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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 25.1922

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Fasc. 4
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Venturi, Adolfo: La prima scultura di Michelangelo
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https://doi.org/10.11588/diglit.17342#0205

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LA PRIMA SCULTURA DI MICHELANGELO

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gaiezza, ma sofferenza fisica, tortura di nervi: il fanciullo scultore, pur atteggiando le
labbra al riso, lascia trasparire la propria anima appassionata e dolorosa.

L'espressione ferina scaturisce da ogni particolare della contraffatta fisionomia: lo
strido della bocca aperta come larga ferita riecheggia nei tratti del volto: nella

Michelangelo : Testa di ciclope-fauno.
Museo Nazionale di Firenze.

fessura lunata degli occhi tenebrosi, come nei solchi scavati dal convulso riso entro
la massa delle gote, cicatrici profonde, come nella vita medusca delle ciocche, ciuffi
d'erbe selvagge mossi da vento. Sopra gli occhi chiusi dalla spiovente tettoia delle
palpebre, ciechi all'essenza spirituale del mondo, si apre, inerte globo, fra palpebre ani-
mate, l'occhio del Ciclope: una convulsa e mostruosa vita anima i tratti del volto, le
ciocche del vello, che si arricciano, si arrotolano, si curvano a disegnare corone di falci
sopra la testa ferina, si snodano al vertice con vitalità di serpi sibilanti.

La mano di Michelangelo si rivela in ogni particolare della struttura: il labbro
rovescio, teso, tagliente nella crudezza del suo contorno, come il labbro inferiore del David,
le fosse scavate nelle guance e alle radici del naso, con rigurgito di muscoli poderosi, come
quelle che s'incidono fra le sopracciglia contratte del profeta Daniele. La struttura mas-
 
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