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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 4
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0336

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CORRIERI

pel Pordenone; il confronto c’insegna che il soffitto
di San P'rancesco dovette appartenere alla mede-
sima epoca della sua carriera, quando, secondo il Ri-
dolfi, Giovanni Antonio, stanco di girare il mondo,
era tornato a Venezia, cioè dopo il 1535.

La seconda figura, San Bonaventura veduto di faccia
nell’atto di predicare, è vigoroso assai nel disegno
dipinto a pennello franco, e pieno di vitalità nell’espres-
sione della testa.

Non sappiamo dove siano andate a finire le altre
tavole del soffitto, ma forse esistono tuttora nascoste
in qualche collezione privata, e può darsi che il loro
comparire possa condurci in avvenire a rintracciare
anche queste ; al tempo dello Zanetti si trovavano

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prescrittioni e oblighi che vien comesso nella nota di
essi quadri che ora ricevo, corrispondenti a questa e
ciò in esecuzione del Decreto dell’Eccelh° Consiglio
dei X, 20 aprile 1773, Io Giuseppe Rocchi Vicario per
il Signor Francesco Nardi Guardian Grande».

Dopo quell’epoca, per quanto noi sappiamo, si è
perduto ogni traccia dei nove pezzi del soffitto fino a
che i due santi soprannominati comparvero nella col-
lezione di Badger Hall, acquistati, secondo ogni pro-
babilità, in Venezia verso la metà del secolo xxx e
verosimilmente con la cooperazione di Mr. Rawdon
Brown, amico intimo del possessore originario Mr. Ed-
ward Cheney. I signori Crowe e Cavalcasene hanno

Fig. 4 — Giovanni Antonio Pordenone
S. Luigi di Tolosa. Venezia, R. Galleria

sempre nella scuola di San Francesco benché levate
dal soffitto « perchè ne avean danno ».

La scuola di Divozione di San Francesco ai Frari,
fondata nell’anno 1437, ora non esiste più. Era collo-
cata a sinistra della scuola della Passione nella par-
rocchia di Santa Maria Gloriosa dei Frari, ed è da sup-
porre che sia stata demolita alla fine del secolo xviii,
perchè non si trova nominata nella categoria delle
Confraternite soppresse- nel 1806.

Alla consegna dei quadri, prima della demolizione,
si riferisce probabilmente la seguente breve memoria
d’archivio :

« Nella scuola di San Francesco ai Frari il soffitto
dipinto da Giov. Antonio Licinio, detto il Pordenone,
con etc. (segue l’enumerazione dei nove pezzi).

« 27 decembre 1778 - Venezia.

« Attesto io sottoscritto d’aver ricevuto in consegna
li soprascritti quadri esistenti nella scuola, con quelle

nominato il soffitto di San Francesco ma riportandosi
soltanto a ciò che fu detto da Ridolfi, Boschini e Za-
netti, e, sebbene parlino di diversi quadri della col-
lezione Cheney, pare che non vi abbiano avvertiti i
due santi del Pordenone. Nelle sale di Christie, benché
dette tavole stessero esposte per quasi una settimana,
è evidente che non vi fu riconosciuto il loro valore,
dacché furono acquistati per il meschino prezzo di lire
sterline 30.

Più giustamente apprezzato fu un piccolo ritratto
maschile del Basaiti, un busto di giovane vestito di
nero e posto dietro ad un parapetto ; porta in testa
una berretta nera sulla zazzera di capelli biondi, nel
fondo vi è una tenda verde, e, a sinistra di chi guarda,
un paesaggio montuoso visto attraverso del para-
petto. Il quadro ha patito danni non lievi ; il parapetto
che reca l’iscrizione « Marchus Baxaiti p, », pare di
epoca posteriore, o almeno del tutto rifatto; ma il
carattere della pittura è tale da non potersi dubitare
che siamo davanti ad opera autentica e che l’iscrizione
 
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