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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

DOI issue:
Fasc. 3
DOI article:
Muñoz, Antonio: L' arte bizantina all'esposizione di Grottaferrata
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0207

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I 6 2

ANTONIO MUNOZ

del naso presentano le tracce caratteristiche dei tipi sassanidi e persiani, e che alcune par-
ticolarità del costume si ritrovano in numerosi vasi di argento di lavoro sassanide e indo-
persiano.

Ma il monumento più cospicuo dell’arte orientale antica esposto nella Mostra criptofer-
ratense è il codice purpureo della cattedrale di Rossano. È questa la prima volta che il prezioso
cimelio è uscito dalla montagna calabrese per venire in un luogo più accessibile al pubblico
colto e agli studiosi, i quali ultimi non mancheranno certo di esprimere il desiderio che,

Frammento di tappeto proveniente dall’ Egitto. Roma, Museo Cristiano Vaticano

prima che esso ritorni al luogo in cui si conserva, si voglia stabilmente provvedere con un
diligente restauro alla sua conservazione.

Tornando alle stoffe esposte a Grottaferrata, oltre a quelle copte e al prezioso e ben
noto omophorion appartenente alla Badia, son degni della massima attenzione i due tessuti
a ricamo della Collegiata di Castell’Arquato in quel di Piacenza.1

Rappresentano Gesù che comunica gli apostoli, e porge a sei di essi il calice col vino,
e nell’altro riquadro, ad altri sei il pane eucaristico. Il fondo è di seta rossa, il ricamo è
d’oro e d’azzurro. I due frammenti, della maggiore importanza iconografica, oggi riuniti a
formare un paliotto di altare furon donati alla chiesa di Castell’Arquato da Ottobono Robario
dei Feliciani patriarca di Aquileia, morto nel 1313, ma sono certo assai anteriori e debbono
rimontare circa all’xi-xii secolo.

1 Già pubblicati dal Venturi, Storia, II, fig. 355 e 356.
 
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