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BIBLIOGRAFIA
alcuni dati nuovi tratti da lavori recentemente pubblicati, per
un importante paragrafo quasi completamente nuovo sulle
fontane. Rimangono immutate le principali caratteristicbe del
lavoro: i pregi di chiarezza, di esposizione, di conoscenza
completa delle molteplici condizioni d’ambiente, di efficacia
nella sintesi : i difetti, dovuti all’ordinamento secondo i vari
tipi di edifici, che mal si presta a seguire lo sviluppo delle
forme architettoniche, ed all’ineguaglianza delle incisioni che
illustrano il testo, alcune delle quali belle ed evidenti, altre
imperfette e non fedeli. Il primo di questi difetti è insito al
lavoro e non potrebbe togliersi senza distrugger l’opera; il
secondo va diminuendo sempre più nelle edizioni che si sus-
seguono. Ed il libro rimane ancora forse la più bella e com-
pleta storia dell’architettura italiana del Rinascimento ; certo
migliore di quelle che l’hanno seguito ed hanno inutilmente
cercato d’imitarlo. g. g.
128. Broussolle (J. C.), Le Christ de la Légende
Dorée : ouvrage illustre d'un commentaire artistique
et de 407 gravures. — Paris, Maison de la Botine Presse
[1904], in-8°, pag. xni, 483.
E un libro scritto con grande entusiasmo, che giustifica
la mancanza di una sempre uguale e rigorosa indagine scien-
tifica. Tuttavia bisogna ricordare che l’A. si prefisse di fare
un’opera di volgarizzazione, piuttosto che un livre savant,
come dice egli stesso nella prefazione. Importanti alcune il-
lustrazioni, tratte da sculture e da miniature francesi e fiam-
minghe.
129. Chiappelli (Alessandro), Pagine d'antica
arte fiorentina. — Firenze, Lumachi, 1905, 8°, pag. 181.
Nel presente volume sono composti in unità di disegno
scritti solo in parte e in altra forma e misura pubblicati dal-
l’A. nella Nuova Antologia, nella Rivista d’Italia e ne\YAr-
chivio Storico Italiano. Precede un saggio sintetico sulla pit-
tura fiorentina del Rinascimento; segue una discussione critica
sulle origini della pittura fiorentina e sulla questione di Cimabue,
oggi così vivamente dibattuta dal Langton Douglas e da altri
critici, specialmente inglesi. In un terzo studio sono genialmente
esaminate le differenze caratteristiche fra le due scuole, fioren-
tina e senese, nel secolo XIV. Alcune pagine sulle attinenze
dei pittori di questo secolo coi due ordini monastici, domeni-
cano e francescano, compiono questi studi preliminari.
In appresso l’A. ripubblica il notissimo suo studio « sul
ritratto di Dante nel Paradiso dell’Orcogna », che suscitò già
così vive discussioni; e rimuove alcune difficoltà che furono
elevate contro questa identificazione iconografica, d’altronde
accettata da molta parte della critica più severa. In uno studio
su « Masaccio e Filippino » è con nuovi criteri distinta l’opera
propria dei due maestri nella cappella Brancacci ; e in un altro
sovra Fra Filippo sono aggiunte alcune nuove osservazioni
agli studi più recenti del Supino e dello Strutt su questo
argomento.
Nella terza parte del lavoro, dopo uno studio generale
sugli scultori fiorentini del primo Rinascimento, è richiamata
l’attenzione della critica sull’opera scultoria, troppo poco an-
cora considerata e pregiata, di Filippo Brunelleschi. Di questo
infine è bene illustrata la Vita male attribuita al contempo-
raneo Manetti; e dell’anonima biografia è ripubblicato più
correttamente il nuovo frammento tratto da un codice pi-
stoiese del secolo XVI, già fatto conoscere dall’A. ne\YAr-
chivio Storico Italiano (1896). Queste belle ed efficaci pagine
di schietta prosa italiana chiudono il volume, che è opera
insieme di critico sapiente e di fine scrittore. e. b.
130. Gerspach (E.), Les procédés de la peinture à
fresque: erreurs et prejuges. (L’Art, XXVe année,
P^g- 35-38; Paris 1905).
Ricordi storici e tecnici per rilevare i pregiudizi che sembra
si abbiano in Francia contro la pittura a fresco : osservazioni
sui procedimenti dei maestri italiani del Rinascimento.
131. Gerspach (E.), Une cìté ambrosie?me : Cam-
pione. (Sances et travaux de l’Ac. des scienc. mor., et
poi. Inst. d. Fr., 64® a., t. 62, pag. 243-255 ; Paris, 1904).
Brevi cenni storici, con particolari osservazioni su gli af-
freschi del santuario della Madonna de’ Ghirli e su l’impor-
tanza del paese come patria d’artisti.
132. Giovannoni (G.), La sala termale della villa
Liciniana e le cupole romane. (Estratto dagli Annali
della Società Ingeg?ieri ed Architetti Italiani, III, 1904,
pag. 39, tav. II).
Dopo analizzati gli elementi di costruzione del monumento
romano che è conosciuto sotto il nome di tempio di Minerva
Medica e che fu invece una sala negli Horti dell’ imperatore
Licinio Gallieno, e dopo aver in particolare studiata la co-
stituzione della sua grande cupola, ora in parte crollata, l’A.
segue l’evoluzione, non solo nel periodo antico, ma altresì
nel Medio Evo e nel Rinascimento, del tipo di costruzione
a cupola e dei suoi successivi perfezionamenti tecnici ; ed
occupandosi degli edifici bizantini, ne sostiene la derivazione,
per questa speciale categoria di procedimenti costruttivi, dal-
l’architettura romana.
133. Goscpie(Agnes), —Leipzig, Seemann,
1904, 8°, pag. 222.
E il n. 27 delle Beriìhmte Kwiststàtten. La raccolta ha
ancora il vanto, su altre venute posteriormente, di portare
agli studi qualche elemento o documento nuovo, o per lo
meno di presentare un quadro sintetico e riassuntivo di quanto
le più moderne ricerche hanno saputo produrre nel campo
della storia dell’arte.
Il libro della G. ha precisamente il merito di porgere
allo studioso e al lettore tutt’ intiera questa summa della
letteratura scientifica, sulle questioni di arte milanese Non
è quindi da far colpa all’A. se continua a donare a Mi-
chelozzo gli Angeli nel tamburo della cappella Portinari a
Sant’Eustorgio, dappoiché ancora nessuno scrittore ha dimo-
strato che essi rappresentano il più bel fiore della scultura
lombarda nel secolo xv; e ad accettare l’attribuzione a Leo-
nardo, data da scrittori seguiti da tutta la critica tedesca,
della Madonna della Grotta della National Gallery, già in
San Francesco a Milano. Tra le attribuzioni nuove e giuste
notiamo quella del famoso ritratto femminile della Galleria
Poldi-Pezzoli, donato ad Antonio del Pollajuolo.
L’opera ha anche il pregio di una ripartizione facile ed
BIBLIOGRAFIA
alcuni dati nuovi tratti da lavori recentemente pubblicati, per
un importante paragrafo quasi completamente nuovo sulle
fontane. Rimangono immutate le principali caratteristicbe del
lavoro: i pregi di chiarezza, di esposizione, di conoscenza
completa delle molteplici condizioni d’ambiente, di efficacia
nella sintesi : i difetti, dovuti all’ordinamento secondo i vari
tipi di edifici, che mal si presta a seguire lo sviluppo delle
forme architettoniche, ed all’ineguaglianza delle incisioni che
illustrano il testo, alcune delle quali belle ed evidenti, altre
imperfette e non fedeli. Il primo di questi difetti è insito al
lavoro e non potrebbe togliersi senza distrugger l’opera; il
secondo va diminuendo sempre più nelle edizioni che si sus-
seguono. Ed il libro rimane ancora forse la più bella e com-
pleta storia dell’architettura italiana del Rinascimento ; certo
migliore di quelle che l’hanno seguito ed hanno inutilmente
cercato d’imitarlo. g. g.
128. Broussolle (J. C.), Le Christ de la Légende
Dorée : ouvrage illustre d'un commentaire artistique
et de 407 gravures. — Paris, Maison de la Botine Presse
[1904], in-8°, pag. xni, 483.
E un libro scritto con grande entusiasmo, che giustifica
la mancanza di una sempre uguale e rigorosa indagine scien-
tifica. Tuttavia bisogna ricordare che l’A. si prefisse di fare
un’opera di volgarizzazione, piuttosto che un livre savant,
come dice egli stesso nella prefazione. Importanti alcune il-
lustrazioni, tratte da sculture e da miniature francesi e fiam-
minghe.
129. Chiappelli (Alessandro), Pagine d'antica
arte fiorentina. — Firenze, Lumachi, 1905, 8°, pag. 181.
Nel presente volume sono composti in unità di disegno
scritti solo in parte e in altra forma e misura pubblicati dal-
l’A. nella Nuova Antologia, nella Rivista d’Italia e ne\YAr-
chivio Storico Italiano. Precede un saggio sintetico sulla pit-
tura fiorentina del Rinascimento; segue una discussione critica
sulle origini della pittura fiorentina e sulla questione di Cimabue,
oggi così vivamente dibattuta dal Langton Douglas e da altri
critici, specialmente inglesi. In un terzo studio sono genialmente
esaminate le differenze caratteristiche fra le due scuole, fioren-
tina e senese, nel secolo XIV. Alcune pagine sulle attinenze
dei pittori di questo secolo coi due ordini monastici, domeni-
cano e francescano, compiono questi studi preliminari.
In appresso l’A. ripubblica il notissimo suo studio « sul
ritratto di Dante nel Paradiso dell’Orcogna », che suscitò già
così vive discussioni; e rimuove alcune difficoltà che furono
elevate contro questa identificazione iconografica, d’altronde
accettata da molta parte della critica più severa. In uno studio
su « Masaccio e Filippino » è con nuovi criteri distinta l’opera
propria dei due maestri nella cappella Brancacci ; e in un altro
sovra Fra Filippo sono aggiunte alcune nuove osservazioni
agli studi più recenti del Supino e dello Strutt su questo
argomento.
Nella terza parte del lavoro, dopo uno studio generale
sugli scultori fiorentini del primo Rinascimento, è richiamata
l’attenzione della critica sull’opera scultoria, troppo poco an-
cora considerata e pregiata, di Filippo Brunelleschi. Di questo
infine è bene illustrata la Vita male attribuita al contempo-
raneo Manetti; e dell’anonima biografia è ripubblicato più
correttamente il nuovo frammento tratto da un codice pi-
stoiese del secolo XVI, già fatto conoscere dall’A. ne\YAr-
chivio Storico Italiano (1896). Queste belle ed efficaci pagine
di schietta prosa italiana chiudono il volume, che è opera
insieme di critico sapiente e di fine scrittore. e. b.
130. Gerspach (E.), Les procédés de la peinture à
fresque: erreurs et prejuges. (L’Art, XXVe année,
P^g- 35-38; Paris 1905).
Ricordi storici e tecnici per rilevare i pregiudizi che sembra
si abbiano in Francia contro la pittura a fresco : osservazioni
sui procedimenti dei maestri italiani del Rinascimento.
131. Gerspach (E.), Une cìté ambrosie?me : Cam-
pione. (Sances et travaux de l’Ac. des scienc. mor., et
poi. Inst. d. Fr., 64® a., t. 62, pag. 243-255 ; Paris, 1904).
Brevi cenni storici, con particolari osservazioni su gli af-
freschi del santuario della Madonna de’ Ghirli e su l’impor-
tanza del paese come patria d’artisti.
132. Giovannoni (G.), La sala termale della villa
Liciniana e le cupole romane. (Estratto dagli Annali
della Società Ingeg?ieri ed Architetti Italiani, III, 1904,
pag. 39, tav. II).
Dopo analizzati gli elementi di costruzione del monumento
romano che è conosciuto sotto il nome di tempio di Minerva
Medica e che fu invece una sala negli Horti dell’ imperatore
Licinio Gallieno, e dopo aver in particolare studiata la co-
stituzione della sua grande cupola, ora in parte crollata, l’A.
segue l’evoluzione, non solo nel periodo antico, ma altresì
nel Medio Evo e nel Rinascimento, del tipo di costruzione
a cupola e dei suoi successivi perfezionamenti tecnici ; ed
occupandosi degli edifici bizantini, ne sostiene la derivazione,
per questa speciale categoria di procedimenti costruttivi, dal-
l’architettura romana.
133. Goscpie(Agnes), —Leipzig, Seemann,
1904, 8°, pag. 222.
E il n. 27 delle Beriìhmte Kwiststàtten. La raccolta ha
ancora il vanto, su altre venute posteriormente, di portare
agli studi qualche elemento o documento nuovo, o per lo
meno di presentare un quadro sintetico e riassuntivo di quanto
le più moderne ricerche hanno saputo produrre nel campo
della storia dell’arte.
Il libro della G. ha precisamente il merito di porgere
allo studioso e al lettore tutt’ intiera questa summa della
letteratura scientifica, sulle questioni di arte milanese Non
è quindi da far colpa all’A. se continua a donare a Mi-
chelozzo gli Angeli nel tamburo della cappella Portinari a
Sant’Eustorgio, dappoiché ancora nessuno scrittore ha dimo-
strato che essi rappresentano il più bel fiore della scultura
lombarda nel secolo xv; e ad accettare l’attribuzione a Leo-
nardo, data da scrittori seguiti da tutta la critica tedesca,
della Madonna della Grotta della National Gallery, già in
San Francesco a Milano. Tra le attribuzioni nuove e giuste
notiamo quella del famoso ritratto femminile della Galleria
Poldi-Pezzoli, donato ad Antonio del Pollajuolo.
L’opera ha anche il pregio di una ripartizione facile ed