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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 5
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0429

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376

MISCELLANEA

un fregio a spirali con fiori e foglie ; sulla superficie
della quale stanno due mensolette formate di una vo-
luta coperta da una foglia d’acanto. Le mensolette
reggono due colonnine tortili con capitelli compositi,
su cui posa un arco ornato di un fregio di alloro: lo

Fig. i — Tabernacolo
Roma, Santa Francesca Romana

spazio limitato dalle due colonnine e dall’arco è lieve-
mente incavato a forma di nicchia e diviso in tre campi
sovrapposti l’uno all’altro: nell’inferiore è la portella
ed ai lati di essa due angioli ritti, adoranti, vestiti di
lunga tunica con maniche: sopra questi è una fascia
occupata da altri due angioli simili, più piccoli, con le
braccia nude, librati in aria, tenendo il calice con

l’ostia consacrata. Nello spazio superiore è il Reden-
tore ritto in piedi, in atto di benedire, fra teste di che-
rubini.

Su una base sovrapposta a ciascuno dei due ca-
pitelli delle colonnine stanno due statuette. Ai lati
delle colonnine, esteriormente, s’innalzano due pila-
stri scannellati, con capitelli sìmili a quelli delle co-
lonne ; sui quali posa un architrave decorato di un
fregio fatto di due festoni di frutta o foglie, legati con
nastri ed appesi a teste di cherubini. Il tutto è coro-
nato da un frontone triangolare nel cui specchio sta
la Colomba ad ali spiegate.

Con tante e si strette somiglianze i tre monumenti
presentano tuttavia anche qualche piccola diversità.
Nel tabernacolo Piccolomini ed in quello dell’Anguil-
lara i capitelli sono di un tipo un po’ diverso che nel
ciborio Orsini.

Nel primo inoltre manca la larga mensola di soste-
gno con lo stemma della famiglia committente, che è
negli altri due (forse fu tolta nell’adattamento al monu-
mento funebre) ; e questa mensola è assai più compli-
cata, tutta diversa, nel tabernacolo Anguillara che in
quello Orsini. Ancora in quest’ ultimo le due statuette
ritte sulle colonnine sono la Vergine annunziata e
l’arcangelo Gabriele, mentre negli altri due si hanno
due profeti con un rotulo spiegato. Così nello stesso
tabernacolo Orsini un po’ diversa è la posa del Re-
dentore benedicente ; ed i festoni dell’architrave sono
fatti di alloro anziché di frutta come negli altri due,
mentre anche le testine reggi-festoni differiscono da
quelle degli altri tabernacoli per la mancanza di alette,
e la ghirlanda d’alloro che borda l’arco non è legata
e raggirata da nastri come lo è a Sant’Agostino ed
a Capranica.

Ed ancora parecchie altre piccole varianti si hanno
tra il tabernacolo più antico ed i due più recenti,
ma causate verisimilmente quasi tutte da una mag-
giore semplicità di esecuzione e da uno sfrondamento
di ornati e particolari che caratterizzano la rozzezza di
stile di quel piccolo monumento ; cosicché non è il
caso di tenerne conto.

Ora, vista la piccolissima importanza delle varianti
di fronte alla quasi perfetta identità dei tre taberna-
coli, cosicché s’impone la supposizione di uno stretto
legame fra di loro, possiamo ammettere che i due
meno antichi, dell’Anguillara e Piccolomini, sieno co-
piati da quello Orsini? La povertà ed imperizia di
fattura di quest’ultimo lo escludono assolutamente :
mai i due rispettabili marmorari che scolpirono i ci-
bori di Sant’Agostino e di Capranica avrebbero voluto
imitare con tanto rispetto quell’informe cosa che è il
tabernacolo di Santa Francesca Romana. Mentre d’al-
tra parte è inverisimile ammettere che quel povero
scalpellino che ebbe l’incarico dalla famiglia Orsini di
lavorarle un tabernacolo, e che ci si mostra così igno-
rante del disegno, rozzo nella forma, povero d’ingegno
 
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