LE OPERE DI ANDREA DEL SARTO
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maniere altrui, non doveva, poi, farsi scrupolo di copiare se stesso. Ora, ciò che non
aveva importanza per lui, non deve averne tanta ni anche per noi, quando cerchiamo
di avvicinarci al suo modo d'intendere e di concepire. Lo preoccupa,invece, il mezzo
espressivo, che si connette strettamente con l'abilità tecnica. Egli si propone un pro-
blema: quello di dar moto alle forme, servendosi dell'atmosfera. Tenta tecniche di-
verse e, intanto, attinge dall'esempio dell'arte di questo o di quel grande maestro tipi,
schemi compositivi, proporzioni. Anche il problema, che egli si propone, gli è suggerito- tut-
tavia, perchè ne fa l'oggetto di assidilo studio, riesce poi a risolverlo in un modo personale.
F'g. t. — Andrea del Sarto: Corteo dei Magi.
Firenze, Chiostrino dell'Annunziata. (Fot. Alinari).
Abbiamo nelle opere, in cui l'espressione voluta è raggiunta, un termine di con-
fronto per giudicare le altre, in cui è soltanto tentata o imperfettamente espressa. E
possiamo, così, distinguere anche i fuorviamenti dell'artista, sempre guardando dal
suo punto di vista. Tra le diverse imitazioni, che s'incontrano nella sua maniera, si
possono riconoscere, così, quelle buone da quelle cattive: per esempio, imitare Rafaello,
che sentì tanto anch'egli Leonardo, non nuoce ad Andrea; anzi gli s'adatta, l'aiuta e
gli sta bene; mentre imitare Michelangiolo l'ostacola e lo contradice.
Nel Corteo dei Magi, del chiostrino dell'Annunciata1 (fig. i), mirabile è il gran cielo,
tutto mobile nella luce viola. L'occhio spazia per l'aria sgombra, la gode in ampiezza e
1 Questo è del 1511. (Vedi il «Prospetto cronologico » cit., pag. 67).
L'Art,: XXVIII, 2.
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maniere altrui, non doveva, poi, farsi scrupolo di copiare se stesso. Ora, ciò che non
aveva importanza per lui, non deve averne tanta ni anche per noi, quando cerchiamo
di avvicinarci al suo modo d'intendere e di concepire. Lo preoccupa,invece, il mezzo
espressivo, che si connette strettamente con l'abilità tecnica. Egli si propone un pro-
blema: quello di dar moto alle forme, servendosi dell'atmosfera. Tenta tecniche di-
verse e, intanto, attinge dall'esempio dell'arte di questo o di quel grande maestro tipi,
schemi compositivi, proporzioni. Anche il problema, che egli si propone, gli è suggerito- tut-
tavia, perchè ne fa l'oggetto di assidilo studio, riesce poi a risolverlo in un modo personale.
F'g. t. — Andrea del Sarto: Corteo dei Magi.
Firenze, Chiostrino dell'Annunziata. (Fot. Alinari).
Abbiamo nelle opere, in cui l'espressione voluta è raggiunta, un termine di con-
fronto per giudicare le altre, in cui è soltanto tentata o imperfettamente espressa. E
possiamo, così, distinguere anche i fuorviamenti dell'artista, sempre guardando dal
suo punto di vista. Tra le diverse imitazioni, che s'incontrano nella sua maniera, si
possono riconoscere, così, quelle buone da quelle cattive: per esempio, imitare Rafaello,
che sentì tanto anch'egli Leonardo, non nuoce ad Andrea; anzi gli s'adatta, l'aiuta e
gli sta bene; mentre imitare Michelangiolo l'ostacola e lo contradice.
Nel Corteo dei Magi, del chiostrino dell'Annunciata1 (fig. i), mirabile è il gran cielo,
tutto mobile nella luce viola. L'occhio spazia per l'aria sgombra, la gode in ampiezza e
1 Questo è del 1511. (Vedi il «Prospetto cronologico » cit., pag. 67).
L'Art,: XXVIII, 2.