MISCELLANEA
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divino linguaggio de’ loro bronzi animati ; e appese a
quelle mura il 26 d’ogni luglio, anniversario di libertà
del 1343, le nostre antiche bandiere artigiane cercano
fedeli il .memore bacio del sole». 1
L’artista cui fu affidato, non il restauro soltanto
dell’antica casa artigiana, ma anche il riordinamento
l’andamento e il carattere originario. L’architetto,
quindi, dovette subito pensare ad un accesso più co-
modo e dignitoso ; ma per far ciò non si sarebbe po-
tuto in alcun modo utilizzare il piccolo vano entro il
quale si svolgeva la vecchia scaletta !
E persuaso e confortato dai fatti, che anche in ori-
Tabernacolo di Santa Maria della Tromba. Firenze
(Fotografia Alinari)
delle costruzioni a quella addossate, aveva dinanzi a
sè un compito ben difficile.
Intanto, se a nessuno era sfuggita l’importanza
dell’insediamento della Lectura JDantis in così splen-
dida sede, unanime si può dire fosse il lamento per
il malagevole accesso a quella sala : una scalaccia
sconnessa, composta di due branche di varia larghezza,
rimosse e raffazzonate molte volte in varie occasioni,
con successive modificazioni che ne avevano alterato
1 11 canto X dell' « Inferno », letto da Isidoro Del Lungo nella sala
di Dante in Orsanmichele, Firenze, Sansoni, 1900, pag. 6. Del
Del Lungo è da vedere ancora il discorso : Firenze artigiana nella
storia e in Dante, che fu letto il giorno dell’ inaugurazione del
Palagio, e che si pubblica presso l’editore Sansoni di Firenze.
gine il Palagio dell’Arte della Lana non dovesse essere
isolato, l’architetto pensò di non togliere all’antico
edifizio questa essenziale caratteristica.
Quando per i lavori del centro fu allargata la via
detta delle Sette Botteghe e aperta ex novo la via
de’ Lamberti, l’Arte della Lana rimase, è vero, isolata,
ma fiancheggiata da residui di antiche costruzioni.
Anche con queste il palazzotto, a ridosso del gran-
dioso e severo Orsanmichele, faceva una ben misera
figura; immaginarsi poi quando gli fossero state tolte
anche quelle costruzioni ! Onde la necessità, per non
dare al Palagio dell’Arte una linea esterna troppo si-
mile a quella di Orsanmichele, di utilizzare il fabbri-
cato contiguo sul fianco nord dell’edifizio per collo-
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divino linguaggio de’ loro bronzi animati ; e appese a
quelle mura il 26 d’ogni luglio, anniversario di libertà
del 1343, le nostre antiche bandiere artigiane cercano
fedeli il .memore bacio del sole». 1
L’artista cui fu affidato, non il restauro soltanto
dell’antica casa artigiana, ma anche il riordinamento
l’andamento e il carattere originario. L’architetto,
quindi, dovette subito pensare ad un accesso più co-
modo e dignitoso ; ma per far ciò non si sarebbe po-
tuto in alcun modo utilizzare il piccolo vano entro il
quale si svolgeva la vecchia scaletta !
E persuaso e confortato dai fatti, che anche in ori-
Tabernacolo di Santa Maria della Tromba. Firenze
(Fotografia Alinari)
delle costruzioni a quella addossate, aveva dinanzi a
sè un compito ben difficile.
Intanto, se a nessuno era sfuggita l’importanza
dell’insediamento della Lectura JDantis in così splen-
dida sede, unanime si può dire fosse il lamento per
il malagevole accesso a quella sala : una scalaccia
sconnessa, composta di due branche di varia larghezza,
rimosse e raffazzonate molte volte in varie occasioni,
con successive modificazioni che ne avevano alterato
1 11 canto X dell' « Inferno », letto da Isidoro Del Lungo nella sala
di Dante in Orsanmichele, Firenze, Sansoni, 1900, pag. 6. Del
Del Lungo è da vedere ancora il discorso : Firenze artigiana nella
storia e in Dante, che fu letto il giorno dell’ inaugurazione del
Palagio, e che si pubblica presso l’editore Sansoni di Firenze.
gine il Palagio dell’Arte della Lana non dovesse essere
isolato, l’architetto pensò di non togliere all’antico
edifizio questa essenziale caratteristica.
Quando per i lavori del centro fu allargata la via
detta delle Sette Botteghe e aperta ex novo la via
de’ Lamberti, l’Arte della Lana rimase, è vero, isolata,
ma fiancheggiata da residui di antiche costruzioni.
Anche con queste il palazzotto, a ridosso del gran-
dioso e severo Orsanmichele, faceva una ben misera
figura; immaginarsi poi quando gli fossero state tolte
anche quelle costruzioni ! Onde la necessità, per non
dare al Palagio dell’Arte una linea esterna troppo si-
mile a quella di Orsanmichele, di utilizzare il fabbri-
cato contiguo sul fianco nord dell’edifizio per collo-