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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 28.1925

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Fasc. 1
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Testi Rasponi, Alessandro: Il Monasterium Sancti Laurentii Formosi di Ravenna
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https://doi.org/10.11588/diglit.17345#0095

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IL MONASTERIUM SANCTI LA URENTII FORMOSI DI RAVENNA

essi gli apostoli Pietro e Paolo, ne sono privi. Le sole
differenze che riscontro sono che nel frammento
vitreo della Vaticana al nimbo rotondo è sosti-
tuito quello proprio del Cristo col monogramma
costantiniano, e nell'affresco delle catacombe di
Albano il levita è imberbe, mentre in tutti gli
altri porta la barba. Una così persistente icono-
grafia, che senza alterazioni va dal m al xn se-
colo, vai per me più di mille fantastiche concezioni.

Avanti la figura del martire sta il rogo formato
da visibilissimi tronchi di legno dai quali si svilup-
pano le fiamme, e al disopra di esso è apprestato
lo strumento del martirio, la graticola; quello stru-
mento che ogni martire effigiato da Sisto III in
Santa Maria maggiore, aveva ai piedi:

ECCE TVI TESTES VTERI TIBI PRAEMTA PORTANT
SVB PEDIBVSQUE IACET PASSIO QVAEQVE SVA
FF.RRVM, FLAMMA, FERAE, FLVVIVS, SAEVVMQVE

VENENVM.

l.a graticola, una di quelle grandi graticole che
servivano per arrostire grossi animali, è, per faci-
lità di operare fornita di ruote, e veniva mossa a
mezzo di uncini. Il chiarissimo prof. Delbruck
recentemente mi informava che tali graticole sono
ancora in uso in Oriente.

Dopo la graticola si vede un armadietto conte-
nente i quattro libri dell'Evangelio, simbolo della
fede per la quale il martire moriva, che non devono
confondersi coll'evangeliario che il santo reca,
perchè sono due cose ben differenti i quattro libri
della legge, e l'evangeliario che contiene solamente
le pericopi liturgiche. Mi dispiace di dovere insi-
sistere su questa elementare distinzione, che potreb-
be sembrare inutile, e che qui torna invece utile,
perchè da chi non la conosceva si è creduto porre
nientemeno che la chiave della interpretazione
dell'intero mosaico proprio su questo equivoco.

* * *

Resta ora da ricercare se, oltre alla identifica-
zione iconografica, i documenti concorrano a con-
fermare il titolo di Monasterium sancii Laurentii
al piccolo sacello cruciforme annesso alla ecclesia
sanctae Crucis.

Tale documentazione ci è fornita specialmente
dalle carte dei due monasteri benedettini di San
Vitale e di Santa Maria di Pomposa.

I benedettini di Santa Maria in insula Palatioli
ebbero in dono, intorno all'anno 858, dall'arcive-
scovo Giovanni VII tutta l'isola e il Mona-
sterìum sanctae Marie [quod] Ad memoriam regis
et A farum vocatur. Cosi dalla lontana e palu-
stre località di Palazzolo, essi venivano a stabi-
lirsi alle porte di Ravenna. Da qui i monaci scia-
marono ancora ed una loro famiglia alla fine del
x secolo si stabili a San Vitale, dove, come ce

L'Arte. XXVIII, 1».

l'apprende il diploma di Enrico V, era stato ab
Hottone imperatore et a Iohanne [X] archiepiscopo
ordinato monastcrio. Un diploma di Ottone III
del 999, concesso ad un abbate Giovanni, esiste
ancora e riguarda appunto la conferma di un
terreno presso l'ardica di San Vitale ad religionis
claustrum construendum; l'atto invece di dona-
zione di Giovanni IX [aa. 983-998] è perduto, ma
ne resta memoria nella conferma fattane, nel
1418, dall'arcivescovo Tommaso Perendoli.

Anche le carte pagensi danno la prova della
fondazione del monastero di San Vitale verso la
fine del secolo x, perchè nel 996 ci segnalano già
la esistenza di quell'abbate Giovanni del diploma
di Ottone III, forse il primo della serie abbaziale,
dato che risulta avere gli anteriori rettori della
basilica appartenuto al clero secolare.

Dai successivi documenti rileviamo che il 2
maggio 1054 l'abate Ricolfo concedeva a Wiberto
vescovo di Modena: vacuamentum unum... in regione
sancii Vitalis prope basilicam sancii Laurentii que
voc. in Panonia a duobus lateribus platea publica,
a lercio curticella ecclesie sancii Laurentii, a quarto
orto domnicatum monasterii nostri.

Il 10 aprile 1062 gli esecutori testamentari del
quondam Sergio filio quondam Iohannis, qui voca-
batur de Adelberto de Sergio, che apparteneva a
quella famiglia di duchi dalla quale era uscito
l'arcivescovo Giovanni VII, ottemperando alla
volontà del testatore, consegnano a Gasdia badessa
del monastero di San Giorgio in Tavola: medie-
tatem, de medietate capella vestra cui est vocabulum
sancii Laurentii cum medietate de curte et orto
ante se... et medietatem de omnibus mansionibus...
positas omnes suprascriptas res in hac civitate Ra-
venne in regione Regesto et posterula que vocatur
de Augusta.

Il 5 aprile 1157 Adriano IV conferma al mona-
stero di San Vitale molti beni frai quali la ecclesiam
sancte Crucis et sancii Nazarii cum possessionibus,
e la ecclesiam sancii Laurentii et sancii Iohannis in
Consule.

Il 29 agosto 1302 Obizzo arcivescovo provvede
a che sia nominato un nuovo rettore alla chiesa di
San Lorenzo in Pusterula dietro presentazione del
patrono di detto benefizio Eustachius de Pusterula;
questo patronato tra il 1359 e il 1389 era eserci-
tato da Guido quondam Bernardino de Polenta
una cum Corradis de Pusterula.

Finalmente il 24 ottobre 1418 l'arcivescovo
Tommaso Perendoli confermando le precedenti
concessioni dei suoi predecessori Giovanni X e
Anselmo, riconosce ai monaci di San Vitale:
ecclesiam sanctae Crucis cum omnibus possessio-
nibus suis atquc monasterium sancii Iohannis in
Consule cum omnibus possessionibus suis ...silum
 
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