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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 25.1922

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Fasc. 1
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Grigioni, Carlo: Il pittore Francesco da Faenza: collaboratore di Andrea del Castagno a Venezia$nElektronische Ressource
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https://doi.org/10.11588/diglit.17342#0034

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cS

CARLO GRIGIONI

Guglielmo di Guido, il più m vista in quell'epoca
tra. i pittori faentini, dopo Giovanni (la Oriolo.

Tre settimane dopo, e precisamente l'8 dicembre,
ad un altro rogito dello stesso notaio Ramberti si
presta ancora quale testimonio il nostro: « presente
Magistro Francisco quondam petri pictore capette
sancti habrae de Faventia)),1 e, questa volta, in
compagnia di Maestro Antonio di Bartolomeo, ore-
fice milanese dimorante a Faenza.

Documenta la presenza in patria di Maestro
Francesco anche la cancellazione dell'atto di mu-
tuo, sotto la data r aprile 1448, che si legge, per
avvenuta restituzione, in margine al rogito.

Viene qui a collocarsi cronologicamente il do-
cumento del Valgimi gli: « un rogito delli 26 luglio
1448, ove ricordasi mag. Franciscus olim mag. petri
fuxarij pictor cap. S. Bartoli faventie ».2 Dunque il
nostro pittore, dalla fine del '47 alla metà del '48
(probabilmente ai primi di maggio, secondo la con-
suetudine romagnola tuttora in uso) ha cambiato
abitazione; dalla cappella 3 di S. Abramo nel Rione
Rosso (chiesa già nell'angolo destro, poi all'angolo
sinistro dell'attuale via XX Settembre col corso
Baccarini) è passato nella cappella di S. Bartolo
o Bartolomeo nel Rione Verde, chiesetta romanica
tuttora esistente nel corso di Porta Montanara.

La permanente dimora del pittore a Faenza è
documentata anche da due testimonianze, l'una
del 14 dicembre 1448: «presente Magistro Francisco
quondam magistri petrj pictore capette sancti...»;*
l'altra del 26 aprile 1449: « presente Magistro Fran-
cisco quondam magistri petrj »5 e da un mutuo del
31 luglio 1450. E questo documento un poco lungo
è il più interessante tra quelli che possediamo in-
torno all'artista.

« Magister Franciscus olim Magistri petrj fuxarij
pictor capette sancti Bartolj de Faventia per se suos-
que heredes otnnj modo via jure et forma etc. fuit
confessus et conttntus se habuisse et recepisse ac sibj
Integre datas solutas numeratas et traditas fuisse
et esse a Magistro Guidone olim Magistri gasparini
capette sancti Renlij dante et solutnte ac numerante
in moneta aurj bonj et fusti ponderis libras quin-
quaginta bononienses in arte pictorie et coffinorum
fi ngendorum et pictorum ad medietatem lucrj et
dampnj et ad omnem bonam consuetudinem prò uno

1 Ivi, Atti del medes., istesso Voi., fol. 213 v.

2 Opera citata, pag. 8.

3 Divisione della città, corrispondente presso a poco a
quello che altrove era la contrada.

4 Arch. Notarile di Faenza, Atti di Girolamo Cattoli,
Voi. VII (1448), fol. 166 r. I.a mancanza dell'indicazione
della cappella è dovuta non a lacuna, ma ad abrasione del
documento.

5 Ivi, Atti del medes., Voi. Vili (1449-50), fol. 67 v.

anno proxime venturo incipiendo die presentis con-
tractus et ut se qui tur finiendo...» 1

L'industria dei cassoni nuziali dipinti, a giudi-
care dalla frequenza dei ricordi negli atti notarili
di Faenza, doveva rappresentare il lavoro più cor-
rente e di più rapido smercio, l'opera quotidiana
delle botteghe dei pittori. Non tutti i giorni vi era
da condurre un affresco o da dipingere una tavola.

Poco dopo, il 6 settembre 1450, un'altra testimo-
nianza: «presente Magistro Francisco [lacuna] ple-
tore».2 Nessun dubbio che non si tratti del nostro,
nonostante la mancanza del patronimico, perchè
anche in questa, come nella testimonianza del
4 settembre 1446, è associata la persona di Benve-
nuto Butelli.

Ma quest'atto ha un particolare interesse: è
l'ultimo di Maestro Francesco in vita.

In margine al contratto di mutuo su trascritto
si legge l'atto di restituzione di 22 lire fatta a Mae-
stro Guido di Maestro Gasparino da parte degli
eredi di Maestro Francesco. Porta la data 7 maggio
1451. Cosi nel periodo dal 6 settembre 1450 al
7 maggio 1451, esattamente di otto mesi, cade il
giorno della morte del nostro pittore e piuttosto
vicino alla seconda data che alla prima, almeno
(piasi sicuramente nel 1451, altrimenti la vedova,
Cortese di Maestro Antonio detto Falcinella, avreb-
be provveduto con maggiore sollecitudine a siste-
mare gli affari del martito, rimasti un poco arruf-
fati, di quel che fece con atto del 7 settembre
1451. Da esso e da altri che seguono apprendiamo
che i rapporti tra Maestro Francesco e Maestro
Guglielmo di Guido non furono soltanto di amicizia
e di colleganza, ma di una vera e propria società
d'arte. Maestro Guglielmo aveva prestato garanzia
per il compagno e, quando questi venne a morte,
nella divisione dei beni in comune non regnò sempre
cordialità di rapporti tra il socio superstite e gli
eredi del socio defunto, anzi ne nacque una lite,
per la quale donna Cortese nominò un procuratore
nella persona di Zanzino Albinelli. Questo dice
appunto il documento del 7 settembre.

«Domina Cortesia filia Magistri Antonij alias
falcinella capette sancti Emilianj de Faventia et
uxor olim Magistri Francisci pictoris quondam petrj
fusarij capette sancti Bartolj de Faventia omnj
modo via fure et forma etc. fecit constituit ordinavit
atque creavit Egregium virum dominum Zanzinum
olim albinellj Civem Faventinum capelle sancti mi-
chaelis de Faventia absentem tamque presentem suurn
verum legiptimum procuratorem actoren factorem
et certum numptium specialem specialiter nominatim

1 Ivi, Atti del medes., Voi. IX (1450-51), fol. 42 r.

2 Ivi, Atti di Minghino Ramberti, Voi. Ili (1449-51),
fol. 166 v.
 
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