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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

DOI issue:
Fasc. 3
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Muñoz, Antonio: L' arte bizantina all'esposizione di Grottaferrata
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0217

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ANTONIO MUNOZ

\ 70

XVI secolo ! Ancora una volta gli studiosi si son lasciati ingannare dalle apparenze esterne,
senza osservare tutti i particolari tecnici, tutte le caratteristiche che rendono indubbia la sua
attribuzione al secolo xvi. Quanto alla notizia che il quadro appartenesse allo Squarcione
essa cade naturalmente, essendo il dipinto posteriore di un secolo al maestro padovano, ma
tuttavia ci può illuminare sulla provenienza dell’opera eseguita probabilmente nel Veneto:
ciò troverebbe conferma nel fatto che il Veludo 1 ricorda un Emmanuele Zanfurnari pittore
del secolo xvr, di cui la comunità dei Greci a Venezia possiede ancor oggi dei lavori.

Un altro interessante dipinto è quello rappresentante Santa Caterina, di proprietà Sterbini,
firmato da un Giovanni di Mosca: ho Móv/ou Xsi'p. La santa, seduta su aurea cattedra veste un
manto rosso, il fondo dorato porta finissimi fregi. Notevoli pure sono una bella figura di .San Gio-
vanni Battista, un’entrata di Cristo a Gerusalemme, quattro tavole con la storia di Giuseppe Ebreo,
opera d’un Teodoro Pulaki (0soSòpou 7ruXax.7)) del xvir secolo, alcune rappresentazioni del Giudizio
finale, scena che nella tarda arte bizantina è d’una complessità straordinaria. Il sigmor Sterbini
ha esposto pure una tavoletta su cui è dipinta quella rappresentazione, alla quale nell’Ermeneia
dei pittori si dà il nome di «fontana della vita». Nel mezzo sta una fontana dorata su cui
ò posta la mezza figura della Madonna che tiene avanti a sè il Bambino. Sotto la fontana
sta un grande bacino pieno d’acqua, intorno al quale molti uomini malati o paralizzati si
purificano. Anche qui, mentre numerosi particolari non lascian dubbio sulla tarda età dell’ icona,
si resta sorpresi avanti alla figura della Madonna che ricorda perfettamente le antiche imagini
del periodo iconoclastico, ancora tutte ispirate a tipi ellenistici.

Insieme alle regole iconografiche rivivevano ancora nel xvi-xvii secolo le forme anti-
chissime nate in Oriente' conservate attraverso i secoli, decadute per lungo periodo e poi
tornate in fiore rigogliosamente. E la mostra di Grottaferrata accoglie tutte le manifestazioni
di un’arte così varia e così tenace : dal codice purpureo della cattedrale di Rossano ancor
tutto pieno di classico sentimento alle tardissime icone russe, tutto lo svolgimento dell’arte
bizantina vi è rappresentato, e in tutti i paesi cristiani; dall’Egitto con le stoffe copte che
mostrano chiarissimo l’influsso siriaco, alla Siberia con il piatto argenteo della collezione
Stroganov; i codici basiliani della Calabria mostrano come profonde fossero le radici della
cultura greca nell’Italia meridionale intorno al Mille; gli smalti di Limoges attestano che le
forme orientali s’eran diffuse e trionfavano in tutto l’occidente: Ex oriente lux! L’arte bizan-
tina ha avuto la forza di compiere una così larga conquista perchè un pensiero unico la
animava, perchè presentava già nei suoi primordi un’unità di concetti e di intendimenti che
benissimo si adattavano alla nuova religione. Chi visiti ora con intelletto d’amore la Mostra
accolta nella Badia di Grottaferrata, che ancora greca per la lingua e pel rito era certo il
luogo più adatto a una tale rievocazione, innanzi a una produzione così varia che va dai
monumentali musaici di Ravenna, riprodotti in fedelissimi calchi, alle collezioni dei piombi e
delle auree monete dei porfirogeneti, potrà valutare, come forse fino ad oggi non era stato
possibile, tutta la grandezza dell’arte nata nelle terre stesse dov’ebbe culla il pensiero cristiano
e presto diffusa in tutto il mondo insieme con la buona novella e tutto lo splendore della luce
venuta dall’Oriente.

Antonio Munoz.2

1 I. BsXouSoo. 'H b Psvsn'a IXXvmU àrtouda. Venezia, daremo ampia illustrazione in un nostro lavoro in pre-

1893. Pag. 144. parazione: L'art byzantin à l’ Exposition de Grotta-

2 Delle opere accolte nella Mostra di Grottaferrata, ferrata, MCMV.
 
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