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CORRIERI
dove si conservano altre della medesima serie. Pro-
vengono dalla chiesa di Catworth nella provincia di
Huntingdon e formavano in origine parti di un auri-
frigio. Gli esemplari della Mostra recano l’arma gen-
tilizia delle famiglie Clinton e Leyburne (vedi fig. 13),
unite nell’anno 1329 per il matrimonio contratto da
Fig. 13 — Cuscinetto con la figura di un papa
Londra, Museo Vittoria e Alberto
due loro membri. A quell’epoca dunque, secondo ogni
probabilità, è da ascriversi il ricamo.
anche in vari altri esemplari della Mostra; in un frammento d’au-
rifrigio (a Mr. Berkeley, vetr. N, n. i) Santa Etheldreda (o Audrey)
Abbatessa di Ely, e Santa Ebba; nel piviale di Col. Butler-Bowdop
Sant’Odoardo confessore e Sant’Edmondo, e via dicendo.
Come opera stupenda di alto valore, per la sua
qualità decorativa, è da rilevare la pianeta inviata da
Sua Altezza il Principe Solms-Braunfels (vetr I). Il
fondo è di velluto cremisino tutto ricamato incoro con
grande ricchezza di disegno e varietà d’invenzione.
Tecnica e disegno hanno una certa somiglianza col
vestito ricamato di Odoardo Principe di Galles, figlio
di Odoardo I re d’Inghilterra. I leoni sul dorso hanno
strette relazioni con i leoni sulla targa di Giovanni
d’Eltham, figlio di Odoardo II.
Il catalogo ricorda come Eleonora, sorella di quel
principe, si maritasse nel 1332 a Rainaldo duca di
Gueldres, e ciò forse spiegherebbe il fatto che il ve-
stiario (in origine gualdrappa) sia entrato in possesso
di una casa principesca di Germania.
La Mostra conteneva anche molti saggi dei secoli
xv e xvr, ma è d’uopo ammettere che nella seconda
metà del secolo xiv il ricamo inglese si trovava già
in decadenza, e benché spesse volte di gran pregio
nel colorito, come per esempio in diversi esemplari
prestati dal Museo reale di Bruxelles (vetr. E), nel
disegno, nell’espressione delle teste e nel sentimento,
i ricami di quell’epoca sono di gran lunga inferiori
alle opere de’ secoli precedenti.
Nel secolo xv il ricamo diviene sempre più monotono
di composizione, grossolano e pesante di disegno e
spiacevole di colore. L’epoca della decadenza però non
ci riguarda ora; ci pare sufficiente aver potuto, per
mezzo delle riproduzioni, come speravano, almeno dare
un’idea del valore dell’arte inglese al suo apogeo, al
momento del suo più alto sviluppo, cioè durante la
sua breve ma brillante esistenza di poco più di cin-
quant’anni.
C. J. Ff.
Notizie delle Marche.
L’antica arte marchigiana all’esposizione di Ma-
cerata. — Il nobile tentativo di raccogliere, come in
una grande, ideale galleria di tutta la regione, le prin-
cipali manifestazioni dell’arte pittorica marchigiana,
dal secolo di Giotto a tutto il Cinquecento, riuscì in-
vero più di quanto si poteva sperare, per la lodevole
opera delle egregie persone chiamate a tale ufficio
dalla fiducia del Comitato generale dell’esposizione.
È mestieri aggiungere anzi che la maggior attrattiva
di questa mostra regionale è costituita appunto dalla
sezione dell’arte antica, malgrado l’indifferenza con
cui da molti luoghi si rispose all’invito della gentile
città marchigiana. Tanto ciò è vero che municipi e
privati di città e luoghi notoriamente ricchi di opere
importanti e caratteristiche per la storia dell’arte no-
stra, come Jesi, Sinigallia, Ancona, Cagli, Fossom-
brone, Pesaro, Loreto, ecc., privarono gli studiosi di
preziose gemme che avrebbero certamente completato
in modo degno l’interessante mostra. Anche per tale
CORRIERI
dove si conservano altre della medesima serie. Pro-
vengono dalla chiesa di Catworth nella provincia di
Huntingdon e formavano in origine parti di un auri-
frigio. Gli esemplari della Mostra recano l’arma gen-
tilizia delle famiglie Clinton e Leyburne (vedi fig. 13),
unite nell’anno 1329 per il matrimonio contratto da
Fig. 13 — Cuscinetto con la figura di un papa
Londra, Museo Vittoria e Alberto
due loro membri. A quell’epoca dunque, secondo ogni
probabilità, è da ascriversi il ricamo.
anche in vari altri esemplari della Mostra; in un frammento d’au-
rifrigio (a Mr. Berkeley, vetr. N, n. i) Santa Etheldreda (o Audrey)
Abbatessa di Ely, e Santa Ebba; nel piviale di Col. Butler-Bowdop
Sant’Odoardo confessore e Sant’Edmondo, e via dicendo.
Come opera stupenda di alto valore, per la sua
qualità decorativa, è da rilevare la pianeta inviata da
Sua Altezza il Principe Solms-Braunfels (vetr I). Il
fondo è di velluto cremisino tutto ricamato incoro con
grande ricchezza di disegno e varietà d’invenzione.
Tecnica e disegno hanno una certa somiglianza col
vestito ricamato di Odoardo Principe di Galles, figlio
di Odoardo I re d’Inghilterra. I leoni sul dorso hanno
strette relazioni con i leoni sulla targa di Giovanni
d’Eltham, figlio di Odoardo II.
Il catalogo ricorda come Eleonora, sorella di quel
principe, si maritasse nel 1332 a Rainaldo duca di
Gueldres, e ciò forse spiegherebbe il fatto che il ve-
stiario (in origine gualdrappa) sia entrato in possesso
di una casa principesca di Germania.
La Mostra conteneva anche molti saggi dei secoli
xv e xvr, ma è d’uopo ammettere che nella seconda
metà del secolo xiv il ricamo inglese si trovava già
in decadenza, e benché spesse volte di gran pregio
nel colorito, come per esempio in diversi esemplari
prestati dal Museo reale di Bruxelles (vetr. E), nel
disegno, nell’espressione delle teste e nel sentimento,
i ricami di quell’epoca sono di gran lunga inferiori
alle opere de’ secoli precedenti.
Nel secolo xv il ricamo diviene sempre più monotono
di composizione, grossolano e pesante di disegno e
spiacevole di colore. L’epoca della decadenza però non
ci riguarda ora; ci pare sufficiente aver potuto, per
mezzo delle riproduzioni, come speravano, almeno dare
un’idea del valore dell’arte inglese al suo apogeo, al
momento del suo più alto sviluppo, cioè durante la
sua breve ma brillante esistenza di poco più di cin-
quant’anni.
C. J. Ff.
Notizie delle Marche.
L’antica arte marchigiana all’esposizione di Ma-
cerata. — Il nobile tentativo di raccogliere, come in
una grande, ideale galleria di tutta la regione, le prin-
cipali manifestazioni dell’arte pittorica marchigiana,
dal secolo di Giotto a tutto il Cinquecento, riuscì in-
vero più di quanto si poteva sperare, per la lodevole
opera delle egregie persone chiamate a tale ufficio
dalla fiducia del Comitato generale dell’esposizione.
È mestieri aggiungere anzi che la maggior attrattiva
di questa mostra regionale è costituita appunto dalla
sezione dell’arte antica, malgrado l’indifferenza con
cui da molti luoghi si rispose all’invito della gentile
città marchigiana. Tanto ciò è vero che municipi e
privati di città e luoghi notoriamente ricchi di opere
importanti e caratteristiche per la storia dell’arte no-
stra, come Jesi, Sinigallia, Ancona, Cagli, Fossom-
brone, Pesaro, Loreto, ecc., privarono gli studiosi di
preziose gemme che avrebbero certamente completato
in modo degno l’interessante mostra. Anche per tale