MISCELLANEA
277
Il Rizzini, il Muntz ed il Supino la collocarono pur
essi tra le opere del sommo fiorentino, 1 e così il Bu-
chenau la ritenne un’evidente opera di lui, ma ese-
guita molto dopo la sua venuta a Padova. 2
Con tutte le suddette argomentazioni la questione
sull’attribuzione della medaglia non venne risolta. Altri
scrittori e critici d’arte mantennero vivo il dubbio che la
medaglia non sia invero lavoro del Cellini. Il Milanesi,
ad esempio, che diede nuovamente alle stampe nel 1857
i trattati celliniani dell’oreficeria e della scultura, in
nota ad una lettera scritta dal Cellini al Varchi il 9
di settembre 1536, disse che Benvenuto aveva preso
esso pure a ritrarlo (il Bembo) in medaglia con lunga
barba, che non è poi certo se egli conducesse mai a com-
pimento. 3 II Ciabatti notò più tardi che la medaglia
Tenuto conto di una tale divergenza d’opinioni
credetti bene di risalire senz’altro all’origine della que-
stione studiando nuovamente i documenti che alla me-
daglia si riferiscono, i quali sono una lettera di risposta
del Bembo al Cellini in data 17 luglio 1535, una let-
tera del Varchi al Bembo in data 3 luglio 1536, una
lettera del Cellini al Varchi in data 9 settembre 1536,
una lettera d’Ugolino Martelli al Bembo dell’anno 1536,
ed infine gli scritti autobiografici del Cellini stesso.
Nella prima lettera il Bembo scrive al Cellini, che
trovavasi a Roma, ringraziandolo della sua proposta
di venire a Padova per eseguirgli la medaglia. Lo prega
però di non intraprendere cosi lunga e faticosa via a
questo fine. « Potrà essere, dice il Bembo, che mi
verrà un dì fatto il venire a Firenze, dove poscia po-
non corrisponde intieramente alla descrizione fattane
dal Cellini stesso, ed aggiunse, forse erroneamente
interpretando le parole del Friedlaender, il quale mai
così ebbe ad esprimersi, che essa non sarebbe stata
coniata e che esisterebbe soltanto il gesso originale.4
Pressoché della stessa opinione si dimostrò recente-
mente il Bacci, il quale scrisse esser assai dubbio se il
Cellini finisse la medaglia incominciata pel Bembo nel-
l’occasione della sua venuta a Padova. Il Bacci anzi
avrebbe concluso non esservi gli elementi necessari
per risolvere la questione. 5
1 Rizzini P., Illustrazione dei civici musei di Brescia. Brescia,
1892, pag. 31 ; Muntz Eugène; Histoire de Vart pendant la Re-
naissance. Paris, 1895, voi. Ili, pag. 205 e 283 ; Supino I. B., Il
medagliere mediceo nel R. Museo Nazionale di Firenze. Firenze,
1899, pag. 101.
2 B. H. (Buciienau H.), Benvenuto Cellini - Medaillen in der
Sammlung Goethe’s in ( “ Blàtter fiir Miinzfreunde „ a. 1900 n. 12).
3 Cellini B. I trattati dell' orificeria e della scultura nuova-
mente messi alle stampe per cura di Carlo Milanesi. Firenze, 1857,
pag. 268.
4 Ciabatti Guido, Notizie ed osservazioni sulle monete e meda-
glie di Benvenuto Cellini, in “ Periodico di Numismatica e sfragistica
per la storia d’Italia, „ voi. I, Firenze, 1868.
5 Vita di Benvenuto Cellini, testo critico per cura di Orazio
Bacci, Firenze, 1901, pag. 184.
tremo più acconciamente portarvi e con minor perdita
delle opere che sempre in mano avete ». 1 II Varchi
con la sua lettera al Bembo2 così si esprime : « pia-
cerai forte l’avviso suo di fare in questo mentre il
rovescio, che quel meno s’avrà poi a fare. Arei ben,
caro che V. S. mi avvisasse quanto prima l’animo suo
circa la fantasia, che egli mi chiede pel rovescio, e
circa il motto, ch’io non metterei le mani in simil
cosa per cosa del mondo ; nè crederei trovar mai cosa
alcuna che non fusse assai minore dei meriti suoi e
voler mio; e, non che un fiume, come nell’altra, 3 a
me paria poco tutto l’oceano; e però V. S. si degni
scriverne il parer suo, il quale io scriverò a M. Ben-
venuto subito, o in nome di lei, o mio, come piacerà
a quella. Non vorrei già che V. S. rispondesse di non
volervi altro che il medesimo che in quell’altra, perchè
allora sarei forzato a non mancare a M. Benvenuto
1 Cellini Benvenuto, I trattati dell’orificieria cit. pag. 267,
n. 2.
2 Id. nota i“.
3 Qui si allude ad altra medaglia eseguita nel 1532 al Bembo
da Valerio Belli vicentino. Questa reca nel rovescio un uomo se-
mignudo, disteso a destra che rappresenta allegoricamente la sor-
gente di un fiume. Tale motivo allegorico si riscontra frequente-
mente in monete romane imperiali coniatesi per Alessandria d’Egitto.
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Il Rizzini, il Muntz ed il Supino la collocarono pur
essi tra le opere del sommo fiorentino, 1 e così il Bu-
chenau la ritenne un’evidente opera di lui, ma ese-
guita molto dopo la sua venuta a Padova. 2
Con tutte le suddette argomentazioni la questione
sull’attribuzione della medaglia non venne risolta. Altri
scrittori e critici d’arte mantennero vivo il dubbio che la
medaglia non sia invero lavoro del Cellini. Il Milanesi,
ad esempio, che diede nuovamente alle stampe nel 1857
i trattati celliniani dell’oreficeria e della scultura, in
nota ad una lettera scritta dal Cellini al Varchi il 9
di settembre 1536, disse che Benvenuto aveva preso
esso pure a ritrarlo (il Bembo) in medaglia con lunga
barba, che non è poi certo se egli conducesse mai a com-
pimento. 3 II Ciabatti notò più tardi che la medaglia
Tenuto conto di una tale divergenza d’opinioni
credetti bene di risalire senz’altro all’origine della que-
stione studiando nuovamente i documenti che alla me-
daglia si riferiscono, i quali sono una lettera di risposta
del Bembo al Cellini in data 17 luglio 1535, una let-
tera del Varchi al Bembo in data 3 luglio 1536, una
lettera del Cellini al Varchi in data 9 settembre 1536,
una lettera d’Ugolino Martelli al Bembo dell’anno 1536,
ed infine gli scritti autobiografici del Cellini stesso.
Nella prima lettera il Bembo scrive al Cellini, che
trovavasi a Roma, ringraziandolo della sua proposta
di venire a Padova per eseguirgli la medaglia. Lo prega
però di non intraprendere cosi lunga e faticosa via a
questo fine. « Potrà essere, dice il Bembo, che mi
verrà un dì fatto il venire a Firenze, dove poscia po-
non corrisponde intieramente alla descrizione fattane
dal Cellini stesso, ed aggiunse, forse erroneamente
interpretando le parole del Friedlaender, il quale mai
così ebbe ad esprimersi, che essa non sarebbe stata
coniata e che esisterebbe soltanto il gesso originale.4
Pressoché della stessa opinione si dimostrò recente-
mente il Bacci, il quale scrisse esser assai dubbio se il
Cellini finisse la medaglia incominciata pel Bembo nel-
l’occasione della sua venuta a Padova. Il Bacci anzi
avrebbe concluso non esservi gli elementi necessari
per risolvere la questione. 5
1 Rizzini P., Illustrazione dei civici musei di Brescia. Brescia,
1892, pag. 31 ; Muntz Eugène; Histoire de Vart pendant la Re-
naissance. Paris, 1895, voi. Ili, pag. 205 e 283 ; Supino I. B., Il
medagliere mediceo nel R. Museo Nazionale di Firenze. Firenze,
1899, pag. 101.
2 B. H. (Buciienau H.), Benvenuto Cellini - Medaillen in der
Sammlung Goethe’s in ( “ Blàtter fiir Miinzfreunde „ a. 1900 n. 12).
3 Cellini B. I trattati dell' orificeria e della scultura nuova-
mente messi alle stampe per cura di Carlo Milanesi. Firenze, 1857,
pag. 268.
4 Ciabatti Guido, Notizie ed osservazioni sulle monete e meda-
glie di Benvenuto Cellini, in “ Periodico di Numismatica e sfragistica
per la storia d’Italia, „ voi. I, Firenze, 1868.
5 Vita di Benvenuto Cellini, testo critico per cura di Orazio
Bacci, Firenze, 1901, pag. 184.
tremo più acconciamente portarvi e con minor perdita
delle opere che sempre in mano avete ». 1 II Varchi
con la sua lettera al Bembo2 così si esprime : « pia-
cerai forte l’avviso suo di fare in questo mentre il
rovescio, che quel meno s’avrà poi a fare. Arei ben,
caro che V. S. mi avvisasse quanto prima l’animo suo
circa la fantasia, che egli mi chiede pel rovescio, e
circa il motto, ch’io non metterei le mani in simil
cosa per cosa del mondo ; nè crederei trovar mai cosa
alcuna che non fusse assai minore dei meriti suoi e
voler mio; e, non che un fiume, come nell’altra, 3 a
me paria poco tutto l’oceano; e però V. S. si degni
scriverne il parer suo, il quale io scriverò a M. Ben-
venuto subito, o in nome di lei, o mio, come piacerà
a quella. Non vorrei già che V. S. rispondesse di non
volervi altro che il medesimo che in quell’altra, perchè
allora sarei forzato a non mancare a M. Benvenuto
1 Cellini Benvenuto, I trattati dell’orificieria cit. pag. 267,
n. 2.
2 Id. nota i“.
3 Qui si allude ad altra medaglia eseguita nel 1532 al Bembo
da Valerio Belli vicentino. Questa reca nel rovescio un uomo se-
mignudo, disteso a destra che rappresenta allegoricamente la sor-
gente di un fiume. Tale motivo allegorico si riscontra frequente-
mente in monete romane imperiali coniatesi per Alessandria d’Egitto.