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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 5
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Toesca, Pietro: Michelino da Besozzo e Giovannino de'Grassi
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0382

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MICHELI NO DA BESOZZO E GIOVANNINO DE’ GRASSI

33i

ascolta le parole misteriose del Cristo, ma dal suo aspetto traspare soltanto l’innata bona-
rietà del suo semplice animo, espressa dall’artista con un intimo senso naturalistico. La
figura della donna è in parte nascosta dal primo piano, e ciò serve a dare profondità alla
scena, quale l’artefice, pittore e scultore insieme, doveva ricercare, mentre, d’altra parte, il
cartello che si eleva calligraficamente dalla mano del Cristo riempie il fondo in modo del
tutto decorativo. Come scultore, Giovannino de’ Grassi appartiene a quello stile di transizione

Fig. 5 — Giovannino de’ Grassi : Cristo e la Samaritana. Milano, Duomo
(Particolare del lavabo)

verso il Quattrocento, al quale spettano le più antiche sculture del Duomo : non è il pos-
sente senso plastico del Trecento quello che informa le concezioni dell’artista, ma il senti-
mento pittorico e decorativo dell’epoca che precedette il pieno Rinascimento ; le figurine
informi, e piuttosto dipinte che scolpite, degli angioletti intorno all’arco del lavabo rendono
ben manifesta tale tendenza.1

1 II Boito (op. cit., 141) fa osservare un’identità di che a me non riesce punto evidente: lo scultore che

stile fra le sculture del lavabo e quelle delle parti in- adornò l’architrave della porta della sagrestia meri-

feriori dei sopraporta delle due sagrestie del Duomo dionale e la lunetta della sagrestia opposta è artista
 
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