no
MARIO LABÒ
Il partito lineare è di una suprema evidenza. L'alone di angeli che accompagna
con snoni e con canti l'ascensione del Santo si compone in unità di linea costante, quasi
circolare, a cui il vario aggruppamento delle ligure, il giuoco delle attitudini e della
luce, conferiscono una vitalità meravigliosa. Non abbiamo una zattera, una nube di
creature alate che sospingono il Santo verso l'alto; ma una ghirlanda continua, una spi-
rale larghissima che si chiude quasi in cerchio, di cui vediamo netti i primi piani mentre
gli ultimi sprofondano all'infinito; un cerchio vorticoso, in mezzo al quale il Santo, col
capo già immerso nella luce del cielo, ci appare il punto più luminoso di un'atmosfera
piena di sole. La luce cade dall'alto con perfetta unità, cade radente sui corpi, ne ac-
carezza le eminenze, ne fa palpitare i rilievi, crea sotto i piedi del Santo una caverna
d'ombra che fa della sua figura un monumento.
Nelle elaborazioni successive, lo schema permane, ma la sua schiettezza lineare, ar-
chitettonica, si attenua assai. Rivediamo allo stesso posto parecchie figure che il pittore
non mutò mai: gli angeli col tamburello e con la tromba a destra, quello con lunghe
ali a sinistra, che però nel bozzetto Pittaluga è ignudo, mentri' in seguito appare sempre
drappeggiato di panni. Ma già nel bozzetto della Galleria Nazionale il formato si ac-
costa a quello della volta della cappella, si fa più quadrato; i lati del corteggio, special-
mente quello a destra, si drizzano più verticali: la linea perde di dolcezza, le figure
si serrano. Intanto, il gruppo di angeli sotto la figura del Santo si fa più numeroso,
acquista importanza, accenna ad isolarsi dal resto della schiera. La figura del Santo,
con gli angeli che si stringono da presso, rimani' sostanzialmente uguale. Nel bozzetto
Palumbo vedremo invece accennarsi uno svolazzo nella pianeta ch'egli veste, la linea
delle sue braccia stese farsi più inclinata; e soprattutto il corpo sciogliersi dall'ab-
braccio degli angeli, isolarsi intero; e sotto di lui nascere l'angelo che tiene spalan-
cato il libro.
L'affresco segna un ulteriore avviaménto nella stessa direzione. La ben delineata
curva della schiera angelica si è sfatta, disciolta, sottomettendosi al perimetro rettan-
golare della volta. Parecchie figure laterali modificano le loro attitudini per adattarsi
all'architettura; ed il gruppo centrale degli angeli sconfina addirittura nella rientranza
della cornice. Alla luce radente che lascia intense le grandi ombre subentra una luce dif-
fusa che illumina anche le penombre. Il brio dei particolari si accentua, la foga si
esaspera un po' tumultuosamente; ma l'unità imponente e solenne, veramente superba,
della prima composizione perde irreparabilmente la sua fisionomia. Il Santo non emerge
più sovrano, e solo nella sua estasi, in mezzo a quell'aureola di satelliti che la stessa
compagine teneva tutti ad una distanza, in una soggezione eguale; ma è un po' travolto
dalla folla quasi carnevalesca che lo attornia. La pianeta ha perduto tutta la sempli-
cità della sua linea cadente, e si è imbarocchita all'estremo; con artifizio del resto bel-
lissimo, che aumenta il valore chiaroscurale della figura, esalta la sua importanza di
protagonista.
Onde, il quadretto della collezione Pittaluga non tanto ci rappresenta uno studio
per l'affresco della chiesa del (iesù, (pianto il primo pensiero di un affresco che il Baciccio
non è poi stato in grado di darci.
L'esecuzione è da virtuoso. L'abbozzo delle forme è di una fermezza, di una perspi-
cuità, di un eleganza da grande pennello.
Quanto al colore, il bozzetto non si stacca molto dall'affresco; e cioè prepara una
di quelle sinfonie a fondo giallo che il Baciccio prediligeva, ed orchestrò così splendide
a S. Nicola da Tolentino, come in entrambi gli affreschi del Gesù.
Soltanto, nel bozzetto Pittaluga la troviamo più calda: l'atmosfera che circonda il
Santo è piuttosto dorata che solfurea; il corteggio degli angeli è pure impostato preva-
lentemente su accordi di gialli caldi, a cui si associano rosa, e trasparenze rosse nelle
emergenze dei corpi. C'è quell'alternanza di caldi e di freddi che il Baciccio usa, per
MARIO LABÒ
Il partito lineare è di una suprema evidenza. L'alone di angeli che accompagna
con snoni e con canti l'ascensione del Santo si compone in unità di linea costante, quasi
circolare, a cui il vario aggruppamento delle ligure, il giuoco delle attitudini e della
luce, conferiscono una vitalità meravigliosa. Non abbiamo una zattera, una nube di
creature alate che sospingono il Santo verso l'alto; ma una ghirlanda continua, una spi-
rale larghissima che si chiude quasi in cerchio, di cui vediamo netti i primi piani mentre
gli ultimi sprofondano all'infinito; un cerchio vorticoso, in mezzo al quale il Santo, col
capo già immerso nella luce del cielo, ci appare il punto più luminoso di un'atmosfera
piena di sole. La luce cade dall'alto con perfetta unità, cade radente sui corpi, ne ac-
carezza le eminenze, ne fa palpitare i rilievi, crea sotto i piedi del Santo una caverna
d'ombra che fa della sua figura un monumento.
Nelle elaborazioni successive, lo schema permane, ma la sua schiettezza lineare, ar-
chitettonica, si attenua assai. Rivediamo allo stesso posto parecchie figure che il pittore
non mutò mai: gli angeli col tamburello e con la tromba a destra, quello con lunghe
ali a sinistra, che però nel bozzetto Pittaluga è ignudo, mentri' in seguito appare sempre
drappeggiato di panni. Ma già nel bozzetto della Galleria Nazionale il formato si ac-
costa a quello della volta della cappella, si fa più quadrato; i lati del corteggio, special-
mente quello a destra, si drizzano più verticali: la linea perde di dolcezza, le figure
si serrano. Intanto, il gruppo di angeli sotto la figura del Santo si fa più numeroso,
acquista importanza, accenna ad isolarsi dal resto della schiera. La figura del Santo,
con gli angeli che si stringono da presso, rimani' sostanzialmente uguale. Nel bozzetto
Palumbo vedremo invece accennarsi uno svolazzo nella pianeta ch'egli veste, la linea
delle sue braccia stese farsi più inclinata; e soprattutto il corpo sciogliersi dall'ab-
braccio degli angeli, isolarsi intero; e sotto di lui nascere l'angelo che tiene spalan-
cato il libro.
L'affresco segna un ulteriore avviaménto nella stessa direzione. La ben delineata
curva della schiera angelica si è sfatta, disciolta, sottomettendosi al perimetro rettan-
golare della volta. Parecchie figure laterali modificano le loro attitudini per adattarsi
all'architettura; ed il gruppo centrale degli angeli sconfina addirittura nella rientranza
della cornice. Alla luce radente che lascia intense le grandi ombre subentra una luce dif-
fusa che illumina anche le penombre. Il brio dei particolari si accentua, la foga si
esaspera un po' tumultuosamente; ma l'unità imponente e solenne, veramente superba,
della prima composizione perde irreparabilmente la sua fisionomia. Il Santo non emerge
più sovrano, e solo nella sua estasi, in mezzo a quell'aureola di satelliti che la stessa
compagine teneva tutti ad una distanza, in una soggezione eguale; ma è un po' travolto
dalla folla quasi carnevalesca che lo attornia. La pianeta ha perduto tutta la sempli-
cità della sua linea cadente, e si è imbarocchita all'estremo; con artifizio del resto bel-
lissimo, che aumenta il valore chiaroscurale della figura, esalta la sua importanza di
protagonista.
Onde, il quadretto della collezione Pittaluga non tanto ci rappresenta uno studio
per l'affresco della chiesa del (iesù, (pianto il primo pensiero di un affresco che il Baciccio
non è poi stato in grado di darci.
L'esecuzione è da virtuoso. L'abbozzo delle forme è di una fermezza, di una perspi-
cuità, di un eleganza da grande pennello.
Quanto al colore, il bozzetto non si stacca molto dall'affresco; e cioè prepara una
di quelle sinfonie a fondo giallo che il Baciccio prediligeva, ed orchestrò così splendide
a S. Nicola da Tolentino, come in entrambi gli affreschi del Gesù.
Soltanto, nel bozzetto Pittaluga la troviamo più calda: l'atmosfera che circonda il
Santo è piuttosto dorata che solfurea; il corteggio degli angeli è pure impostato preva-
lentemente su accordi di gialli caldi, a cui si associano rosa, e trasparenze rosse nelle
emergenze dei corpi. C'è quell'alternanza di caldi e di freddi che il Baciccio usa, per