CORRIERI
canza di un vero e proprio quadro. Trionfano, invece,
i così detti pezzi di pittura, ad attestare non solo che
il momento artistico attuale è un momento di elabo-
razione e di transizione, ma che il cammino verso
l’avvenire dell’arte, benché difficile e lento, è diritto
e sicuro.
Ogni epoca, come ogni uomo, non può e non deve
dare che quello di cui essa è capace, quello che meglio
può servire a determinarne il carattere, le tendenze,
le idealità. Perciò noi salutiamo con gioia i tentativi
affannosi, gli ardimenti geniali, le ricerche intense che
l’arte internazionale, irrequieta e trepidante, invia alla
solenne gara di Venezia, come il vento fresco trae i
cirri, i cumuli, tutte le innumerevoli forme delle nubi
a navigare per il cielo trasparente di questa tardiva
primavera.
Arduino Colasanti.
Notizie dell’Emilia.
Restauri al Duomo di Piacenza. — Credo che
in poche città d’Italia siansi compiuti tanti restauri
215
preparò coscienziosamente al restauro con una mo-
nografia 1 dove il problema era studiato per ogni verso.
Dalla monografia e da una brevissima comunicazione 2
riproduciamo tre tavole ignote alla maggior parte degli
studiosi. La seconda e la terza sono degne di nota per
le vivaci anomalie iconografiche; la prima presenta
la sezione longitudinale del Duomo corrispondente
all’apparenza odierna, salvo qualche particolare di poco
conto e i pennacchi, che ora sono a quadruplice tromba
conica, ossia a quattro risalti successivi. Questa forma
fu ritrovata sotto i pennacchi sferici, demoliti dopo
d’aver tolti gli affreschi.
Iniziatore dell’opera fu monsignor vescovo Scala-
brini coadiuvato dal Capitolo, da offerte private, dal
Comune e dai Ministeri della pubblica istruzione e dei
culti. Le spese si avvicinarono al mezzo milione, e vi
sopperì in gran parte la tenacia fidente del vescovo.
Però non è la prima volta che si tenta di ridonare al
Duomo la sua magnifica forma primitiva, e i timidi
tentativi fatti trent’anni sono all’incirca, caldeggiati
dal prof. Massari e da altri cittadini, misero in luce
Duomo di Piacenza. Sezione longitudinale
quanti se ne condussero a Piacenza in pochi anni.
Qualche cenno fugace ai lavori apparve qua e là, spe-
cialmente sui giornali locali, ma i periodici d’arte fu-
rono ancora più avari, forse perchè non approvavano
troppo i metodi, radicali all’eccesso, usati in qualche
restauro.
Malgrado ciò la riforma del Duomo e l’isolamento
della grand’abside a sinistra,: quantunque possano
offrire il fianco alla critica, vennero eseguiti con molta
intelligenza e grande amore, e gl’imparziali dovranno
ammettere volontieri che il prof. Camillo Guidoni si
1 A sinistra dell’osservatore che guardi la facciata della catte-
drale, a destra dell’altare secondo il rito primitivo.
i pseudo-matronei nel piede della nave maggiore e
le finestre a lunetta nell’alto d’ogni campata; risul-
tati che rimasero intatti negli ultimi lavori.3 Veniva
dunque fin d’allora determinata la splendida compo-
sizione architettonico-decorativa dei campi, che non
ha riscontro in nessun altro monumento italico di
transizione. Pseudo matronei e finestre dimostrarono,
insieme alle vòlte, che l’arte, durante l’esecuzione del
Duomo colossale, aveva cangiato stile, cominciando
dalla campata aderente alla cupola e procedendo verso
1 II Duomo di Piacenza - Studi e proposte, Piacenza, 1985.
2 Archivio storico pei• le provincie parmensi, voi. II, nuova
serie (anno 1902) «Tre chiese medievali in Piacenza, ecc ».
3 Compiuti nel 1901.
canza di un vero e proprio quadro. Trionfano, invece,
i così detti pezzi di pittura, ad attestare non solo che
il momento artistico attuale è un momento di elabo-
razione e di transizione, ma che il cammino verso
l’avvenire dell’arte, benché difficile e lento, è diritto
e sicuro.
Ogni epoca, come ogni uomo, non può e non deve
dare che quello di cui essa è capace, quello che meglio
può servire a determinarne il carattere, le tendenze,
le idealità. Perciò noi salutiamo con gioia i tentativi
affannosi, gli ardimenti geniali, le ricerche intense che
l’arte internazionale, irrequieta e trepidante, invia alla
solenne gara di Venezia, come il vento fresco trae i
cirri, i cumuli, tutte le innumerevoli forme delle nubi
a navigare per il cielo trasparente di questa tardiva
primavera.
Arduino Colasanti.
Notizie dell’Emilia.
Restauri al Duomo di Piacenza. — Credo che
in poche città d’Italia siansi compiuti tanti restauri
215
preparò coscienziosamente al restauro con una mo-
nografia 1 dove il problema era studiato per ogni verso.
Dalla monografia e da una brevissima comunicazione 2
riproduciamo tre tavole ignote alla maggior parte degli
studiosi. La seconda e la terza sono degne di nota per
le vivaci anomalie iconografiche; la prima presenta
la sezione longitudinale del Duomo corrispondente
all’apparenza odierna, salvo qualche particolare di poco
conto e i pennacchi, che ora sono a quadruplice tromba
conica, ossia a quattro risalti successivi. Questa forma
fu ritrovata sotto i pennacchi sferici, demoliti dopo
d’aver tolti gli affreschi.
Iniziatore dell’opera fu monsignor vescovo Scala-
brini coadiuvato dal Capitolo, da offerte private, dal
Comune e dai Ministeri della pubblica istruzione e dei
culti. Le spese si avvicinarono al mezzo milione, e vi
sopperì in gran parte la tenacia fidente del vescovo.
Però non è la prima volta che si tenta di ridonare al
Duomo la sua magnifica forma primitiva, e i timidi
tentativi fatti trent’anni sono all’incirca, caldeggiati
dal prof. Massari e da altri cittadini, misero in luce
Duomo di Piacenza. Sezione longitudinale
quanti se ne condussero a Piacenza in pochi anni.
Qualche cenno fugace ai lavori apparve qua e là, spe-
cialmente sui giornali locali, ma i periodici d’arte fu-
rono ancora più avari, forse perchè non approvavano
troppo i metodi, radicali all’eccesso, usati in qualche
restauro.
Malgrado ciò la riforma del Duomo e l’isolamento
della grand’abside a sinistra,: quantunque possano
offrire il fianco alla critica, vennero eseguiti con molta
intelligenza e grande amore, e gl’imparziali dovranno
ammettere volontieri che il prof. Camillo Guidoni si
1 A sinistra dell’osservatore che guardi la facciata della catte-
drale, a destra dell’altare secondo il rito primitivo.
i pseudo-matronei nel piede della nave maggiore e
le finestre a lunetta nell’alto d’ogni campata; risul-
tati che rimasero intatti negli ultimi lavori.3 Veniva
dunque fin d’allora determinata la splendida compo-
sizione architettonico-decorativa dei campi, che non
ha riscontro in nessun altro monumento italico di
transizione. Pseudo matronei e finestre dimostrarono,
insieme alle vòlte, che l’arte, durante l’esecuzione del
Duomo colossale, aveva cangiato stile, cominciando
dalla campata aderente alla cupola e procedendo verso
1 II Duomo di Piacenza - Studi e proposte, Piacenza, 1985.
2 Archivio storico pei• le provincie parmensi, voi. II, nuova
serie (anno 1902) «Tre chiese medievali in Piacenza, ecc ».
3 Compiuti nel 1901.