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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 3
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D'Ancona, Paolo: Gli affreschi del Castello di Manta nel Saluzzese
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0240

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GLI AFFRESCHI DEL CASTELLO DI MANTA NEL SALUZZESE

i93

Con ciò abbiamo due date
approssimative, ma non la ri-
sposta al quesito proposto ri-
guardo alla priorità di un’opera
d’arte su l’altra. La soluzione
si potrà avere solo quando si
consideri e miniatura ed affresco
dal punto di vista stilistico ed
iconografico : le mosse più im-
pacciate, un certo che di duro
e di legato che si riscontra nella
composizione miniata fa rite-
nere che essa preceda l’altra di
qualche decennio almeno. Si
consideri poi il costume e si
pensi a quella vera rivoluzione
che avvenne in Francia nella
foggia di abbigliamento civile
e militare verso la metà dei xiv secolo. ' 11 grani haubert, tutto. a maglie di ferro, rive-
stito dalla lunga cotte d'armes vien rimpiazzato daWhaubergeon, un farsetto pure ferreo,
ma più corto, su cui sta il pourpoìnt, sopravveste più aderente alle forme corporee. Ma
questi semplici indumenti in seguito non appagano più la magnificenza dei principi, e quelli
di Borgogna specialmente modificano il pourpoint con l’aggiungervi grandi maniche, com-
piacendosi in generale di maggior suntuosità di costume. Ora le miniature del codice di
Parigi ci sembrano rispecchiare questo primo stadio nella evoluzione del costume, mentre le
pitture di Manta la tendenza che prevalse dipoi.

Il ms., lo afferma Paul Mejer, si deve tutto ad amanuense francese e quindi è probabile
sia stato scritto in Francia e in seguito portato nel castello di Saluzzo ove già trovavasi
nel 1437. Secondo il Gorra non solo non è a ritenersi come un originale ma neppure come
una copia eseguita sotto gli occhi dell’autore perchè offre « prove manifeste di interpola-
zione » che in tal caso sarebbero incomprensibili. 1 2 3 Ma un altro valente studioso, l’Yorga,
non è di questa opinione e crede invece « que le marquis lui mème ajouta des récits légen-
daires, qui lui semblaient dignes d’étre racontés, au livre tei qu’il avait été composé d’abord ».5
Non entreremo terzi nella controversia che molto difficilmente potrebbe essere risoluta, limi-
tandoci a dichiarare che con ogni
probabilità il modello delle pit-
ture di Manta va cercato nella
miniatura francese, se non nel
codice parigino 12559, 311 qual-
che altra carta miniata adesso
perduta.

Del resto è questa una tradi-
zione assai antica. Con qualche
variante vi accenna pure uno
storico che doveva essere assai
bene informato, Valerio Saluzzo

1 Demay, Le costume au moyen-àge
d’après les sceaux (Paris, 1880) pag. 119
e seg.

2 Gorra, op. cit., pag. 8.

3 Yorga, op. cit., pag. 83.

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L’Arte. Vili, 25.

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