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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 4
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Venturi, Adolfo: Arnolfo di Cambio: (Opere ignote del maestro a Viterbo, Perugia e Roma)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0306

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ARNOLFO DI CAMBIO

255

soggiunse il Della Valle che il cardinale morì poco dopo. Difatti nell’epitaffio della sua
sepoltura leggesi:

BIS SEX CENTENVS BINVS BIS BISQVE VICENVS
ANNYS ERAT CHRISTI QVANDO MORS AFFVIT ISTI
OBIIT TERCIO KALENDAS MAH.

1 Cancellieri, De secretariis novae basilicae
Vaticanae, )ib. II, pag. 1213 e seg.; Dionigi, Va-
ti canae basilicae cryptarum monumenta, pag. 127; Fig. 1 — Arnolfo di Cambio : Monumento di Adriano V.

Bullarium Vaticanmn, t. I, pag. 237 e 239. Viterbo, San Francesco - (Fotografia Alinari)

Dunque Arnolfo si recò a Orvieto per comporre il mirabile mausoleo dopo la morte del
cardinale avvenuta nel 1282.

Un altro errore si fece nell’assegnare la data del ciborio di Santa Cecilia. Pompeo
Ugonio (1-Ustoria delle Stalloni di Roma, Roma, 1588) riportò la iscrizione così: HOC OPVS
FECIT arnvlfvs | ANNO DOMINI 1283. Questa data fu ripetuta in seguito dal Piazza nella
Gerarchia cardinalizia e dal Moreschi
(Descrizione del tabernacolo che orna la
Confessione della basilica di San Paolo
sulla via Ostiense, Roma, 1840) e da altri.

E solo recentemente, rimossi i mattoni
del pavimento del coro di Santa Cecilia
in Trastevere, venne alla luce, sur un
pilastrino del ciborio, quest’iscrizione, che
purtroppo si seppellì di nuovo: f HOC
OPVS | FECIT | ARNVLFVS | ANNO DO-
MINI.MCC. | LXXXXIII . | MENSE NOVEM-
BER | DIE XX. Dunque solo al 20 di no-
vembre 1293 il ciborio di Santa Cecilia
in Trastevere fu compiuto da Arnolfo.

Un’altra data, che si doveva deter-
minare con più precisione, è quella del
sacello di San Bonifacio e del sepolcro
del papa Bonifacio Vili in San Pietro
in Vaticano. Già il Vasari scrisse che
« Arnolfo fece la cappella e il sepolcro
di papa Bonifacio Vili in San Pietro di
Roma, dove è scolpito il medesimo nome
d’Arnolfo che la lavorò ». In seguito, il
Grimaldi nel suo Diario manoscritto, con-
servato nella biblioteca vaticana, e il
Ciampini (De sacris acdificis a Constantino
magno constructis) fornirono il disegno
della sepoltura connessa all’altare di San
Bonifacio, e ricordarono che Arnolfo ne
fu l’architetto. Così si nomava nell’ iscri-
zione ora perduta: f HOC OP. FE | CIT
ARNOLPVS I ARCHITECTVS. Ora nel 1300
l’altare e la tomba dovettero esser com-
piuti, poiché, nel 1301, Bonifacio Vili
prescrisse che il suo cadavere fosse col-
locato nel sepolcro che aveva ordinato e
veduto lavorare e finire l’anno precedente.1
 
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