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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 6
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Venturi, Adolfo: La quadreria Sterbini in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0492

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LA QUADRERIA STERRI NI IN ROMA

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Ben più e diversamente sorprendente è un ritratto di gentiluomo (fig. 14), vero capo-
lavoro, già attribuito a Holbein, italiano invece nella agevolezza del fare, nel calore dell’effetto,
non da attribuirsi col Richter a Bernardino Licinio, tanto di forza minore, anche nel suo
periodo giorgionesco. Rossastro è il volto pieno di fuoco, come solo Dosso Dossi dipinse :
line ne’lineamenti, dorato nelle carni; bruno l’abito con le maniche dal verde intenso del
caposcuola ferrarese; forti le mani dalle grosse .e grasse dita, una delle quali tiene i guanti,
l’altra un libro con una coperta azzurrina. Spicca potentemente nel fondo scuro il ritratto

Fig. 14— Roma, Collezione Sterbini. Dosso Dossi

del nobile signore, forse un Estense, a giudicare dal tipo che ricorda Alfonso 1 duca di
Ferrara.

Appartiene al migliore periodo del grande maestro ferrarese, quando ancora non dava
ai dipinti la forza decorativa delle grandi composizioni che adornarono le sale del castello
di Ferrara, dove i Bacca-fiali di Tiziano stavano a contrapposto de’ suoi. Il pennello ha delle
delicatezze che poi vennero meno, quando la fantasia ariostesca del pittore s’accese sempre
più, e le sue composizioni spiccarono potentemente sulle pareti, rivaleggiando con gli arazzi
e i broccati e i damaschi : qui tiene ancora della scuola a cui attinse con Tiziano a Venezia,
disegna con rigore gli occhi penetranti e il naso fine, impasta delicatamente le carni, e
solo in alcuni tratti a tinte smaltate, mostra le tendenze di audace coloritore.
 
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