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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 28.1925

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Fasc. 4
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Venturi, Lionello: La critica d'arte alla fine del Trecento (Filippo Villani e Cennino Cennini)
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https://doi.org/10.11588/diglit.17345#0268

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240

UOXEI.LO VENTURI

« .. I' mi son un, che quando - Amor mi spira, unto, e a quel modo - Ch'e' ditta
dentro vo significando ». (Purg., XXIV, 52-54). « E sappi che '1 lavorare di tavola è proprio
da gentile uomo, che con velluti in dosso puoi fare ciò che vuoi » (Cennini, c. 145).

Ecco il significato di « amore » e « gentilezza ». Dante chiede amore, come abito
morale dell'arte; ed il Cennini, amore e gentilezza. L'orgoglio nuovo non involge l'in-
telletto soltanto; al cuore si chiede per l'arti' un disinteressato, un signorile, un nobile
amore. Anche il monaco Dionigi chiede all'artista un valore morale, ma d'altra natura:
n Tutti coloro che s'affaticano nell'arte soltanto per amore del denaro, e trascurano la
diligenza e la pietà, riflettano prima della morte: devono ricordarsi con raccapriccio il
castigo di colui che imitano: Giuda Alla cupidigia di denaro Dionigi oppone il ca-
stigo di Dio, e Cennino, amore e gentilezza. Filippo Villani aveva già opposto l'amor della
gloria, dimostrandosi degno del Rinascimento. « Amore e gentilezza » è più trecentistico, è
più ingenuo, è più puro, è più degno della « fantasia che trova cose non vedute ». Sul-
l'orma, di Dante, Cennino eleva la pittura a sospiro dell'animo.

« Quanto più tosto puoi, incomincia a metterti sotto la guida del maestro a im-
parare: é quanto più tardi puoi, dal maestro ti parti » (c. 3). « Attendi, che la più perfetta
guida che possa avere e migliore timone, si è la trionfai porta del ritrarre di naturale.
E questo avanza ttitti gli altri essempj; e sotto questo con ardito cuore sempre ti fida,
e spezialmente come incominci ad avere qualche sentimento nel disegnate » (c. 28).

Sembra a tutta prima che i due passi sieno contradditorii. Certo essi rappresen-
tano due civiltà ed hanno origine diversa. Il consiglio di non dipaitirsi dal maestro ha
carattere pienamente medioevale e trova la sua origine appunto nei ricettarli: Dionigi,
come s'è detto, trova il punto d'arrivo del pittore nel calco degli « esempi » di Panselinos;
Teofilo crede che l'arte si apprenda «a poco a poco e parte per parte ». Perchè ciò che si di-
pinge sia « liberamente ornato e spontaneamente creato » basta essere esatti « sino
agli estremi limiti » nella composizione e nella mescolanza dei colori: « l'esperienza di molti
artefici d'ingegno » servi: appunto a facilitare la pratica dei colori. lincee il « ritrarre di
naturale » non appartiene al Medio Evo ma al Rinascimento, e trova sua origine nella
parola di Dante: « l'arte vostra quella (la natura), quanto punte, - Segue come '1 mae-
stro fa il discente ». (In/., XI, 103-IÓ4).

A cavallo di due civiltà, Cennino mostra quindi il punto di sutura fra le due
concezioni dell'arte. Il contrasto è superato con tatto squisito: nari ragione i novatori,
bisogna seguir la natura, « spezialmente come incominci ad avere qualche sentimento
nel disegnare ». E chi può ispirare quel sentimento? il maestro. Prima cioè impara lo
stile dei buoni maestri, poi studierai da te la natura. Certo occorre porsi davanti alla
natura, ma bene armati di stile; nè il ritrarre di naturale nè il calco dell'esempio del
maestro conducono all'arte, ma la natura deve esser corretta dallo stile come lo stile
dalla natura: ecco una lezione inascoltata che sarebbe oggi particolarmente opportuna,
e che rispecchia fedelmente la doppia fonte dell'arte di Ciotto.

Altrove il Cennini descrive addirittura il processo di sviluppo del pittore da scolaro
a maestro, con acuta, esperienza personale dell'arte del Trecento: « Affaticati e dilettati
di ritrarre sempre le miglior cose, che trovar puoi per mano fatte di gran maestri. E se se'
in luogo dove molti buon maestri sieno stati, tanto meglio a te. Ma per consiglio io ti dò:
guarda di pigliare sempre il migliore, e quello che ha maggior fama; e, seguitando di
dì in dì, contra natura sarà che a te non venga preso di suo' maniera e di suo' aria; pe-
rocché se ti muori a ritrarre oggi di questo maestro, doman di quello, nè maniera del-
l'uno nè maniera dell'altro non n'arai, e verrai per forza fantastichetto, per amor che
ciascuna maniera ti straccerà la mente. Ora vuo' fare a modo di questo, doman di quello

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