Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

DOI Heft:
Fasc. 6
DOI Artikel:
Venturi, Adolfo: La quadreria Sterbini in Roma
DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0487

DWork-Logo
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
432

ADOLFO VENTURI

Tra le opere di Sano di Pietro quella Sterbini ha il pregio d’essere ben conservata,
sì che coloro che portano amore all’umile, divoto e diligente artista troveranno in essa
una schietta espressione della sua anima mistica. Quattro angioli e due Sante, nell’aspetto
sorelle agli angioli, fanno la solita corona attorno alla Madre di Dio, che poggia il capo sul
figlio adorato (fig. 7). Il fondo e i nimbi sono d’oro, come i risvolti e gli ornati degli abiti
e delle orlature: sinfonia tutta primitiva degli ori interrotta dai visi rosei con trasparenze
verdi, da corone di rose bianche e rosse. Le teste sono tutte piegate lievemente sur una
spalla; tutti gli occhi leggermente ingranditi, vuoti e guardanti nel vuoto; tutte le bocche
dalle labbra allungate e d’un rosso di rubino.

L’eguaglianza di queste forme e di questi colori con molte Madonne dell’Accademia
di .Siena, e con altre sparse nelle chiese e nelle
collezioni private (si veda tra le altre quella del
barone Sergardi Bringucci di Siena) ci dispen-
sano da ogni preciso raffronto.

Più notevole è la Madonna col Bambino,
tra due angioli, di Neroccio Bandi di Bartoloin-
meo, dove si mostra la individualità del pittore
in quel trasparire della malizia nella grazia e
nel sorriso delle figure, nelle variate mosse
degli angioli che scuotono il giogo della uni-
formità con gli scherzi, vivaci, e rendono più
festoso e grato l’elemento decorativo, abbon-
dante sempre nei suoi quadri.

La tradizione trecentesca, tanto mantenuta
negli altri pittori senesi del Quattrocento, si fa
meno sentire che in altre opere di Matteo di Gio-
vanni, nella tavoletta Sterbini (fig. 8), la quale,
oltre che artistica, ha grande importanza sto-
rica per la tendenza rinnovellatrice di Matteo,
per l’influsso fiorentino che risente e la Ma-
donna e il San Sebastiano. Il quadro che ripro-
duciamo a riscontro (fig. 9), appartenente a
una collezione privata di Siena, dà la giusta
misura del modo d’intendere tale influsso. La
tradizione artistica senese s’era così immedesi-
mata nello spirito di Matteo da non permetter-
gli d’abbandonare i tipi prediletti, appresi a pjg 9_Siena, Proprietà Fratelli Nuli

delineare dai maestri senesi. Egli si limitò a Madonna di Matteo di Giovanni

una ricerca di maggior risalto, a un tentativo
di verismo nel San Sebastiano ; non mutò lo sproporzionato cranio del Bambino, ma lo
fece, se non altro, più largo; la Madonna non perdette il suo atteggiamento, ma l’inclinazione
della sua testa in avanti divenne più naturale; meglio si giunsero le mani della Madre e del
Figlio; meglio si disegnò disteso il corpo del Bambino. La tavoletta Sterbini s’avvicina mag-
giormente per il fare alla Madonna di Sant’Eugenia a Siena; ma è più viva e forte, tanto
da essere messa al disopra di molte conformi pitture religiose di quella città.

Il quadro di Giovanni di Paolo rappresenta la Crocefissione : in tutte le figure è costante
quella innocenza fanciullesca di artista primitivo che non sa esprimere nè il dolore, nè la
vecchiaia. Appartiene al periodo medio dell’artista, quando non rideva più, al dire del Toesca,
la vivacità coloristica dei primi lavori, e mancavano le esagerate contorsioni stilizzate del-
l’ultimo tempo. La tavoletta può collegarsi con l'Annunciazione del 1445 delia Biblioteca
Vaticana, dipinta su una tavoletta della Bicherna.
 
Annotationen