rarità di oggetti cristiani
tra essi. Il secondo e il terzo gruppo sono invece più
tardi, sono una ripetizione cristiana; il quarto gruppo
appartiene già al passaggio dell’arte ellenistica in quella
copta. Infine l’ultimo gruppo è tutto interamente copto.
Notevole è il contrasto tra le produzioni alessandrine
e le copte; comparando le prime con le seconde si
vede come così nelle une come nelle altre c’è quasi
lo stesso tipo ellenistico, ma la forma è mutata in
uno spirito tutto diverso.

Jj. Strzygowski, Byzantinische Denkmaeler. I.
 
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