Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

DOI Heft:
Fasc. 3
DOI Artikel:
Reymond, Marcel: L' antica facciata del duomo di Firenze
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0221

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
174

MARCEL REYMOND

zione delle facciate di questi edifici, essi conservano una indipendenza ancora maggiore. Essi
non hanno mai costruito una facciata in vero stile gotico.

A loro non piacciono queste immense torri che i Francesi innalzano davanti le loro
chiese, sia perchè esse mascherano troppo il corpo dell’edificio, sia perchè danno alla chiesa
l’aspetto di una fortezza, sia specialmente, senza dubbio, perchè esse contrastano troppo
violentemente con tutte le antiche forme basilicali alle quali il loro spirito era abituato.

Arnolfo che viveva alla fine del secolo xni, nonostante l’introduzione delle novità gotiche,
prima che le facciate di Siena e di Orvieto fossero state cominciate, aveva dovuto, a mio
avviso, concepire la facciata della Cattedrale di Firenze nella forma tradizionale delle facciate

basilicali. Noi ne abbiamo diverse prove.
Prima di tutto il debole spessore del muro
di cui egli aveva gettato le fondamenta e
che aveva cominciato a costruire. Questo
muro non aveva che m. 1.16 di spessore;
e questo basta a provarci che esso non
doveva avere una grandissima altezza e che
non era destinato a ricevere dei forti og-
getti scolpiti. Era un muro liscio che non
oltrepassava le navate della chiesa, era una
facciata di stile basilicale.

Una seconda prova ci è data dagli antichi
frammenti scoperti dal De Fabris, fram-
menti che appartenevano alla costruzione
primitiva di Arnolfo. Sono dei fini mosaici
nel genere dei Cosmati, o delle sculture
leggere, a rilievo debolissimo. Questi fram-
menti ci dicono che la facciata di Arnolfo
doveva essere essenzialmente una facciata
a superfici liscie, senza grandi rilievi di
sculture. Essa doveva somigliare a quelle
di San Miniato, con maggiore ricchezza
nella decorazione.

I progetti di Arnolfo per la facciata fu-
rono profondamente modificati allorché alla
metà del secolo XIV si trasformò il suo
piano generale, aumentando la larghezza
delle travature e sopraelevando le navate
laterali. Il muro di Arnolfo sembrò di non
aver più uno spessore sufficiente e fu rin-
forzato con un secondo muro di m. 0.65 di spessore. Francesco Talenti fece queste modi-
ficazioni nel 1357, e a partire da questo momento, sopra cpiesto nuovo muro si costruì la
facciata che noi ci proponiamo di studiare.

Questa facciata non esiste più da molto tempo. Cominciata nel 1357, continuata durante
tutto il secolo xiv e durante i primi anni del XV, essa fu interrotta verso il 1420 e demolita
nel 1588. Ma noi la conosciamo per diversi documenti, specialmente per un affresco del
Poccetti al convento di San Marco, e per un eccellente disegno conservato nell’Opera del
Duomo.

Studiando questa facciata, una prima cosa ci colpisce : la singolarità del suo piano. Se
noi non avessimo un documento che ci dicesse positivamente che il muro non ne era stato
costruito se non nel 1357, mai noi supporremmo che essa fosse di questo tempo. Questa fac-
ciata, infatti, è concepita non nello stile gotico, ma nello stile basilicale. Il carattere principale

Roccetti : Sant’Antonino prende possesso
della cattedrale fiorentina. Firenze, R. Museo di S Marco
(Fotografia Alinari)
 
Annotationen