LE CHIESE GOTICHE DI GUBBIO
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Ancora. Ad Assisi, la piccola chiesa diS.Stefano
assegnata al secolo xiii, è scandita all'interno da
arconi ogivali su cui posano le travature.
La struttura delle chiese eugubine trova dunque
altri esempi che coincidono col diffondersi dell'arte
gotico-monastica, struttura clic non sapremmo
spiegare senza metterla in relazione con que l'arte
che ci presenta nettamente mutato nell'espressione
l'antico motivo lombardo ormai già abbandonato —
si noti— nel secolo xiii nella regione dove aveva
avuto i natali. K perciò naturale il supporre che
anche gli edifici eugubini traggano l'origine loro
dalla medesima fonte.
Basta pensare al largo contributo delle mae-
stranze monastiche nel diffondere presso di noi
yli elementi architettonici e decorativi fioriti in ol-
tralpe per non trovare difficoltà alcuna alla ipo-
tesi prospetta'a.
In l 'mbria, lo stesso periodo romanico potrebbe
offrirci largo campo a sistematiche e gustose ri-
cerche. Noni è nr mistero che la bella fabbrica abba-
Fig. 16 — Orvieto, Abbazia dei SS. Severo e Martirio:
Particolare di una volta.
ziale dei SS. Severo e Martirio presso Orvieto,
influì pr (fondamente nello svolgersi dell'architet-
tura civile orvietana, per proporzione di archi e di
portale geminato trecentesco simile a quello nel fianco di
S. Francesco a Gubbio, portale che si suole assegnare al
sec. xv, insieme al rosone sovrastante.
finestre e per particolari decorativi che risentono
dell'arte romanica francese. Orbene, i locali a ter-
reno di queir Abbazia, oggi malamente ridotti a
stalle o magazzini, sono coperti con volte a botte
sulle quali risaltano sottarchi pensili (fig. 16), se-
condo un motivo di origine romana ripreso dai
lombardi ma largamente applicato in Francia1
Fig. 17 — Orvieto, L'Arco del Comune.
e condotto ad Orvieto, io credo, dai monaci bene-
dettini. Le maestranze locali lo copiarono subito
e noi lo troviamo adottato nell'Arco del Comune
(fig. 17) sorto, col palazzo comunale, nel 1216.2
Sempre ad Orvieto le navate laterali diS. Giove-
nale sono in parlo coperte da volte a mezza botte
(fig. 18) anteriori alle volte a crociera, riferibili
queste al periodo gotico; ed a Bevagna la stessa
copertura si vede nelle navatelle della chiesa di
S. Silvestro (fig. 19) che porta nella facciata il no-
me di Maestro Binello e la data 1195.3 Esse non
possono spiegarsi che come una imitazione spo-
radica e non bene compresa del principio usato
1 Or. R. De LastBYRIE, /.'Architecture Religieuse cn
Frana ci V Epoque Romane, Paris, iyi2, 247 ssq.
2 1*. Arali, Orvieto, Orvieto, i9xq, 5H.
3 1). M. Faloci IVucnani, Una pagina di Arte Umbra,
Foligno, 1903, 12.
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Ancora. Ad Assisi, la piccola chiesa diS.Stefano
assegnata al secolo xiii, è scandita all'interno da
arconi ogivali su cui posano le travature.
La struttura delle chiese eugubine trova dunque
altri esempi che coincidono col diffondersi dell'arte
gotico-monastica, struttura clic non sapremmo
spiegare senza metterla in relazione con que l'arte
che ci presenta nettamente mutato nell'espressione
l'antico motivo lombardo ormai già abbandonato —
si noti— nel secolo xiii nella regione dove aveva
avuto i natali. K perciò naturale il supporre che
anche gli edifici eugubini traggano l'origine loro
dalla medesima fonte.
Basta pensare al largo contributo delle mae-
stranze monastiche nel diffondere presso di noi
yli elementi architettonici e decorativi fioriti in ol-
tralpe per non trovare difficoltà alcuna alla ipo-
tesi prospetta'a.
In l 'mbria, lo stesso periodo romanico potrebbe
offrirci largo campo a sistematiche e gustose ri-
cerche. Noni è nr mistero che la bella fabbrica abba-
Fig. 16 — Orvieto, Abbazia dei SS. Severo e Martirio:
Particolare di una volta.
ziale dei SS. Severo e Martirio presso Orvieto,
influì pr (fondamente nello svolgersi dell'architet-
tura civile orvietana, per proporzione di archi e di
portale geminato trecentesco simile a quello nel fianco di
S. Francesco a Gubbio, portale che si suole assegnare al
sec. xv, insieme al rosone sovrastante.
finestre e per particolari decorativi che risentono
dell'arte romanica francese. Orbene, i locali a ter-
reno di queir Abbazia, oggi malamente ridotti a
stalle o magazzini, sono coperti con volte a botte
sulle quali risaltano sottarchi pensili (fig. 16), se-
condo un motivo di origine romana ripreso dai
lombardi ma largamente applicato in Francia1
Fig. 17 — Orvieto, L'Arco del Comune.
e condotto ad Orvieto, io credo, dai monaci bene-
dettini. Le maestranze locali lo copiarono subito
e noi lo troviamo adottato nell'Arco del Comune
(fig. 17) sorto, col palazzo comunale, nel 1216.2
Sempre ad Orvieto le navate laterali diS. Giove-
nale sono in parlo coperte da volte a mezza botte
(fig. 18) anteriori alle volte a crociera, riferibili
queste al periodo gotico; ed a Bevagna la stessa
copertura si vede nelle navatelle della chiesa di
S. Silvestro (fig. 19) che porta nella facciata il no-
me di Maestro Binello e la data 1195.3 Esse non
possono spiegarsi che come una imitazione spo-
radica e non bene compresa del principio usato
1 Or. R. De LastBYRIE, /.'Architecture Religieuse cn
Frana ci V Epoque Romane, Paris, iyi2, 247 ssq.
2 1*. Arali, Orvieto, Orvieto, i9xq, 5H.
3 1). M. Faloci IVucnani, Una pagina di Arte Umbra,
Foligno, 1903, 12.