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BIBLIOGRAFIA
329. Richter (Louise M.), Die Ausstellungen alter
Sienesischen Kunst in London und Siena. (Zeitschr. f.
bild. K., voi. XVI, pag- 99-108; Leipzig 1905).
Resoconto generale delle due esposizioni e rassegna delle
opere principali.
330. Von Seidlitz (Wold.), Die franzósischen Pri-
mitiven. (Deutsche Rundschau, 3ier Jg.; pag. 120-128,
Berlin 1905).
331. Skinner (A. B.), The collection of William
Newall (The Art Journal, anno 1905, pag. 149-156,
figg.; London).
La collezione consta in gran parte di oggetti di scultura
italiana del rinascimento, bronzi, mobili, ecc. Il più impor-
tante è una « maschera » di donna in marmo, attribuita a
Francesco di Laurana; poi vi si nota un busto virile in
bassorilievo, di reminiscenze verrocchiesche ; una terra cotta
attribuita ad Andrea della Robbia, e fra i piccoli bronzi, un
putto donatellesco, un ritratto equestre di Filippo IV di Spa-
gna, attribuito al Tacca; un calamaio riferibile a 'qualche
seguace di Michelangelo, due candelieri veneziani della metà
del secolo xvi.
Non mancano alcuni buoni pezzi di maiolica, tra i quali
primeggia un piatto di Mastro Giorgio, colla data del 1524.
332. Strzygowski (Ioseph), Der Dom zu Aachen
und seine Entstellung: ein Protest. — Leipzig, 1904,
8° fig., pag. 98.
Prima di vibrare la sua protesta contro i restauri del Duomo
di Aquisgrana, l’A. esamina i cimeli e l’architettura del tempio
stesso per ritornare, presentandola in nuovo e più ampio
aspetto, sopra la sua tesi della prevalenza dell’ Oriente su
Roma come centro di diffusione di principi, di forme e di
prodotti artistici nel primo evo cristiano. La celebre orsa di
bronzo che si conserva nel Duomo è da ritenersi lavoro elle-
nistico. Gli avori che adornano l’ambone si dimostrano pro-
venienti dall’ Egitto, pervenuti ad Aquisgrana non già attra-
verso Roma, ma per mezzo di Marsiglia. Di origine orientale
è anche la pina di bronzo conservata nel Duomo, la quale
dovette servire per bocciuolo di fontana. Infine quantunque si
sappia che Carlo Magno spogliò Ravenna di colonne e marmi
per ornarne la sua nuova Roma, ciò non significa che gli
architetti carolingi abbiano preso, come sempre si è ritenuto,
da Ravenna il tipo di costruzione centrale che loro servì in
erigere il Duomo di Aquisgrana. Tale tipo, usato in Oriente
per i « martyria » già sin dal IV secolo, dovette propagarsi
direttamente al mondo celtico per mezzo di una corrente arti-
stica che rifluiva a Marsiglia : a Bisanzio, a Ravenna, a Salo-
nicco, a Milano, non compete perciò nemmeno più il grado
di centri di diffusione delle forme dell’arte orientale ; il nord
dell’ Europa attingeva direttamente alle fonti ; esso già nel
IV secolo aveva in Treviri un centro proprio e in diretto rap-
porto con l’arte ellenistico-orientale. Anche nelle miniature
lo S. trova una prova del diretto contatto della Francia con
l’Oriente.
Queste considerazioni inducono l'A. a criticare per i loro
caratteri iconografici non abbastanza inspirati all’oriente, i
mosaici e le decorazioni moderne con le quali si è inteso di
restaurare il Duomo di Aquisgrana. Più interamente che
in tali osservazioni ci uniamo all’A. quando senz’ altro egli
proclama il rispetto dovuto ai monumenti nello stato in cui
sono giunti a noi e condanna il restauro quale è inteso non
soltanto ad Aachen !
A t.
Per i lavori pubblicati ne L'ARTE sono riservati tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica
per l'Italia e per l'estero.
Adolfo Venturi, Direttore responsabile.
Roma, Tip. dell’Unione Cooperativa Editrice, via Federico Cesi, 45
BIBLIOGRAFIA
329. Richter (Louise M.), Die Ausstellungen alter
Sienesischen Kunst in London und Siena. (Zeitschr. f.
bild. K., voi. XVI, pag- 99-108; Leipzig 1905).
Resoconto generale delle due esposizioni e rassegna delle
opere principali.
330. Von Seidlitz (Wold.), Die franzósischen Pri-
mitiven. (Deutsche Rundschau, 3ier Jg.; pag. 120-128,
Berlin 1905).
331. Skinner (A. B.), The collection of William
Newall (The Art Journal, anno 1905, pag. 149-156,
figg.; London).
La collezione consta in gran parte di oggetti di scultura
italiana del rinascimento, bronzi, mobili, ecc. Il più impor-
tante è una « maschera » di donna in marmo, attribuita a
Francesco di Laurana; poi vi si nota un busto virile in
bassorilievo, di reminiscenze verrocchiesche ; una terra cotta
attribuita ad Andrea della Robbia, e fra i piccoli bronzi, un
putto donatellesco, un ritratto equestre di Filippo IV di Spa-
gna, attribuito al Tacca; un calamaio riferibile a 'qualche
seguace di Michelangelo, due candelieri veneziani della metà
del secolo xvi.
Non mancano alcuni buoni pezzi di maiolica, tra i quali
primeggia un piatto di Mastro Giorgio, colla data del 1524.
332. Strzygowski (Ioseph), Der Dom zu Aachen
und seine Entstellung: ein Protest. — Leipzig, 1904,
8° fig., pag. 98.
Prima di vibrare la sua protesta contro i restauri del Duomo
di Aquisgrana, l’A. esamina i cimeli e l’architettura del tempio
stesso per ritornare, presentandola in nuovo e più ampio
aspetto, sopra la sua tesi della prevalenza dell’ Oriente su
Roma come centro di diffusione di principi, di forme e di
prodotti artistici nel primo evo cristiano. La celebre orsa di
bronzo che si conserva nel Duomo è da ritenersi lavoro elle-
nistico. Gli avori che adornano l’ambone si dimostrano pro-
venienti dall’ Egitto, pervenuti ad Aquisgrana non già attra-
verso Roma, ma per mezzo di Marsiglia. Di origine orientale
è anche la pina di bronzo conservata nel Duomo, la quale
dovette servire per bocciuolo di fontana. Infine quantunque si
sappia che Carlo Magno spogliò Ravenna di colonne e marmi
per ornarne la sua nuova Roma, ciò non significa che gli
architetti carolingi abbiano preso, come sempre si è ritenuto,
da Ravenna il tipo di costruzione centrale che loro servì in
erigere il Duomo di Aquisgrana. Tale tipo, usato in Oriente
per i « martyria » già sin dal IV secolo, dovette propagarsi
direttamente al mondo celtico per mezzo di una corrente arti-
stica che rifluiva a Marsiglia : a Bisanzio, a Ravenna, a Salo-
nicco, a Milano, non compete perciò nemmeno più il grado
di centri di diffusione delle forme dell’arte orientale ; il nord
dell’ Europa attingeva direttamente alle fonti ; esso già nel
IV secolo aveva in Treviri un centro proprio e in diretto rap-
porto con l’arte ellenistico-orientale. Anche nelle miniature
lo S. trova una prova del diretto contatto della Francia con
l’Oriente.
Queste considerazioni inducono l'A. a criticare per i loro
caratteri iconografici non abbastanza inspirati all’oriente, i
mosaici e le decorazioni moderne con le quali si è inteso di
restaurare il Duomo di Aquisgrana. Più interamente che
in tali osservazioni ci uniamo all’A. quando senz’ altro egli
proclama il rispetto dovuto ai monumenti nello stato in cui
sono giunti a noi e condanna il restauro quale è inteso non
soltanto ad Aachen !
A t.
Per i lavori pubblicati ne L'ARTE sono riservati tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica
per l'Italia e per l'estero.
Adolfo Venturi, Direttore responsabile.
Roma, Tip. dell’Unione Cooperativa Editrice, via Federico Cesi, 45