IL «CIRCOLO D'ARTE E DI ALTA COLTURA» IN MILANO
157
di una edizione del Poe non mai stampata, nei quali le più bizzarre fantasticherie del
geniale scrittore venivano rievocate da un'arte sensibile e stringente.
La seconda mostra moderna, di Antonio Mancini, fu una novità rispetto ad altre
anteriori dello stesso pittore, perchè per la prima volta tentò di presentare storicamente
lo sviluppo dell'arte manciniana. Essa infatti accolse opere di tutti i periodi del Man-
cini, e dalle sole raccolte milanesi potè trarre una sessantina di lavori, che vanno dal
1866 al 10,19, a mostrare tutto il Mancini, dai primi lavori sobri, castigati, ancora al-
quanto scolastici, sino alle sue ultime manifestazioni frenetiche, in cui i limiti della pit-
Fig. 3 — Antico pannello tibetano. Proprietà delle Missioni Estere.
(Fot. Crimella, Castagneri, Zani).
tura sembrano varcati. Alcune delle opere esposte, che stanno a cavallo fra i due periodi,
posero dinanzi agli occhi dei visitatori il vero, il grande Mancini de' tempi migliori.
A questa mostra del glorioso artista vivente seguì ([nella di un grande miscono-
sciuto: Antonio Fontanesi. Anche questa volta prevalse il concetto di esporre opere sue
appartenenti ad ogni periodo, perchè l'esposizione avesse ad essere non solo una gioia degli
occhi e dello spirito, bensì anche un insegnamento tale da dimostrare lo sforzo costante
dell'anima dell'artista verso sempre nuove esperienze. Quindi nelle settanta e più
opere esposte, da alcuni quadretti, che rispecchiano la semplicità della sua prima
maniera, era dato passare, gradatamente, alle grandi tele del periodo più maturo, solide
di costruzione, potenti di colorito, in cui è ricercato nella natura ogni effetto con animo
di poeta. Sopratutto come disegnatore il Fontanesi apparve mirabile.
Chiuse la serie delle mostre moderne una modernissima dedicata all'arte dei fan-
ciulli. Lo scopo di questa mostra non fu quello, come s'immagina, di procurare una
curiosità o un passatempo, bensì di porre alcuni interessanti problemi inerenti alla edu-
157
di una edizione del Poe non mai stampata, nei quali le più bizzarre fantasticherie del
geniale scrittore venivano rievocate da un'arte sensibile e stringente.
La seconda mostra moderna, di Antonio Mancini, fu una novità rispetto ad altre
anteriori dello stesso pittore, perchè per la prima volta tentò di presentare storicamente
lo sviluppo dell'arte manciniana. Essa infatti accolse opere di tutti i periodi del Man-
cini, e dalle sole raccolte milanesi potè trarre una sessantina di lavori, che vanno dal
1866 al 10,19, a mostrare tutto il Mancini, dai primi lavori sobri, castigati, ancora al-
quanto scolastici, sino alle sue ultime manifestazioni frenetiche, in cui i limiti della pit-
Fig. 3 — Antico pannello tibetano. Proprietà delle Missioni Estere.
(Fot. Crimella, Castagneri, Zani).
tura sembrano varcati. Alcune delle opere esposte, che stanno a cavallo fra i due periodi,
posero dinanzi agli occhi dei visitatori il vero, il grande Mancini de' tempi migliori.
A questa mostra del glorioso artista vivente seguì ([nella di un grande miscono-
sciuto: Antonio Fontanesi. Anche questa volta prevalse il concetto di esporre opere sue
appartenenti ad ogni periodo, perchè l'esposizione avesse ad essere non solo una gioia degli
occhi e dello spirito, bensì anche un insegnamento tale da dimostrare lo sforzo costante
dell'anima dell'artista verso sempre nuove esperienze. Quindi nelle settanta e più
opere esposte, da alcuni quadretti, che rispecchiano la semplicità della sua prima
maniera, era dato passare, gradatamente, alle grandi tele del periodo più maturo, solide
di costruzione, potenti di colorito, in cui è ricercato nella natura ogni effetto con animo
di poeta. Sopratutto come disegnatore il Fontanesi apparve mirabile.
Chiuse la serie delle mostre moderne una modernissima dedicata all'arte dei fan-
ciulli. Lo scopo di questa mostra non fu quello, come s'immagina, di procurare una
curiosità o un passatempo, bensì di porre alcuni interessanti problemi inerenti alla edu-