BIBLIOGRA FTA
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dalla teologia e dalla tradizione mistica, applica ne’ suoi quadri
un simbolismo tutto suo personale, una iconografia da lui rin-
novata. Ciò rileva l’A. mediante l’esame della « Ruota sim-
bolica » della Galleria degli Uffizi.
404. Reymond (Marcel), La facciata di Giuliano da
San Gallo per la basilica dì San Lorenzo. {Il RIarzocco,
a. X, n. 35, 1 fig.; Firenze 27 agosto 1905).
Malgrado le lodevoli manifestazioni prodotte dall’ultimo
concorso per la facciata del San Lorenzo a Firenze, il pro-
blema, secondo il R., si è dovuto considerare ancora inso-
luto; e qui egli reca una nuova proposta, indicando e di-
scutendo il progetto lasciato da Giuliano da San Gallo, come
il più accettabile e il meno difficile ad eseguirsi. Il R. mostra
anzitutto come Giuliano sia l’architetto che più si è avvici-
nato allo stile del Brunelleschi, che meglio lo ha compreso
e che gli ha poi dato un logico svolgimento; indi esamina
il concetto stilistico della facciata disegnata dal Sangallo, ri-
levandone il grandissimo pregio architettonico; da ultimo
passa all’analisi dei particolari per mostrare come il progetto
riveli l’erede diretto del Brunelleschi, e accanto allo spirito
fiorentino che anima il concetto architettonico di quel disegno
si notino alcune particolarità che gli aggiungono altri spe-
ciali motivi d’importanza. La proposta del Reymond ha già
avuto un’eco di discussioni e di contestazioni nei giornali.
405. Rocheblave (S.), La jemme dans l'oeuvre de
Jean-Baptiste Pigai l'e. (Rev. de l’art anc. et in od.,
t. XVII, pag. 4x3-428; t. XVIII, pag. 43-53- Agri Pa-
ris 1905).
Si illustrano particolarmente le opere prodotte dallo scul-
tore francese tra il 1750 e il 1758 per ordine ed ispirazione
della Pompadour.
406. Schubring (Paul), Die Madonna Strozzi von
Filippino Lippi. {Zeitschr. f. christ. K., XVIII Jg.,
col. 97-100, tav ; Dusseldorf 1905).
11 quadretto, della collezione Martius di Kiel, figurò nella
esposizione di Dusseldorf; secondo l’A., ha una particolare
importanza storica, perchè indica quella specie di deviazione
delle tendenze artistiche locali a P'irenze, che ebbe luogo al
comparire dell’altare Portinari di Hugo van der Goes (1475).
L’A. ritiene che Filippino lo eseguisse verso il 1485, forse
per le nozze di Filippo Strozzi con Selvaggia de’Gianfigliazzi.
407. Thurston (Herbert), Tivo lost masterpieces
of thè goldsmith’s art. {The Buri. Mag., voi. Vili,
pag. 37-43. fig-1 London 1905).
Il primo è il famoso bottone, o fibbia, di piviale, fatto
dal Celimi per Clemente VII, e di cui l’artista ha lasciate
notizie nella « Vita » e nel trattato dell’oreficeria ; fu guastato
e disperso, insieme a molte altre cose preziose del tesoro pa-
pale, quando Pio VI pel trattato di Tolentino dovette pa-
gare forti somme alla Francia. L’altro è la tiara di Giulio II,
eseguita dal Caradosso, rovinata anch’essa circa nello stesso
tempo. L’A. ha trovato la riproduzione di questi due oggetti
in un volume di disegni colorati, al British Museum, eseguiti
da F. Bertoli e J. Grisoni per incarico dell’ inglese John Talman
verso il 1729.
408 Vitzthum (Georg), Von der Quellen des Sli/s
ini « Triumph des Todes ». {Rep. f. Kunstw., vo-
lume XXVIII, pag. 199-226; Berlin 1905).
Il V. mostra come l’incerto autore o gli autori del Trionfo
della morte, e in complesso, delle pareti orientali e meridio-
nali del Camposanto pisano, ha derivato le sue principali qua-
lità stilistiche dalla pittura francese; rileva le concordanze coi
dipinti del palazzo dei papi in Avignone e specialmente con
diverse miniature di codici francesi, che appunto avrebbero
servito di tramite all’autore, forse locale, per conoscere l’arte
francese.
409. Waille (Vittorio), Note sur ime inscriplion
et des peintures murales de la basìlique Saint- Clcinent
à Rome. {Atti del Congr. inter. di se. slor., voi. VII,
pag. 171-176; Roma 1905).
Illustra l’iscrizione e la pittura della leggenda di S. Alessio
(secolo Xl) secondo un poema medioevale conservato in un
codice di Plildesheim che tiatta la leggenda stessa.
Biografia artistica.
410. AiRAGHr (Carlo), Giovanni Gonnelli detto il
Cieco da Gambassi {Emporium, voi. XXII, pag. 122-126,
fig.; Bergamo 1905).
Alcune poche notizie su la vita e le opere di quello scul-
tore, che fu scolaro di Pietro Tacca.
411. AsroLi (Ferdinando), Adeodato Malatesta: no-
tizie biografiche e artìstiche, ordinate ed annotate a
curadi Giovanni Canevazzi.— Modena, Toschi, 1905,
8°, pag. XVI, 504, con ritr.
Del fecondissimo e, a’ suoi tempi, celebrato pittore mode-
nese (1806-1891), che va ricordato anche come direttore della
Galleria Estense, abbiamo in questo buon volume dell’Asioli
una biografia completa e indubbiamente autorevole, a cui il
Canevazzi ha poi recato un apprezzabile contributo con an-
notazioni, con un manipolo di lettere dirette al Malatesta e
col catalogo delle opere di lui. Per la larghezza dello svol-
gimento e la copia delle notizie, il libro acquista valore
anche come illustrazione dei tempi, in cui fiorì l’arte del pit-
tore modenese.
412. Astolfi (Carlo), Di Durante Nobili e dì suo
padre pittore lucchese. {Rass. bibl. dell’a. it., a. Vili,
pag. 7-T0; Ascoli Piceno 1905).
Del pittore marchigiano Durante l’A. già diede notizie su
L’Arte (1901 e 1902), e qui le richiama e le completa; parla
poi di due quadri del padre di lui, firmati e datati, del 1490
e del 1511. Il padre, a quanto indica nella firma, era luc-
chese.
413. Baco (Peleo), Agnolo di Polo allievo del Ver-
ro echio. {Estr. d. «Rivista d’arte», a. Ili, 11. 9, Fi-
renze 1905; pag. 13).
Su Agnolo di Polo, nominato già dal Vasari fra i disce-
poli del Verrocchio, il B. pubblica ed illustra alcuni docu-
menti dell’Archivio comunale di Pistoia (1495-1500), riferen-
tisi ad una Maddalena che lo scultore modellò per lo Spedale
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dalla teologia e dalla tradizione mistica, applica ne’ suoi quadri
un simbolismo tutto suo personale, una iconografia da lui rin-
novata. Ciò rileva l’A. mediante l’esame della « Ruota sim-
bolica » della Galleria degli Uffizi.
404. Reymond (Marcel), La facciata di Giuliano da
San Gallo per la basilica dì San Lorenzo. {Il RIarzocco,
a. X, n. 35, 1 fig.; Firenze 27 agosto 1905).
Malgrado le lodevoli manifestazioni prodotte dall’ultimo
concorso per la facciata del San Lorenzo a Firenze, il pro-
blema, secondo il R., si è dovuto considerare ancora inso-
luto; e qui egli reca una nuova proposta, indicando e di-
scutendo il progetto lasciato da Giuliano da San Gallo, come
il più accettabile e il meno difficile ad eseguirsi. Il R. mostra
anzitutto come Giuliano sia l’architetto che più si è avvici-
nato allo stile del Brunelleschi, che meglio lo ha compreso
e che gli ha poi dato un logico svolgimento; indi esamina
il concetto stilistico della facciata disegnata dal Sangallo, ri-
levandone il grandissimo pregio architettonico; da ultimo
passa all’analisi dei particolari per mostrare come il progetto
riveli l’erede diretto del Brunelleschi, e accanto allo spirito
fiorentino che anima il concetto architettonico di quel disegno
si notino alcune particolarità che gli aggiungono altri spe-
ciali motivi d’importanza. La proposta del Reymond ha già
avuto un’eco di discussioni e di contestazioni nei giornali.
405. Rocheblave (S.), La jemme dans l'oeuvre de
Jean-Baptiste Pigai l'e. (Rev. de l’art anc. et in od.,
t. XVII, pag. 4x3-428; t. XVIII, pag. 43-53- Agri Pa-
ris 1905).
Si illustrano particolarmente le opere prodotte dallo scul-
tore francese tra il 1750 e il 1758 per ordine ed ispirazione
della Pompadour.
406. Schubring (Paul), Die Madonna Strozzi von
Filippino Lippi. {Zeitschr. f. christ. K., XVIII Jg.,
col. 97-100, tav ; Dusseldorf 1905).
11 quadretto, della collezione Martius di Kiel, figurò nella
esposizione di Dusseldorf; secondo l’A., ha una particolare
importanza storica, perchè indica quella specie di deviazione
delle tendenze artistiche locali a P'irenze, che ebbe luogo al
comparire dell’altare Portinari di Hugo van der Goes (1475).
L’A. ritiene che Filippino lo eseguisse verso il 1485, forse
per le nozze di Filippo Strozzi con Selvaggia de’Gianfigliazzi.
407. Thurston (Herbert), Tivo lost masterpieces
of thè goldsmith’s art. {The Buri. Mag., voi. Vili,
pag. 37-43. fig-1 London 1905).
Il primo è il famoso bottone, o fibbia, di piviale, fatto
dal Celimi per Clemente VII, e di cui l’artista ha lasciate
notizie nella « Vita » e nel trattato dell’oreficeria ; fu guastato
e disperso, insieme a molte altre cose preziose del tesoro pa-
pale, quando Pio VI pel trattato di Tolentino dovette pa-
gare forti somme alla Francia. L’altro è la tiara di Giulio II,
eseguita dal Caradosso, rovinata anch’essa circa nello stesso
tempo. L’A. ha trovato la riproduzione di questi due oggetti
in un volume di disegni colorati, al British Museum, eseguiti
da F. Bertoli e J. Grisoni per incarico dell’ inglese John Talman
verso il 1729.
408 Vitzthum (Georg), Von der Quellen des Sli/s
ini « Triumph des Todes ». {Rep. f. Kunstw., vo-
lume XXVIII, pag. 199-226; Berlin 1905).
Il V. mostra come l’incerto autore o gli autori del Trionfo
della morte, e in complesso, delle pareti orientali e meridio-
nali del Camposanto pisano, ha derivato le sue principali qua-
lità stilistiche dalla pittura francese; rileva le concordanze coi
dipinti del palazzo dei papi in Avignone e specialmente con
diverse miniature di codici francesi, che appunto avrebbero
servito di tramite all’autore, forse locale, per conoscere l’arte
francese.
409. Waille (Vittorio), Note sur ime inscriplion
et des peintures murales de la basìlique Saint- Clcinent
à Rome. {Atti del Congr. inter. di se. slor., voi. VII,
pag. 171-176; Roma 1905).
Illustra l’iscrizione e la pittura della leggenda di S. Alessio
(secolo Xl) secondo un poema medioevale conservato in un
codice di Plildesheim che tiatta la leggenda stessa.
Biografia artistica.
410. AiRAGHr (Carlo), Giovanni Gonnelli detto il
Cieco da Gambassi {Emporium, voi. XXII, pag. 122-126,
fig.; Bergamo 1905).
Alcune poche notizie su la vita e le opere di quello scul-
tore, che fu scolaro di Pietro Tacca.
411. AsroLi (Ferdinando), Adeodato Malatesta: no-
tizie biografiche e artìstiche, ordinate ed annotate a
curadi Giovanni Canevazzi.— Modena, Toschi, 1905,
8°, pag. XVI, 504, con ritr.
Del fecondissimo e, a’ suoi tempi, celebrato pittore mode-
nese (1806-1891), che va ricordato anche come direttore della
Galleria Estense, abbiamo in questo buon volume dell’Asioli
una biografia completa e indubbiamente autorevole, a cui il
Canevazzi ha poi recato un apprezzabile contributo con an-
notazioni, con un manipolo di lettere dirette al Malatesta e
col catalogo delle opere di lui. Per la larghezza dello svol-
gimento e la copia delle notizie, il libro acquista valore
anche come illustrazione dei tempi, in cui fiorì l’arte del pit-
tore modenese.
412. Astolfi (Carlo), Di Durante Nobili e dì suo
padre pittore lucchese. {Rass. bibl. dell’a. it., a. Vili,
pag. 7-T0; Ascoli Piceno 1905).
Del pittore marchigiano Durante l’A. già diede notizie su
L’Arte (1901 e 1902), e qui le richiama e le completa; parla
poi di due quadri del padre di lui, firmati e datati, del 1490
e del 1511. Il padre, a quanto indica nella firma, era luc-
chese.
413. Baco (Peleo), Agnolo di Polo allievo del Ver-
ro echio. {Estr. d. «Rivista d’arte», a. Ili, 11. 9, Fi-
renze 1905; pag. 13).
Su Agnolo di Polo, nominato già dal Vasari fra i disce-
poli del Verrocchio, il B. pubblica ed illustra alcuni docu-
menti dell’Archivio comunale di Pistoia (1495-1500), riferen-
tisi ad una Maddalena che lo scultore modellò per lo Spedale